-Mi stai minacciando tesoro?- chiese.

-No. Ti sto avvertendo.- borbottai senza cambiare il mio tono freddo.

Senti la porta sbattere appena dissi queste parole. Subito chiusi la chiamata e misi il telefono nella tasca posteriore e tornai nel bar a mettere a posto. Immaginai che era la zia e quindi feci scendere o miei capelli biondi per nascondere la mia faccia. Non volevo che la zia mi vedesse in questo stato perché inizierebbe a fare domande sul perché sono in questo stato.

Mi sono vista stamattina. Non stirati, disordinati capelli, bianca come i muri faccia le occhiaie quanto una busta evidentemente mostravano, che sono a disagio, ma dovevo fingere, che è solo un problema di sonno. Se la zia scoprisse cosa sto attualmente passando, molto probabilmente si troverebbe subito nella tomba, e questo, in ogni caso, non glielo auguro, quindi uno sconosciuto che entra in casa rimarrà un mio segreto fino a quando il ragazzo non arriva alla fine della mia pazienza.

Quando la zia è entrata nella stanza subito ho coperto la faccia con i capelli nascondendo la e iniziai nervosamente a pulire i bicchieri e le cannucce. La donna dai capelli rossi è passata accanto a me senza nemmeno guardarmi e butto il giornale su uno dei tavoli sedendosi e dopo di che iniziando a leggere gli articoli. Il suo viso mostrava interesse, ma anche paura...

Cercavo di guardare senza scoprire la faccia e continuando a pulire le stoviglie. Probabilmente uno degli articoli a dovuto veramente interessare la zia dato che si è seduta in mezzo a qualche cliente e lo ha iniziato a leggere non appena a comprato il nuovissimo numero del Herald Sun.

Era piuttosto divertente quando guardavo la donna e lei faceva ogni tipo di smorfia ad un semplice giornale. Una volta faceva con la bocca la cosi chiamata papera, e poco dopo le sue labbra si formavano in una "o". Avevo voglia di leggere la sua mente, perché l'intuito mi diceva che nei sui pensieri potevano essere ancora più interessanti delle sue facce.

Alla fine la zia fini le sue letture, chiuse alcune pagine del giornale e le prese in mano andando verso di me. Abbassati la testa fingendomi interessata nel mettere a posto i bicchieri in modo che andasse avanti senza una parola. Ma in fondo la vita sarebbe troppo bella se si realizzassero i nostri desideri, vero?

-Ricomincia di nuovo.- stavolta pero la zia ha lasciato il giornale sul marmo del bar vicino al quale ero io. Attraverso i capelli che erano sulla mia faccia trovai il suo sguardo, che diceva chiaramente di dare un'occhiata sull'articolo. La mia testa si giro verso le due pagine di articolo, con una chiara scritta "I persecutori di Sidney sono tornati?"

Ero stupita quando zia Eleanor leggeva con un tale interesse proprio queste pagine, ma ora capisco perché anch'io volentieri iniziai a leggere il giornale. Mi sedetti sulla sedia avvicinando le pagine e iniziando la mia lettura.

Un altro omicidio è avvenuto, cosa ancora? Furti? Probabilmente i gang sono tornati per cercare prede per le strade di Sidney e combattere per il potere sui quartieri. Solo, perché di nuovo soffrono per questo persone innocenti? Circa due giorni fa un giovane ragazzo Adam K. avente solo 14 anni è stato assassinato vicino Sidney. Una settimana fa sono morte due diciottenni a causa di un brutale violentamento e ancora un mese fa un uomo d'affari di 30 anni di Newsweek! Chi sarà il prossimo? Cosa vogliono ancora questi banditi? Alla fine la polizia c'è la fare a prenderli?

-Dio ...- sussurai spostando il giornale quando solo i ricordi iniziarono a ritornarmi in mente. -Presumibilmente 3 anni fa hanno imprigionato il membro più importante della banda, quindi è di nuovo lo stesso?- chiesi come a se stessa.

-In questa città forse nessuno mai conoscerà la pace- sospirando la zia chiudendo il giornale e buttandolo nella spazzatura. La donna si avvicino a me e mi passo le dita tra i capelli cacciandoli dal mio volto e guardandomi spaventata.

-Dio figlia come sei! Sei malata!- dichiarò gridando le sue parole, e io bestemiai in me. La zia iniziò a controllarmi appoggiando una mano sulla mia fronte e mi guardo nei miei stanchi, assonati occhi, che per poco non si chiudevano.

-Semplicemente non ho dormito bene- dissi cacciando la sua mano dalla mia faccia.- Mi rimane solo un'ora di lavoro, resisto, e poi vado a dormire.- dissi sorridendo alla zia la quale mi rispose con la stessa cosa.

Senza far caso ai compiti che mi ha dato la zia mi misi dietro la cassa e iniziai a servire i clienti. Le volevo dimostrare che una notte insonne non mi crea nessun problema nel lavoro, cosi lo feci. Davo il resto e i drink il più veloce potevo. La donna dagli occhi scuri stette un attimo a guardarmi dopo di che torno nel suo ufficio ad occuparsi delle bolette. Io nel frattempo cercavo di sembrare professionale e ottimista, che forse mi usciva dato che nessuno dei clienti si lamentava del servizio.

Quando stavo dando il whisky all'ultimo cliente vicino alla cassa c'era un altro uomo. Un alto moro dagli occhi azzurri concentro il suo sguardo sulla mia persona. Il suo sguardo non era uno dei più simpatici che mi è successo di vedere, al contrario, era arrabbiato. Sgradevole. Lo sguardo dell'uomo mi squadrava da sopra a sotto, che provoco bruciore sulla mie guance. Abbasai la testa in silenzio aspettando che si avvicini per l'ordine, innervosendomi. Qualcosa lo distingueva. Dopo essere entrato non tolse il cappuccio da sotto il quale si vedevano le punte dei suoi capelli scuri, era vestito di nero e non guardò nemmeno, come se fosse già stato qui, ma non l'avevo mai visto. Forse non era qui durante il mio turno, ma si comportava come se conoscesse ogni angolo di questa stanza.

-Caitlin, permetti per un momento?- senti la voce della zia e automaticamente mi diressi verso il suo ufficio chiedendo a George di guardare la cassa.

Certamente. Sapevo che questa donna non lasciava stare a capire quello che le ho già detto.

-Qui hai delle polveri per far abbassare la febbre, e queste delle pillole anti dolore- la zia teneva in mano un paio di scatole con medicine, che dopo poco diede nelle mie mani, e io la guardavo come se fosse una pazza.

-Gra ... grazie- balbettai lasciando perdere e prendendo i medicinali. Le buttai nella borsa dopo di che tornai nel bar.

A mia sorpresa l'uomo misterioso non c'era più. Guardai l'intera stanza ma i miei occhi non trovarono il suo corpo. Mi morsi il labbri inferiore mettendomi sulle punte guardando ogni tavolo, ma evidentemente l'uomo deve essere uscito veramente. In un certo senso il suo mistero mi ha interessato, ma dall'altro lato, spaventava. Decisi quindi di dimenticarmi di quell'uomo il più veloce solo si potesse, chiunque lui sia è occuparmi di cose più importanti come la fine del mio turno. Con entusiasmo tolsi il mio grembiule dopo di che andai dalla zia ad avvertirla della fine del mio lavoro per oggi. La zia mi sorrise e auguro buona giornata, e dopo di che torno a schiacciare i tasti della tastiera del computer. Usci dal suo ufficio e velocemente salutai George. Ero piena di entusiasmo e felicità, che alla fine torno a casa e mi faccio una dormita.

Non dimentichiamo pero che il destino non è sempre gentile.

-Caitlin!- senti una voce famigliare e automaticamente mi girai. Dopo un po senti su di me un peso. Cassie salto verso me abbracciandomi forte, e io comunque vivevo appena. Le miei ossa erano come di gomma, era vicino, se non scendeva in tempo.

-Che ci fai qui?- chiesi disorientata.

-Tempo di shopping!- Cassie batte le mani, e io avevo voglia di piangere.

Volentieri direi di no, ma il problema sta nel fatto che la mia amica non capisce la parola NO.

Ombra//a.irwin (Italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora