Capitolo 2

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Mossi lo straccio sul marmo del bar dopo di che appogiai i gomiti e tenendo la testa con le mani. Vivevo appena. Ero stanca, assonata, semplicemente incazzata. Le mie braccia tremavano dalla mancanza di forze, e i miei occhi si chiudevano lentamente e poi si riaprirono, quando senti un rumore forte. Con la mano destra arricciavo le punte dei capelli.

-Ehi, Cait tutto a posto?- George si avvicinò a me e mi scosse. Subito mi scossi dai miei pensieri e guardai il bruno, la cui faccia non ostante il grande sorriso mostrava preoccupazione. Sicuramente si è preoccupato del mio stato -Assomigli alla morte.- disse guardandomi meglio.

-Em, non ho dormito stanotte, ho problemi col sonno.- dissi la prima cosa che mi passava per la mente e cacciando le sue mani dalle mie guance. Probabilmente voleva controllare la mia temperatura, ma questo non serviva, in fondo non ero malata. A dire la verità non l'ho mentito con la mia risposta. Forse per metà, ma non gli posso dire che uno psicopatico mi assila da qualche mese e ieri si è intrufolato nel mio appartamento.

Presi lo straccio e lo piegai in un quadrato. Girai un pezzo di stoffa nella mano e dopo di che iniziai a pulire il marmo. Per fortuna non c'erano tanti clienti e quindi avevo tempo di pulire il bar. George, notando la mia mancanza di voler parlare, si è occupato del pavimento.

Giusto! George! Questo ragazzo ficcanaso è un mio amico, amico di lavoro. È più grande di me, ha 24 anni, e non ostante sembra di circa 19, o anche di meno. I suoi capelli neri come il petrolio stanno in piedi come su obbligo (?). Si tengono grazie al gel, che usa George, dice che non ostante tutto il gel che usa, il suo taglio gli dona fascino ... le ragazze ne vanno pazze. Si, a volte è troppo sicuro di se, ma non ostante tutto questo è amichevole e protettivo, per queste caratteristiche mi piace.

George è incredibilmente bello. I suoi scuri, grandi occhi attirano l'attenzione di ogni donna che è venuta al bar. Le magliette che metteva per il lavoro gli entravano appena per colpa dei muscoli. Non ostante le magliette che metteva non c'era bisogno di portare gli occhiali per vedere i suoi addominali scolpiti, e in realtà metteva quelle magliette solo per trovare una buona candidata che diventi la sua ragazzo.

-Bevi un po di caffè, se ti vede tua zia pensa che la morte si sta avvicinando.- George rise tirandomi un altro straccio che arrivo dritto sulla mia faccia e dopo a terra. Sicuro che non l'ho presa, i miei riflessi hanno da un po problemi, e George adora ridere di me e non lascia perdere. Per fortuna mi avvicino a tutto con una certa distanza.

Sorrisi leggermente, quando senti una canzone che conoscevo molto bene. Subito andai a prendere il cellulare prima che qualcuno iniziasse a lasciare messaggi sulla mia segreteria.

-Si?- chiesi.

-Ciao dolcezza, come ti senti oggi? Forse poco sonno?- senti nel mio telefono la risata da cui sono condannata già da qualche mese.

-Pensi, che la passerai liscia?- dissi arrabbiata.

Per la centesima volta l'anonimo mi chiama quando sono al lavoro, odio quando mi interrompe, e lui ... apparentemente lo ama, perché è proprio in quei momenti che mi chiama.

-Perdona la mia indiscrezione, la prossima volta ingaggero un messaggero.- senti nella sua voce divertimento che mi irritava ancora di più. A lui lo diverte? Chissà cosa direbbe lui se qualcuno entrasse cosi a casa sua e al posto dei fiori gli lasciarebbe ad esempio una bomba. Si, questo sarebbe divertente.

-La prossima volta? La prossima volta la polizia si occuperà di te.- dissi con un tono sicuro. Sto tizio ha esagerato, ma veramente. Non gliela faro passare liscia! Il mio appartenento è una cosa sacra. Non voglio nemmeno sapere cosa ha potuto fare apparte aver lasciato il mazzo nella mia stanza. Al solo pensiero mi vengono i brividi, gli sento passare su tutto il mio corpo.

Ombra//a.irwin (Italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora