Capitolo 6

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Camminavo lentamente sulla strada sassosa mettendo delicatamente le mie scarpe da ginnastica sul pavimento. Un fresco vento arrufo i miei capelli sciolti. Ogni volta velocizzavo il passo, per non perderlo.

Ero così vicina al risolvere l'enigma, che mi tormentava da mesi. Finalmente lo conoscero, lo vedrò, mi mostrerà il suo volto. Scoprirò qualcosa in più su di lui.

Mi nascosi dietro il muro più vicino, restando nascosta fino a quando notai che si stava fermando. Si girò guardando se nessuno lo stava seguendo, e io nascosi velocemente la testa respirando velocemente. Non vedevo la sua faccia, ancora no. La lampada, davanti alla quale era fermo non lo illuminava, vedevo soltanto l'ombra.

Nonostante questo non sentivo una meravigliazione, perché sapevo, che lo vedrò comunque. Fece un errore, un piccolissimo errore grazie al quale finalmente sono io sopra, ho io il vantaggio. Non è riuscito a nascondersi da me.

Andò avanti.

Avevo abbastanza di intrattenermi in lui stesso. Seguirlo, nascondermi da lui. Non era nel mio stile. Decisi quindi di finire il gioco una volta per tutte.

Ero a qualche passo dal ragazzo. Il freddo passava per il mio corpo, e sulle mie mani comparve una pelle d'oca. Le mie gambe si spostavano sulla terra più veloce di quando corri per l'autobus, come se automaticamente.

Camminava per la strada con completa libertà, come se si sentisse sicuro nonostante la tarda ora. Le sue mani si riposavano nelle tasche dei suoi pantaloni. Sui piedi aveva delle semplici, vans nere, che strisciavano silenziosamente sull'asfalto, perché raramente alzava le gambe più del dovuto. I suoi muscoli erano sotto una nera semplice felpa. Ogni volta si aggiustava il suo cappuccio, che si toglieva dalla sua testa. Camminava per le peggiori strade di Sidney ogni tanto girando la testa, a destra e a sinistra.

Camminavo dietro di lui. Ancora circa dieci secondi e sarei vicino a lui. Il mio respiro cresceva insieme al battito del cuore. La mia eccitazione nello scoprire la verità cresceva. Gli occhi dai quali chiunque può vedere la lucentezza da lontano osservavano i contorni del ragazzo davanti.

-Hey!- gridai, e il ragazzo si fermò radrizzandosi.

La mia voce era roca, tremolante. I nervi crescevano nel mio corpo. La curiosità prese il sopravvento. Lo dovevo vedere. Per la prima volta. La paura viaggiava nelle mie vene, non sapevo cosa dovevo aspettarmi. Mi fermai, come se stessi perdendo il controllo su me stessa. Non mi potevo muovere, avevo paura, che se lo faccio posso distruggere tutto. Lo trattavo come un diamante, che avevo paura di toccare, perché si poteva rompere in piccoli pezzettini. Buttai dalla bocca l'aria, che trattenevo, quando vidi, che la figura scura lentamente con resistenza si stava girando verso di me.

Sentivo di essere pronta. Già, ora. Scoprirò la verità su chi è veramente. Alla fine, finalmente.

Il suono della mia sveglia si senti in tutta la stanza. Mi alzai fino ad una posizione seduta mettendo i capelli dietro e respirando velocemente. Mi svegliai da un forte, quasi reale sogno. Quando ripresi i sensi iniziai a cercare con la vista il cellulare sulle coperte. Quando lo trovai in un posto completamente diverso da dove pensavo, perché si trovava sul comodino vicino al letto, subito lo avvicinai all'orecchio. Il suono irritò le mie orecchie con la sua rumorosità e lo lanciai. Maledizione, avevo dimenticato di rispondere. Presi di nuovo l'iphone e schiacciai il tasto verde e impostai il viva voce buttandomi in dietro sul cuscino, e successivamente chiusi gli occhi.

-Mi hai svegliata- risposi -non mi puoi stancare solo ed esclusivamente nelle ore pomeridiane?- domandai supplicante il mio stalker.

-Sarebbe noioso Caitlin, non credi?- come sempre rispose con una domanda.

Ombra//a.irwin (Italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora