Capitolo 10

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Insieme ai due ragazzi andavo per la via del parco. I loro passi erano grandi e veloci perciò dovevo accellerare per ragiungerli. Ponevo molte domande alle quali non rispondevano. Semplicemente camminavano in silenzio scambiandosi solo degli sguardi il che iniziava ad irritarmi. Non ricevevo risposta a niente,anche quando ho chiesto l'ora. Mi disserò solo di andare con loro, dopo non senti la voce di nessuno dei miei due salvatori, perché forse era cosi che potevo chiamarli. Uno l'avevo incontrato al ristorante, l'altro invece mi aveva agredito qualche giorno fa. Entrambi mi avevano difeso e salvata,del che li ero grata, ma non avevano guadagnato la mia fiducia. Il bruno era chiaramente incazzato,camminava abbastanza agressivamente, guardandomi con disprezzo. Mi sembra che lo infastidiva la mia presenza. Il biondo invece si guardava in continuazione attorno per controllare che nessuno ci stesse seguendo. Camminava curvo, nascondendo la testa nella parte superiore del cappotto. Sembra che avesse freddo, ma oggi il tempo non era dei peggiori. Faceva abbastanza caldo, di tanto in tanto il vento spostava i miei capelli, ma non ci si poteva lamentare della temperatura.

Mi fermai, e quando entrambi non sentirono più il rumore dei miei tacchi si fermarono anche girandosi verso di me. Incrociai le mani sul petto e mi accigliai aspettando una loro qualche reazione.

-Da quello che so, non ho detto che facciamo una pausa- ringhiò il bruno mettendo le mani sui fianchi -Quindi che cazzo stai facendo?-

-O mi spiegate dove stiamo andando, o non mi muovo da nessuna parte- ordinai restando ancora immobile.

Loro si guardarono di nuovo capendosi. Entrambi alzarono le spalle, e si mosserò verso di me. Iniziai ad andare indietro sempre più velocemtente, ma loro non rallentavano il passo. Il biondo prese in mano il mio avambraccio e mi avvicino a se. Cercai di liberarmi. Il bruno però senza alcun problema mise le mani sui miei fianchi dopo di che mi alzò e gettò sulle spalle. In quel momento il suo amico lasciò le mie mani, che che cadderò sulla schiena del ragazzo che mi stava portando. Ricominciammo di nuovo il nostro viaggio. Subito rinunciai alle urla e strilli, quando vidi, che il biondo camminava dietro di noi ed era pronto a tapparmi la bocca.

Entrammo in un parcheggio. Mi portarono alla range rover nera che stava alla fine e solo li mi lasciarono sui miei stessi piedi a terra. Il bruno apri la porta per me, e mi ordinò di entrare nella macchina. Non mi opponevo, perché sapevo, che dopo aver bevuto, con i tacchi e davanti a due più alti e più muscolosi di me ragazzi non ho alcuna chance. Presi posto sul sedile posteriore,e il ragazzo chiuse la porta. Insieme all'amico si sedetterò davanti, il bruno dietro il volante e il biondo affianco. Accesse il motore, dopo di che senza perdere tempo usci sulla strada con un fischio delle ruota.

Il nostro viaggio continuava in silenzio. Ero davvero irritata da questa situazione, e il loro tacere non aiutava per niente. Cercavo di contare i segnali, edifici, alberi, ma sentivo ancora il disconforto. Guardavo la macchina, che era anche pulita, come se fosse nuova, senza alcun segno. Questo era strano.

-Potete almeno accendere quella cazzo di radio?- chiesi a denti stretti guardando in basso. I miei pugni erano stretti, e sui polsi vedevo le mie vene pulsare.

Il mio telefono era acceso, nonostante ciò non ricevetti alcuna notizia da Dan o Cassie o non mi accorsi di nessuna. La mia vista non apparteneva in questo momento alle migliori, e in più sentivo un ronzolio nella mia testa. La cosa più stupefacente in questo momento era che la persona, che mi osserva ventiquattro ore su ventiquattro, non aveva dato nessun segno. Per caso Ashton si era dimenticato di me? O forse si era staccato da me una volta per tutte?

Il bruno accese la radio mettendo la prima, migliore stazione. Dalle casse della macchina riecchegiò la nuova canzone di Eminem e Rihanna-The Monster. Nella mia testa inzio a scorrere il testo della canzone. Il biondo che era seduto avanti, che i miei assalitori avevano chiamato 'Hemmings', era seduto annoiato guardando fuori dalla finestra. Per un po lo fissai. I suoi capelli erano nascosti sotto il cappuccio, che poco prima aveva indossato. Qualche ciocca spuntava da sotto il leggero materiale cadendoli sulla fronte. Gli occhi le ragazzo lentamente si stavano chiudendo, e subito si aprivano guardando fuori dal vetro. Questo viaggio lo stava decisamente stancando.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 29, 2019 ⏰

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