Capitolo 8

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  Hiroki era arrivato di corsa. Davanti casa di Akihiko c'erano un paio di furgoncini sospetti, alcuni uomini erano fermi davanti all'entrata e cercavano di fermare tutti quelli che si avvicinavano.
- Che scocciatori!- La corsa non lo aveva calmato neanche un po', sperò che nessuno di quei ficcanaso gli si avvicinasse o se li sarebbe mangiati vivi. Passò in mezzo ad un gruppo di persone, tutte parlottavano tra loro e scribacchiavano qualcosa sui taccuini e alcuni che sistemavano grosse telecamere ingombranti. Uno di loro lo notò avvicinarsi e lo fermò. La furia di Hiroki crebbe.
- Mi scusi signore, lei abita in questo palazzo per caso?- Hiroki gli rivolse un'occhiata di fuoco, strinse i pugni pronto a spedirlo in orbita se solo avesse detto altro. Lo ignorò e avanzo di nuovo. - Mi scusi, vorremmo solo sapere se è vero che qui abita un certo Takahashi Misaki.- Ecco ora era tardi, tanto con qualcuno avrebbe dovuto comunque prendersela.
- Levatevi dai piedi... SIETE UNA SCOCCIATURA! Vi divertite tanto ad irrompere nelle vite delle persone e distruggerle come se niente fosse?- Lo vide indietreggiare, Hiroki stava gridando e si agitava come un pazzo, ma infondo non gliene importava proprio nulla. Che lo riprendessero pure, avrebbe mandato al diavolo tutti quanti senza farsi nessun problema. Suonò al campanello di Akihiko, e gli gridò contro di aprirgli.


- Se lei lo conosce, perché semplicemente non smentisce la notizia?- Aveva incalzato uno di loro, ordinando al suo cameraman di riprendere ogni istante. Gli si era avvicinato pericolosamente, mettendogli contro un microfono che probabilmente avrebbe fatto una brutta fine.
- Smentire cosa?- stranamente era tornato calmo, aveva incrociato le braccia al petto e li guardava con aria di sfida. – Io non c'entro con questa storia quindi cosa dovrei smentire, se è una bugia verrà fuori la verità senza che io debba dire proprio nulla...-
- Ma, a quanto pare, è vera. Ci sono prove e foto che lo dimostrano.-
- Ah si? Io ho visto solo due ragazzi insieme, è questo il vostro decantato scandalo? Di certo sapete fare il vostro lavoro, ricamare su semplici fatti di vita quotidiana. Sinceramente mi fate tutti pena. Quello che non capite è che a soffrire per le vostre bugie non sono solo i diretti interessati.-
- Abbiamo sentito che il ragazzo vive a casa del famoso scrittore Usami Akihiko, c'entra anche lui in questa storia? Lei che legami ha con queste persone?-
- Io? Vi piacerebbe ricamare anche su qualcun altro vero?- In quel momento spuntò Akihiko, era sceso a controllare non vedendo arrivare Hiroki, nonostante gli avesse subito aperto il portone.
- Hiroki, mi spieghi che combini?- Aveva gli occhi rossi e cerchiati, un viso pallido e smunto. Hiroki sentì la rabbia salirgli nuovamente la cervello, le tempie gli pulsavano incessantemente.
- Nulla, stavo solo appurando quante zanzare ronzassero qui intorno...- Gli furono subito addosso con un mare di domande su Misaki, domande che ad Akihiko fecero male. Hiroki lo prese per il braccio, prima che venisse inghiottito da quella marea viscida ed entrò, chiudendo la porta dietro di se. Non era riuscito a controllarsi e ora si dava dell'idiota per quella scenata, ma la cosa che gli premeva era aiutare Akihiko. Si chiusero in casa e Hiroki lo tempestò di domande su cosa fosse successo al telefono con Takahiro.
- Te l'ho detto, verrà a prendersi Misaki, è già in viaggio...-
- E a te sta bene così? Non farai nulla per fermare questa cosa?-
- Ho parlato con Yuki, stanno già lavorando per smentire questa notizia. Tra qualche giorno forse non se ne parlerà più e anche mio fratello ha detto di aver fatto qualcosa in merito.-
- Non sto parlando della notizia... - Akihiko volse lo sguardo da un'altra parte, nascondendo gli occhi dallo sguardo di Hiroki. Aveva il cuore a pezzi, si stupì di come fosse ancora in funzione. Hiroki non lo aveva mai visto tanto fragile, come se la persona che conosceva da anni fosse scomparsa. Aveva gli abiti in disordine e un'aria terribile.
- Non posso fare nulla contro Takahiro, è suo fratello e non posso oppormi ad una sua decisione.-
- Ragioni come se il ragazzo non contasse nulla... -
- Misaki non si opporrebbe mai a suo fratello... ormai è tutto finito.-
- Sinceramente Akihiko, mi hai deluso.- Rimasero in silenzio, era corso da lui per sostenerlo, per farlo reagire ad un momento di sconforto, ma si rese conto che non era stato un momento. Non si spiegava il perché quel Takahiro avesse un tale ascendente su Akihiko, ma lui si era comunque arreso. Se per Akihiko non valeva la pena di lottare, allora lui che non c'entrava nulla, non poteva dire neanche nulla. Rimasero in silenzio fino a che non si accorsero di una gran trambusto. I giornalisti stavano infastidendo tutti i passanti e Hiroki non riusciva a sopportalo. Più di una volta gli era passato per la mente di tirare addosso a quei parassiti un bel secchio d'acqua bollente... l'olio Akihiko glielo aveva proibito. Intravide dalla finestra la figura inconfondibile di Nowaki con accanto il ragazzo. Teneva a bada i giornalisti senza scomporsi, al contrario suo che aveva dato i numeri quasi subito. Nessuno fece caso al ragazzo, questo dimostrò che erano solo notizie che stavano cercando e non fatti reali. Suonarono e Hiroki corse ad aprire. Appena in casa Nowaki si avvicinò subito a lui, sussurrandogli qualcosa all'orecchio.
- Ti hanno visto tutti alla tv Hiro-san, comunque Takahashi-kun sa che sta per arrivare suo fratello.- Hiroki fece finta di non aver recepito la prima parte del messaggio, osservò il ragazzo togliersi il travestimento e cercare Akihiko.
- E' chiuso nello studio da un po'... - lo avvertì Kamijo, provando a capire se Misaki si fosse ripreso o meno, lo vedeva abbastanza determinato, ma se Akihiko gli avesse ripetuto le stesse parole che aveva detto a lui come avrebbe reagito?
- E' arrabbiato con me?-
- No, credo che ce l'abbia solo con se stesso in questo momento per non averti protetto come avrebbe dovuto.-
- Sono io che ho sbagliato, avrei dovuto fare tante cose che non ho fatto e ora devo rimediare senza appoggiarmi sempre a lui.- Era serio e sicuro delle sue parole, Hiroki vide una piccola luce di speranza accendersi nell'oscurità in cui erano caduti. – Nii-chan sarà qui tra poco, devo parlare prima con lui.-
- Vuoi che ce ne andiamo?-
- Credo che chiedervi di restare sarebbe troppo ipocrita da parte mia, infondo avete già fatto troppo per me...-
- Bhè magari... potrei mettere su un po' di te e calmarci tutti...- rise, Hiroki voleva restare. Si era detto più volte che non si sarebbe più intromesso, non si trattava più dello scandalo, ma della loro vita. Però Misaki era deciso e magari solo la presenza di qualcuno che lo supportava, gli avrebbe dato la forza di fare ciò che credeva giusto.

Rimasero in attesa. Misaki non aveva provato ad avvicinare Usagi-san, era rimasto seduto sul divano osservando l'orologio e cercando di non far cadere la tazza di tè che reggeva in mano, a causa del tremore delle mani che non accennava a smettere. Era agitato, ma convinto di ciò che avrebbe dovuto dire. Poi suonò. Il trillo del campanello fece sobbalzare tutti. Hiroki scattò in piedi di colpo e guardò gli altri, decise di andare ad aprire, voleva proprio vedere il viso dell'uomo che lo aveva tanto deluso in quel momento. Lo vide alla porta, deciso e arrabbiato, aveva gli occhi sottili e infuriati, il viso tirato, ma molto stanco. Hiroki lo fece entrare, ma Takahiro non gli rivolse neanche la parola, andò defilato in salotto cercando Misaki e chiamando anche Akihiko, che però non riuscì ad uscire dallo studio. Misaki lo salutò alzandosi dal divano e poggiano la tazza di tè sul tavolo, non si mosse oltre, ma Takahiro corse ad abbracciarlo sussurrandogli qualcosa alle orecchie, per tranquillizzarlo.
- Nii-chan io sto bene.-
- Dov'è Akihiko? ...- lo strinse più forte a se, come se dovesse proteggerlo da qualcosa. – Non preoccuparti adesso ti porto ad Osaka e vedrai che non dovrai più sopportare tutto questo.-
- Io non sto sopportando nulla.- Takahiro non aveva dato neanche peso al tono di voce di Misaki, era come se quasi non gli interessasse altro che scappare da Tokyo. – Cosa hai detto ad Usagi-san?- Takahiro si spostò leggermente osservando il fratello, aveva un'espressione fredda e decisa in viso che quasi non riuscì a riconoscerlo. Lasciò la presa stupito e cercò di capirci qualcosa.
- La verità Misaki... è colpa di Akihiko quello che è successo, doveva stare più attento, ma ti rendi conto che questa cosa ti segnerà a vita. Una relazione con un ragazzo, ma andiamo non è normale!- Lo disse con talmente tanta tranquillità che per la seconda volta in vita sua Misaki sentì forte il desiderio di picchiarlo. Perché suo fratello, nonostante fosse una persona tanto buona, era così sciocca da non capire la realtà. Nel frattempo Nowaki dovette tener fermo Hiroki ed impedirgli di saltare al collo di Takahiro e mangiarselo vivo per le cattiverie che sputava senza neanche accorgersene.
- Spiegami qual è la colpa di Usagi-san nii-chan, perché io non lo capisco.-
- Io ti ho affidato a lui Misaki, doveva occuparsi di te e stare attento alle persone con cui hai a che fare, quel tipo te lo ha presentato lui sicuramente, non difenderlo non ha scusanti.-
- Credi che sia ancora un bambino? Credi che non sia in grado di decidere da solo chi frequentare nii-chan? Mi credi una persona così stupida e inaffidabile?-
- Certo che no, infatti tu non hai nessuna colpa.- Non capiva, Misaki questo già lo sapeva. Non avrebbe ceduto. Nonostante il suo cuore battesse all'impazzata, nonostante la testa gli stesse per scoppiare. Avrebbe ferito suo fratello, ma quella era la sua vita e lui ora sapeva cosa voleva.
- Se ti dicessi che è tutto vero, se ti dicessi che ho baciato Shuichi perché era quello che volevo, cosa faresti?-
- Andiamo Misaki non dire sciocchezze, so benissimo che non lo hai fatto. Stai solo cercando di difendere Akihiko.-
- No!- Misaki aveva gli occhi bassi, si era spostato da Takahiro per non permettergli di farlo vacillare oltre. Chiuse il suo cuore, ora doveva comportarsi solo ed esclusivamente come il compagno di Usami Akihiko e non come fratello di Takahiro. – Io non sto difendendo nessuno, quello che è successo è stato un errore non lo nego. Io e Shuichi avremmo dovuto stare attenti a non farci vedere, ma quella foto è un falso. Non l'ho mai baciato, non lo farei mai...-
- Visto Misaki, lo ammetti anche tu che non potrebbe mai succedere...- Takahiro sembrò risollevarsi, era riuscito a far ragionare suo fratello, forse troppo scosso da tutto quel casino senza senso. Gli sorrise e allungò la mano verso di lui per abbracciarlo, ma Misaki si sottrasse nuovamente a quella gentilezza, fermo nella sua posizione. - ... non lo farei mai, perché non potrei mai tradire Usagi-san con un'altra persona nii-chan.-
- Ma di che parli?- quella frase fece vacillare Takahiro, che stava succedendo al suo amato fratellino? Era come se non riuscisse più a riconoscerlo. Misaki si voltò verso la porta dello studio, la fissò deciso e chiamò a gran voce Akihiko, lo pregò di uscire da li, di ascoltarlo e di credere a quelle parole che gli uscivano dall'anima.
- Ti prego Usagi-san voglio vederti e voglio che ascolti le mie parole, so che ho sbagliato, so che sei arrabbiato con me e non ti do torto... anche Yuki-san era arrabbiato con Shuichi, siamo stati degli stupidi a prendere le cose così alla leggera, ma io ti giuro. Ti giuro con tutto me stesso che non l'ho mai baciato, abbiamo parlato e ci siamo divertiti... tutto qui! Ti prego esci!-
- Misaki mi spieghi che stai dicendo?- Takahiro rimase senza parole, quasi il respiro gli mancò ai polmoni, ma quando vide spuntare il viso di Akihiko da quella porta, tutta la rabbia che aveva represso vedendo il fratello, tornò fuori di colpo. – Akihiko si può sapere che hai messo in testa a mio fratello!? Cosa gli hai fatto?- A quelle parole Akihiko indietreggiò di nuovo, Misaki non riuscì neanche a vedergli gli occhi, ma riusciva a capire che stava male e soffriva tanto quanto lui. Fu allora che decise di dimostrarglielo. Non gli importava se suo fratello non capiva, non gli importava se lo avrebbero visto, non gli importava se avrebbe capito. Tutto ciò che voleva era non vedere più quel viso affranto e non sentir provenire da lui tutto quel dolore che gli spezzava l'anima. Gli corse incontro, incurante di tutto, come se il mondo fosse scomparso. Questa forse era la più grande dimostrazione di un amore puro e sincero, lui sentiva la tristezza del suo compagno scorrergli nelle vene e doveva alleviarla a tutti i costi. Gli passò le braccia intorno al collo, alzandosi sulle punte dei piedi, avvicinò il viso a quello di Akihiko e lo baciò. Premette le labbra contro quelle dello scrittore, sperando che rispondesse, il suo cuore voleva che reagisse. Perché se neanche un suo bacio poteva aiutarlo allora era davvero finita. Ma la risposta ci fu, Akihiko schiuse le labbra e ricambiò, sciolse le catene della tristezza che gli attanagliavano il cuore, tornò se stesso e abbracciò il ragazzo tirandolo ancora di più verso di se. Quando riuscì a prendere fiato, si voltò verso suo fratello che a bocca aperta lo guardava allibito, scorse velocemente gli sguardi accorati di Nowaki e Hiroki che si erano spostati in un angolo della stanza, gli stavano dando supporto e per questo Misaki li ringraziò di cuore.
- Io so che non capisci nii-chan, so che per te magari questo può sembrarti innaturale. Mi dispiace che tu sia venuto a saperlo in questo modo, se fossi stato sincero non ci sarebbero stati tanti problemi. Mi dispiace davvero averti tenuto nascosto tutto questo, ma io sono innamorato di Usagi-san e non posso far finta che non sia così solo perché me lo chiedi tu. Potresti dimenticare tua moglie se te lo ordinassero?-
- Certo che no Misaki, ma questo è diverso... Akihiko è...-
- Donna che sia, uomo che sia... l'amore è amore. Una volta che lo provi non puoi semplicemente dire basta. Mi dispiace nii-chan, ma che tu lo accetti o meno, io voglio stare con Usagi-san...- Nonostante il suo cuore stesse per scoppiare, Misaki non pianse neanche una volta, era sicuro di ciò che stava dicendo e non voleva mostrare segni di cedimento, se Usagi-san era così triste era solo colpa sua. – Prometto che non darò più fastidio, prometto che mi impegnerò sempre di più negli studi, prometto che sarò sempre discreto e mi occuperò di tutto. Usagi-san...- si voltò verso Akihiko, quella di Misaki era una dichiarazione in piena regola, il cuore di Akihiko iniziò a palpitare. – Chiederò scusa a tutti per questo casino, non si ripeterà mai più. Voglio solo tornare alla vita di tutti i giorni con te, voglio tornare a come stavamo prima, voglio stare con te, sempre che tu lo voglia ancora Usagi-san. Dimmi che mi vuoi ancora con te... ti prego?- Akihiko spalancò gli occhi, Misaki lo stava pregando di tenerlo con se, voleva amarlo ancora di più, voleva continuare quella vita che lui credeva di avergli imposto a forza. – Se non vuoi me ne farò una ragione, ma devi essere tu a dirmi di andarmene, se mi dirai che non vuoi più vedermi farò come dici, ma dimmi qualcosa ti prego, ti prego dimmi che mi ami ancora!- Lo abbracciò di colpo, Misaki si chiuse in quel gesto assaporandone tutta la bellezza.
- Certo che ti voglio con me... certo che ti amo...- Aveva avuto il terrore di perderlo, la disperazione che aveva avvertito infondo all'anima si era dissipata con due semplici parole. Adorava quel ragazzo dal profondo del suo cuore, gli aveva dato la più grande dimostrazione d'amore che potesse esistere. Misaki si staccò leggermente, continuando a reggersi alla camicia di Akihiko e guardando nuovamente verso suo fratello.
- Mi dispiace nii-chan questo è quello che provo e non posso più far finta di niente, so che è egoista da parte mia chiedertelo, ma mi piacerebbe che tu lo accettassi.-
- Cosa può darti una relazione simile Misaki?- Lo colpì al cuore, ma resistette, doveva dimostrare fino alla fine che era deciso, anche se questo avrebbe segnato la fine del suo rapporto con il fratello.
- Quello che mi da sono le sensazioni meravigliose che provo quando sono con Usagi-san, sono felice e sono me stesso. Se durerà per sempre o meno questo nessuno può saperlo, ma ora è tutto ciò che voglio e non lo farò scappare, lavorerò sodo affinché non finisca.-
- Misaki sono tuo fratello e io voglio solo quello che è meglio per te.-
- Nii-chan... Usagi-san è quello che è meglio per me.- Scese un silenzio orribile, Misaki trattenne il respiro, fino a quando non sentì suo fratello cedere.
- Se è quello che vuoi non posso fare nulla, sono corso da te per proteggerti, ti vedo ancora come un bambino e questo non cambierà mai, ma credo si essermi comportato male e chiedo scusa a tutti... Misaki...- sorrise, dopo minuti interminabili in cui Misaki aveva visto soltanto il suo sguardo funesto, riuscì a ritrovare il vero viso di suo fratello. – prenditi cura di Akihiko.-  

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