Capitolo 2

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POV SIMONE

Esco dallo studio di Gregorio e mi dirigo verso la caffetteria dell'ospedale, ordino un caffè e aspetto guardando il telefono.

"Simone."

Mi giro e noto Martina, è una bellissima ragazza.

"Martina vieni, ti offro un caffè."

Annuisce e ci accomodiamo ad un tavolo.
Mi racconta dell'amicizia con Alessandra, e come hanno deciso di trasferirsi qui insieme. Sorrido ad ogni aneddoto che mi racconta, non fa altro che parlare.

"Ma tu parli sempre così tanto?"

Arrossisce e si ammutolisce "Oh scusami, ti ho infastidito?"

Le stringo una mano "Ma no, figurati, è solo che non sono più abituato."

"Simone, finisco il mio turno fra mezz'ora, ti va di aspettarmi e andiamo al parco?"

Scoppio a ridere "È un appuntamento?"

Arrossisce nuovamente "No, e che non conosco nessuno."

"Sto scherzando Martina, certo che ti aspetto. Fuori mi aspetta il mio autista, come finisci ti aspetto nel parcheggio."

Si avvicina al mio viso e mi bacia una guancia "Ciao, a dopo allora."

Annuisco e mi dirigo verso il reparto di mia nipote.
Arrivo nella sua stanza e mi abbraccia saltandomi addosso.

"Zio."

"Miriam fa attenzione." Le dice Luca

"Ciao principessa." Dico alla piccola abbracciandola.

"Allora sei andato da Gregorio?" Mi chiede Luca.

"Gli hai chiesto tu di convincermi a tornare?"

"Dai,Simone, almeno ci ho provato."

"Mi dispiace non ci sei riuscito. Però  ho conosciuto una ragazza."

Mio fratello mi guarda scioccato "Cosa hai detto?"

"Ho conosciuto Martina, è amica di una tua nuova specializzanda."

"Alessandra." Ringhia.

Scoppio a ridere e annuisco.

"Papà, è brava Alessandra." Dice Miriam sorridendo.

Alterno lo sguardo tra mia nipote e Luca. Quindi ha fatto avvicinare una specializzanda a sua figlia. E a Miriam piace. Interessante.

"Miriam, ora devo andare, ritorno domani."

La piccola mi saluta, e si rimette a giocare.

"Dove vai?" Mi chiede Luca

"Al parco, con Martina."

Mi sorride "Wow, sono felice per te, non esci con una ragazza dall'incidente."

"Luca, frena l'entusiasmo. È solo una passeggiata, non è nessun appuntamento. E poi lo sai..."

"Sei ancora innamorato Giada."

Annuisco, senza dire più nulla.

"Ti ricordo che quella stronza da un giorno all'altro ha fatto le valigie ed è sparita dalla tua vita."

"Sono stato io a cacciarla Luca, lei ancora mi cerca. Comunque ora vado, ciao"

Esco dall'ospedale e trovo fuori Martina ad aspettarmi. Faccio un cenno al mio autista, e si avvicina a noi aiutandomi a sistemarmi in auto.
Odio questa situazione, odio la mia vita.
Martina si accomoda accanto a me e l'autista parte.

"Posso farti una domanda?" Mi chiede pensierosa Martina

"Certo."

"Hai mai pensato di operarti?"

"Sì certo, ma ci sono tante di quelle complicazioni. È complicato Martina."

"Paura di morire?"

"No, quella no."

Si ammutolisce e per tutto il tragitto non proferisce parola.
Quando arriviamo al parco, scendiamo e ci incamminiamo.

"Sai cosa mi manca di più nella mia vita?" Dico guardando i bambini correre nel parco e giocare.

"Cosa?"

"Non poter fare più il mio lavoro. La cosa che mi manca di più, è questa. Adoravo vedere il sorriso dei bambini, passare del tempo con loro e vedere come nonostante tutto quei piccoli angioletti sorridevano alla vita. Per me un loro sorriso valeva più di mille grazie.
Più volte dopo l'incidente mi sono detto di non piangermi addosso, di reagire. Di provare ad essere forte come i piccolini che curavo in ospedale, loro a volte erano tra la vita la morte ma non si arrendevano mai. All'inizio dopo l'incidente ho reagito, ma poi la mia voglia di vivere è sparita. All'inizio mi sono detto: "Simone sarà solo un periodo".
Ma poi, giorno per giorno, le cose sono peggiorate, e ho preso coscienza che la mia vita ormai è finita.
Sono bloccato su una sedia a rotelle, dove posso muovere solo la testa, e le braccia. Non sento il mio corpo dal busto in giù. Per me questa non è vita."

Vedo Martina piangere, e con i polpastrelli delle dita accarezzo le sue guance umide.

"Non piangere Marti. Sei la prima ragazza con cui esco da anni e ti faccio pure piangere. Sono un imbranato."

Un sorriso si affaccia sul suo viso e mi abbraccia di slancio.

"Da oggi sarò tua amica."

"È una minaccia?"

"Si" e scoppia a ridere.

Non lasciarmi andare via (De Martino family #3)  Where stories live. Discover now