22.

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"Ma Alec, siamo fidanzati: è normale doversi dimostrare un po' d'amore ogni tanto". Magnus provò a rassicurarlo parlando con dolcezza, ma non funzionò, anzi, fece solo peggiorare la rabbia di Alec.

"Lo sapevo! Sei come tutti dicono: un approfittatore di persone". Alec non sapeva cosa stesse dicendo, perché le parole uscirono dalla sua bocca come se fossero controllate da qualcun'altro. Il ragazzo continuò a muoversi involontariamente, andando verso la porta.

"Ma che dici?", disse Magnus, un po' alterato, toccandogli la spalla una volta avvicinatosi a lui.

"Non toccarmi!", disse Alec, levando di scatto la mano di quel che doveva essere il suo ragazzo. Nonostante la rabbia, Alec sentì il brivido provocato dal solito tocco dello stregone, ma questa volta decise di non farci caso.

"Alexander...". Magnus sussurrò il suo nome, ma il ragazzo dai capelli neri era già uscito dalla porta di casa. Lo stregone avrebbe voluto seguirlo, ma forse era meglio per lui se si fosse schiarito le idee.

Alec iniziò a correre, scappò con le gambe doloranti e qualche lacrima agli occhi. Era così confuso, e per un momento si sentì uno sciocco. Anzi, non solo per un momento. Continuò a correre velocemente, le lacrime che gli rigavano ancor di più il viso.
Cos'ho fatto?, continuava a ripetersi a mente o tramite piccoli sussurri. Sono un coglione.

Arrivò finalmente all'Istituto, dove la prima cosa che fece fu togliersi immediatamente la giacca e quella camicia che gli stava letteralmente dando fastidio. Una volta rimasto a petto nudo, a tentoni si avvicinò al grosso specchio che aveva nella sua stanza, guardando quasi con paura la sua immagine riflessa.

Intanto Magnus, passato un po' di tempo, prese il telefono e digitò il numero di Isabelle: poteva teletrasportarsi tranquillamente all'Istituto, ma non voleva far spaventare nessuno.

"Magnus, sono le 3 della notte! Cosa ti turba a quest ora?", rispose la ragazza, totalmente assopita.

"Alec è lì?", le chiese immediatamente lo stregone. Voleva assicurarsi che fosse tutto apposto.

"Mio fratello? Mh, beh, sicuramente starà dormendo come un ghiro in camera sua. Perché non dovrebbe essere nella sua camera nel cuore della notte?". Isabelle parlava con talmente tanta confusione e tanta stizza che lo stregone pensò che prima o poi lo avrebbe fatto nero, per modo di dire.

"Perché ieri sera è venuto con me in un locale, poi l'ho portato a casa mia e quando ho iniziato a sbottonargli la camicia..." La voce calda ma preoccupata di Magnus venne superata da quella stizzata di Isabelle.

"Dovevate fare sesso?", urlò la ragazza, tant'è che lo stregone dovette allontanare lo smartphone dalle orecchie. Attraverso l'altro capo si sentì che Isabelle stesse maneggiando qualcosa.

"Beh, in teoria dovevamo, poi lui si è arrabbiato ed è scappato, senza dirmi la destinazione. Volevo assicurarmi che stesse bene".

"Io ora vado a vedere, mannaggia a te che m'hai fatto alzare dal letto", si lamentò Izzy, lasciando divertito lo stregone dall'altra parte della linea, "Ad ogni modo, devi sapere che Alec non è un tipo che ama farsi, emh, toccare. Neanche da me che sono sua sorella si fa accarezzare". Izzy abbassò ancor di più il tono della voce dato che era appena uscita dalla sua camera, "Ma ama particolarmente gli abbracci: è timido, e certe volte sembra freddo, ma se lo stringi forte diventa un tenerone, e per...". Isabelle smise di parlare al telefono quando aprì la porta della camera del fratello: era a petto nudo, con addosso solo le mutande, davanti allo specchio.

"Magnus, è qui, ma non so cosa stia facendo. Ora gli parlo", tagliò corto la ragazza, attaccando la chiamata, senza ricevere una risposta da Magnus.
Intanto si avvicinò al fratello, per capire meglio quali fossero le sue intenzioni.

BAD REPUTATION [Malec]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora