Ora

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Come sono finita qui?

 Non saprei, so solo che non riesco a togliermi dalla testa la voce di mia madre, la tenera consistenza della neve, il freddo che mi entra nelle ossa, proprio perché sono fuori dalla Casa dello studente e mi ritrovo sola.

Oppure sono io che esco sempre da me stessa, esco sempre da quella parte di me "felice": quella parte che resta ancora di me dei periodi felici e che mi stanno a cuore.

"Tu sei pazza"

Scuoto la testa.  Mi hanno detto e ridetto che non è vero, non sono pazza, sono una ragazza come tutte le altre che vuole distinguersi dal gruppo, che molte volte vorrebbe essere notata non per i talenti ma per l'essenza di essere -me-

A volte mi sento così sola che non riesco a credere di essere finita in questo manicomio.

Esattamente in un'università la quale mi dovrebbe garantire un lavoro e perciò soldi, di costruirmi una famiglia...

Famiglia: persone, sorrisi e risate, facce buffe, bambini, calici che schioccano, urla di gioia, niente di questo me lo potrà garantire l'università.

Tutti vogliono questo, tutti cercano di superarsi per avere il 30 e lode, tutti vogliono arrivare in università ed essere notati, mettere foto sui social networks meglio dire Instagram e Facebook ,trovarsi la ragazza, fare baldoria, morire due giorni prima dell'esame e programmare la tua disputa con il prossimo esame la prossima settimana. Il senso? Non ne ha, nessuno qui valuta le qualità di una persona, valutano solo chi possa riuscire ad entrare nel club del circo della società. Modestamente preferirei avere un lavoro per godermi le ultime gocce che restano nel vaso di questa inutile vita.

Nasce un bambino, cresce e corre diceva uno spot pubblicitario dei Pampers e poi sono arrivati i Panpers, non ho nulla contro di loro, ma mi fa dannatamente ridere.

 I bambini crescono e li mandiamo a scuola, speriamo che imparino dai nostri errori, che diventino intelligenti, sociali e vispi, invece troviamo i figli vittime di bullismo solo per faccende come la pelle, giudizi, un naso troppo corto, troppo lungo, le lentiggini, il regalo di Natale di quest'anno che arriverà e ci dimentichiamo di essere umani, di avere difetti ma che tutti siamo e dobbiamo essere diversi.  

Arriva la prima cotta, scoprono l'amore per un altro umano/a, impariamo cosa sia il sesso.            E diciamolo, la maggior parte di noi l'avrà imparato a scuola dalle nostre compagne di classe, quelle che "per essere glamour bisognava perdere la verginità", quelle che, se non ti truccavi a tredici anni per loro eri solo una racchia, sfigata, priva di dignità. Arrivavi a casa e certe cose le sapevi mentre guardavi un film, e tua madre ti chiedeva come le sapessi, ovviamente lo stupore restava. 

La scuola per molti anni è stata una sofferenza.

Mio padre credeva e crede ancora che il mio parlare in "italiano"  sia così scarso proprio a causa di mia madre. Ho cambiato quasi ogni anno una scuola e lo faceva per il mio bene: il bullismo.

Ovviamente il mio cambiare e ancora cambiare confluiva ad essere sempre quella nuova, quella diversa, quella che non aveva voglia di parlare di ragazzi ma di pensare all'uovo di Pasqua, alle bambole fino ai sedici anni (anche se mi piacciono ancora, non come allora).

La MATURITA' , una di quelle esperienze che capitano una volta sola nella vita ed io sono stata quella che non c'era, non ero stata ammessa agli esami. 

Mi bruciava nell'anima, dalla seconda liceo tutto per me è stato un vero inferno, peggio dell'inferno di Dante e questa la racconterò un'altra volta.

La gioia mi pervase in un solo millisecondo e mi alzai. Alzai lo sguardo verso la porta e guardai come alcuni dei miei colleghi del mio corso mi stavano facendo delle foto. Cosa c'è di tanto scandaloso di fare palle di neve? Eppure loro hanno fatto un pupazzo di neve ! 

E tutti quei bambini arrivano qui: in questa valle di lacrime, di pasta al tonno, di pranzo alle sei di pomeriggio, di insonnia, di sorrisi falsi, di persone adulte che si lamentavano, come me d'altronde, di come si fossero cacciati in questa Odissea. 

Poi arriverà il lavoro, forse per alcuni, forse per altri resteranno ancora dieci anni sotto la "protezione" dei genitori, altri che faranno di tutto e non troveranno nulla. 

Entro nella Casa dello Studente e mi tolgo la neve di dosso, è possibile che siamo così regrediti in tutti questi millenni? Siamo così tanto liberi rispetto ad una volta.

Le donne possono avere delle lauree, i costumi da bagno non hanno delle limitazioni, ignoriamo il rispetto verso certe culture e abbiamo paura.

Magari troppa paura di questa libertà.

amen

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Nei commenti chiedetemi qualcosa, vi riferirò tutto nel prossimo capitolino.



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