Capitolo 39

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"Bem-vindo" leggiamo su uno striscione verde e giallo. Sotto, nell'angolo, un altro striscione più piccolo riporta il Paese sede di questi mondiali: Brasile.
Entriamo in aeroporto a prendere le valigie e veniamo travolti dai giornalisti.
<<Tranquilla, ti ci abituerai>> cerca di rassicurarmi Jessica, la moglie di Immobile. Vedo le telecamere delle più grandi stampe giornalistiche e televisive. In primo piano la Gazzetta dello sport.
Dopo varie interviste alla squadra finalmente riusciamo a recuperare le nostre valigie. Usciamo dall'aeroporto. C'è già il nostro pullman ad aspettarci per portarci in hotel. Saliamo. Prendo posto vicino al finestrino per guardare la città. Brasilia è davvero stupenda, colma di alberi e di spazi verdi. È molto trafficata, è vero, ma è normale essendo la capitale del Brasile.
Il pullman si ferma davanti ad un alto edificio moderno, bianco e con enormi finestre. Dai piani più alti, quelli che superano le altre case ed edifici circostanti, si possono vedere la spiaggia ed il mare. È stupendo!
Scendiamo dal veicolo e, dopo aver preso le nostre valigie, entriamo. Il personale ci mostra subito le nostre camere e ci lascia le chiavi.
<<Mi raccomando ragazzi, vi voglio pronti per l'apertura di questi mondiali. Ora riposatevi, che oggi pomeriggio si gioca>> raccomanda Mancini, l'allenatore. Poi ognuno entra nella propria stanza. La nostra è bianca e spaziosa, con il pavimento in parquet chiaro. Al centro della parete a destra della porta c'è un letto matrimoniale, mentre sulla parete sinistra c'è un armadio ed al suo fianco il bagno. Di fronte alla porta due grandi vetrate con delle candide e leggere tende bianche che le coprono. Mi avvicino a queste.
<<Guarda che vista>> dico affascinata. Mirko si avvicina e guarda anche lui. Dalla nostra camera si vede il mare e la spiaggia. Vedo il mio ragazzo sorridere. Poi mi cinge un braccio intorno alla vita e mi attira a se. Sorrido anch'io. Appoggio la testa alla sua spalla.
<<Sono così felice che tu sia qui con me>> ammette, distogliendo lo sguardo dal panorama per guardare me.
<<Anch'io amore mio>> e lo bacio. Mi prende in braccio. La mia fronte contro la sua. Ci guardiamo negli occhi. Quegli occhi che mi hanno sempre colpita, come ipnotizzata. Sorridiamo entrambi e ci baciamo ancora.
<<Però ora dobbiamo prepararci>> dice Mirko quando ci stacchiamo. Mi fa scendere e mi da un bacio sulla fronte. Poi mi prende per mano, mi porta al centro della stanza e, dopo avermi fatto fare una piroetta, mi fa sedere e prende dalle valigie le nostre magliette personalizzate. Le ho fatte fare io per il nostro anniversario ma non avevo pensato di prendere la mia mentre preparavo la valigia.
<<Pensavo che per l'apertura potevamo indossarle>> dice. Annuisco sorridente. Mi porge la mia e la indosso, mentre lui mette la sua. Poi finiamo di prepararci.

Dopo la sfilata e lo spettacolo d'apertura siamo allo stadio Mané Garrincha. La nostra partita, quella tra Italia e Costa Rica, è la seconda dei mondiali. Prendiamo posto nella sezione a noi riservata. Dopo poco entrano in campo le squadre e partono gli inni nazionali. Poi ognuno si posiziona nel proprio posto del campo e l'arbitro, fischiando, dà il via alla prima partita dell'Italia a questi mondiali.

Al decimo minuto la squadra avversaria entra nella nostra zona di difesa. Angulo dribbla Romagnoli e la passa a Moya, che la prende. Il loro numero 21 la calcia prima che Bonucci riesca a prendergliela. Donnaruma si butta per prenderla, ma non fa in tempo. E la palla entra in rete. Dalla curva avversaria si sollevano urli e fischi di gioia. Vedo Mirko guardare verso di noi. Gli sorrido per rassicurarlo, ma prima che riesce a ricambiare il gioco riprende.
Al trentacinquesimo, dopo una rimessa laterale, la palla passa sotto il nostro possesso. Barella, in prossimità della zona d'attacco, la passa Zaniolo che a metà dell'area la passa ad Immobile e poi ad Insigne. L'attaccante del Napoli tira sfiorando il palo e segnando. Noi tifosi dell'Italia ci alziamo e, chi tra fischi chi tra urli e chi entrambi, esultiamo.
Alla fine del primo tempo, quando tutti i giocatori sono usciti dal campo, mi alzo.
<<Vai ai bagni?>> mi domanda Giorgia, la moglie di Belotti. Annuisco.
<<Vengo anch'io>> e si alza.
Tornate dai bagni controllo il cellulare. Trovo quattro messaggi: uno da Diana, uno da Matteo, uno da Oriana ed uno da Sara. Tutti che chiedono della partita perché tra lavoro, altre partite ed altro non riescono a seguirla. Rispondo ad ognuno di loro, poi l'altoparlante annuncia che tra qualche minuto si riprenderà la partita. Infatti i giocatori rientrano in campo. Metto via il cellulare, pronta a questo secondo tempo.
Al sessantesimo la partita è ancora ferma sull'uno ad uno. Solitamente il gioco è più bello, oggi invece è pieno di falli da parte di entrambe le squadre. Ormai so che ciò è dovuto alla tensione. Effettivamente la prima partita è importante per le squadre, punteggio a parte. È come un biglietto da visita: ci si fa già un'idea delle squadre e delle loro future partite. Un fischio mi richiama alla realtà. Vedo l'arbitro tirare fuori un cartellino giallo ed assegnare un rigore. Guardo la zona di gioco e sorrido. Il rigore è per noi. Insigne si prepara al dischetto di tiro. Alvarado, il portiere della Costa Rica, si prepara a ricevere il tiro. L'arbitro fischia ed Insigne, dopo una breve rincorsa, tira. Il pallone finisce in rete. Ci alziamo tutti ad esultare. Siamo in vantaggio di un gol. I nostri giocatori si abbracciano ed esultano con noi. Poi si preparano alla ripresa del gioco.

Finita la partita torniamo in hotel a sistemarci per uscire a mangiare. Indosso un vestito nero elegante, scollato sulla schiena e leggermente mosso dalla vita, dove c'è una sottile fascia argentata e brillantinata, in giù. Il trucco è leggero, tipo node look. I capelli decido di lasciarli slegati, nonostante faccia caldo. Ai piedi metto un paio di scarpe nere con il tacco.
<<Pronta?>> mi domanda Mirko, uscendo dal bagno. Quando mi vede si blocca e rimane a guardarmi.
<<Sei bellissima>> dice sorridendomi ed avvicinandosi per baciarmi. All'inizio è un bacio leggero, poi sempre più intenso. Sto per chiedere l'accesso alla lingua, ma veniamo subito richiamati dalle voci che provengono dal corridoio. Sono già tutti pronti e noi siamo gli ultimi. Prendo la borsa, dello stesso colore della fascia, ed usciamo.

Dopo quasi una decina di minuti il pullman si ferma davanti al cancello di un ristorante. Dietro c'è un parco con un piccolo corso d'acqua. Nella parte centrale un ponte di legno, circondato sui lati da un roseto, collega le due sponde. Riesco ad intravedere, alla fine del ponte, un piccolo gazebo. Chiamo Mirko e glielo indico, con occhi luccicanti.
<<Dopo ci andiamo>> mi promette sorridendomi. Poi mi prende la mano e raggiungiamo gli altri nel ristorante.

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Ciao a tutti🙈 Lo so, ci ho messo una vita ad aggiornare (spero che vi piaccia il nuovo capitolo). Mi dispiace, ma sono stata presa dalla scuola. E poi volevo ringraziarvi per tutti i brllissimi commenti ed i tantissimi voti che mi sono arrivati. Vi adoro😘
Aleceri

My boyfriend is a footballer Onde as histórias ganham vida. Descobre agora