Capitolo 8

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ero ancora intento a fissare il soffitto bianco della mia stanza quando la sveglia inizió a suonare, non avevo chiuso occhio per tutta la notte, i sensi di colpa mi stavano divorando. Avevo meditato per tutta la notte il da farsi, certo dovevo dire a Richie cos'era successo e scusarmi, sperando c'è mi perdonasse, ma il problema era come. Se non mi avesse perdonato come avrei fatto? La cosa a mio vantaggio è che ancora non sapeva niente dell'accaduto quindi avrei potuto dirglielo io alleviando un po' il dolore dell'annuncio. Finalmente deciso di alzarmi dal letto, mi vestii frettolosamente con le prime cose che trovai; una maglietta bianca e dei pantaloncini color verde militare, e dopo aver infilato le scarpe e salutato mia madre mi dirisi verso la casa di quello che doveva ancora essere il mio ragazzo. Una volta arrivato davanti alla porta di casa Tozier esitai. Ricordai il nostro primo bacio oltre le mura di quell'ingresso e ricordai tutto ciò che avevamo passato insieme, ma mi feci coraggio e entrai, senza neanche bussare, tanto sapevo che i suoi genitori erano al lavoro fin dal mattino presto e quindi non avrebbero sentito ne visto nulla di quello che sarebbe successo una volta raccontato a loro figlio dell'accaduto. Mi piombai in camera di Richie sapendo di trovarlo lì, ma appena entrato vidi ciò che non avrei voluto vedere. Richie era su Meghan Herrington (grazie stranger things) e la stava, baciando, appassionatamente, come uno dei nostri baci, ma quello sotto di lui non ero io, era Meghan, non io. Restai a guardare la scena in silenzio incapace di dire o fare qualunque cosa, finché i due piccioncini si staccarono e Tozier mi vide. Non ho visto né stupore, ne dispiacere, ne compassione, sul suo volto, spillo compiacenza ed odio. Fu lì che capì. Lui sapeva già tutto, ma non aveva pensato di parlarne per sistemare le cose, aveva pensato alla vendetta, come se non gli importasse nulla di me. Riconobbi Richie Tozier. Quello dell'estate scorsa, quello prima del nostro innamoramento, lì capii che non era mai cambiato, che tutto quello che avevamo fatto insieme non era mai successo, era tutto nella mia mente, un illusione. Il mio cuore inizió a battere violentemente, come se volesse scappare, i miei occhi si appannarono e vidi solo il buio più profondo. L'unico senso che funzionava era l'udito, sentivo delle voci confusionarie che provenivano intorno a me, tra queste riconobbi un dialogo tra un uomo sconto sciupo e mia madre.
«signora, si sveglierà solo se preso da una forte emozione»
«Potró portarlo a casa appena si sveglierà vero!?»
«il giorno dopo signora, è solo se si sveglierà».
A qual punto vidi di nuovo la luce, mi ritrovai in un lettino di ospedale, circondato da dottori e da mia madre che continuava a baciarmi e ringraziare Dio. Un infermiera vedendo la mia faccia confusa mi spiego subito l'accaduto.
«ragazzo, l'ultimo giorno di scuola, tua madre ha ipotizzato quando stavi tornando a casa, una macchina ti ha investito e sei rimasto svenuto per 3 giorni». Restai stupefatto. Tutto ciò che era successo tra me e Richie era... frutto della mia immaginazione, nulla di tutto quello che era successo, non era realmente successo. Ci eravamo solo baciati una volta, ma dopo il vuoto, tutti quei nostri momenti andati in fumo. Conoscendolo in quei tre giorni avrebbe anche potuto essersi dimenticato di me, e per quanto facesse male, dovevo farmene una ragione. Ma io sapevo per certo che l'amavo, e avrei ricominciato tutto da capo se fosse stato necessario. Lo avrei riconquistato.
Spazio autrice;
NON VE LO ASPETTAVATE EH! Giuro che è l'ultimo colpo di scena poi filerà tutto liscio, forse. Vivibi. Si che il capitolo è corto ma è intenso dai :). + le ripetizioni tra il litigio e dopo il risveglio di Eddie sono fatte apposta perché non volevo spiattellarci la cosa così, volevo un po' prepararvi al peggio.

Love me more | reddieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora