Capitolo 2 - Ancora tu?

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<<Mi stai fottutamente prendendo in giro.>>
Lo osservò stringendo gli occhi. Il ragazzo indossava dei jeans neri strappati che gli cingevano perfettamente le gambe e una t-shirt nera con un disegno rosso che Sophia non riuscì a focalizzare, qualcosa che aveva a che fare con delle fiamme sicuramente. Mentre lo esaminava, quello si portò una mano tra i capelli neri leggermente disordinati, e i loro occhi si incrociarono. Un sorriso malizioso apparve sulla bocca del ragazzo, e Sophia seppe che stavano per arrivare i guai. Per questo motivo si girò dall'altra parte e fece finta di prendere qualcosa dall'armadietto, frugando tra i vari libri.
<<Fare finta di non averlo visto non servirà a nulla>> disse Ryley incrociando le braccia.
<<Voglio ignorarlo.>>
<<Sta venendo da questa parte.>>
<<Dannazione!>> mormorò la ragazza, sospirando e poggiando la testa all'armadietto.
<<Guarda chi si rivede, Baddy!>>
Una voce profonda e chiara ma ancora da ragazzo raggiunse le sue orecchie, in quello che lei nella sua mente definì "ronzio fastidioso".
Non sapeva per quanto sarebbe riuscita a sostenere una conversazione civile con lui. Era davvero l'ultima cosa di cui avesse bisogno.
<<Ti sei morsa la lingua?>>
<<Forse non ho voglia di parlare con te. Sparisci, Reed.>>
<<È il modo di salutare un amico dopo tanto tempo?>>
Sophia finalmente lo fronteggiò, incrociando le braccia, come se dovesse difendersi dal tipo che aveva di fronte. In effetti, in un certo senso, era così.
<<Io e te siamo tutto tranne che amici.>>
<<Allora magari potresti essere qualcos'altro>> rispose lui ammiccando.
Dio, quanto la innervosiva. Così arrogante da pensare che tutte le ragazze gli andassero dietro. Ciò che non sapeva era che lei sicuramente non faceva parte di queste e mai ne sarebbe stata.
<<Ma anche no.>>
<<Tranquilla Baddy, ho gusti migliori sinceramente, non perderei tempo con te.>>
<<E perché mi stai parlando?>>
Il ragazzo rise di gusto prima di darle una risposta.
<<Oh, andiamo, hai dimenticato quanto ci siamo divertiti l'anno scorso?>>
<<Certo, come quando all'Homecoming mi hai fatto cadere addosso le uova dagli spalti superiori mentre guardavamo la partita di football. Molto divertente.>>
<<Non erano per te quelle uova, ma per il quarterback della squadra avversaria. Ti sei solo trovata al posto sbagliato nel momento sbagliato.>>
<<Oppure la tua mira e il tuo senso dell'umorismo sono una merda.>>
<<Touché.>>
<<Piuttosto, non ti avevano fatto fuori alla fine dell'anno scorso? Che ci fai qui?>>
<<Non potevano fare a meno di me e mi hanno riammesso. Peccato, mi stava piacendo non fare un cazzo tutto il giorno.>>
<<Quanto hanno pagato i tuoi per riammetterti?>>
Bisogna sapere che Christopher Reed, come ogni stronzo viziato che si rispetti, era anche stramaledettamente ricco. I suoi genitori gestivano una delle più importanti aziende americane e spargevano soldi come fossero sale.
<<A dirla tutta, neanche un centesimo, Baddy. Il preside Ketchler aveva richiesto un'espulsione a tempo indeterminato, ma non si sa perché tutti hanno pensato che mi avesse espulso per sempre. Non sono così male.>>
<<E ti ha riammesso ora, a inizio ottobre. Perché non a settembre?>>
<<Complicazioni di burocrazia scolastica, le chiama lui. Per me voleva stare solo un altro mese tranquillo prima di rivivere l'inferno.>>
<<Parti già con questi presupposti? Vuoi essere espulso di nuovo?>>
<<Mi farebbe solo un favore. Ora basta farmi il terzo grado e lasciami in pace Baddy, sei molto più appiccicosa di quanto ricordassi.>>
Quel soprannome l'aveva sempre odiato. La sua derivazione, differentemente da quanto si possa pensare, era molto semplice: Sophia aveva la nominata di essere un po' la Bad Girl della scuola, e Christopher si era sempre divertito a rinfacciarle questa cosa. Da qui il diminutivo di Baddy, che alla ragazza sembrava abbastanza ridicolo e la infastidiva non poco.
<<Sei venuto tu a parlare con me, e smettila di chiamarmi così!>>
<<Ma certo, Baddy. Ci si vede in giro, anche se speriamo di no. Ciao anche a te...non ricordo il tuo nome.>> e con queste ultime parole, senza nemmeno aspettare una risposta da parte dell'altra ragazza, attraversò spavaldamente il corridoio, mentre tutti gli lanciavano occhiate sorprese, ovviamente non aspettandosi un suo ritorno. In particolare le ragazze erano su di giri, cercavano di avvicinarsi a lui il più possibile come se fosse una celebrità, lo guardavano ammirate e sembravano perdere il fiato quando passava.
<<Io...Ryley...>> rispose quella, ma ormai era troppo tardi.
<<Sfigate>> sentenziò Sophia osservandole indignata.
<<Beh...ammetterai che è un figo da paura.>>
<<Non è poi così bello.>>
<<Certo, continua a mentire a te stessa>> rispose la bionda. <<Il fatto che non siate in buoni rapporti non implica che tu non possa pensare che sia un bel ragazzo.>>
<<Senti, non dico che sia brutto, okay? Sai che non è così, lui sa che non è così, TUTTI sanno che non è così. Solo che non mi sembra il caso di perderci la testa, ecco. Alcune non riescono più a respirare perché è passato lui, e altre stanno per svenire. È esagerato, non credi?>>
<<Beh...sai com'è, l'amore.>>
<<Non sono veramente innamorate di lui, Ryley. O meglio, alcune lo saranno sicuramente, ma molte reagiscono così solo perché...>>
<<...è il ragazzo più figo della scuola.>>
<<Sì, come vuoi.>>
<<Ti vada o no, è questa la verità. Anche Parker ha molte ragazze che gli vanno dietro, ma non così tante, e nessuna reagisce in questo modo quando lo vede. Stessa storia per tutti gli altri amici di Christopher. Lui è il re indiscusso della scuola tesoro, ammettilo.>>
<<Re indiscusso...ci sono seriamente ruoli in questa scuola?>>
<<Sai benissimo che ci sono, e sai anche che ruolo ricopri tu.>>
<<Quello della ragazza che va contro il re, ovviamente.>>
<<Sei la solita.>>
<<Vogliamo entrare in classe o no? Quest'incontro mi ha peggiorato la giornata.>>
<<Oh, credimi, non vedo l'ora di andare dal mio bel professore, mentre tu dovrai sorbirti un'ora di noiosissima e inutilissima matematica.>>
<<Non è inutile...non tutta almeno...>>
<<Non credo che al supermercato ti chiedano di risolvere un'equazione di secondo grado se devi comprare due etti di prosciutto.>>
<<Ma che c'entra!>>
<<C'entra ecco...>>
La campanella di inizio lezione interruppe Ryley. Si guardarono, e dopo essersi salutate velocemente cominciarono a correre ognuna verso la propria classe. Non aveva proprio intenzione di arrivare in ritardo a causa di quell'idiota, e la scuola quel giorno sembrava immensa. Quando trovò la classe la professoressa era appena arrivata, quindi non subì alcun rimprovero, ma tutti i posti erano pieni.
<<Ah, Reynolds, c'è un posto libero lì in fondo.>> disse la professoressa Stevenson, sistemandosi gli occhiali e indicandole uno degli ultimi banchi.
"Grazie a Dio, meglio di niente" pensò la ragazza tra sé e sé, ma quando si sporse per vedere meglio con chi avrebbe dovuto condividere il banco si disse che forse sedersi per terra sarebbe stata un'ottima alternativa.
Va bene avercelo nello stesso mondo. Va bene avercelo nello stesso Stato. Passi pure avercelo nella stessa scuola. Ma avere Christopher Reed nello stesso corso e allo stesso banco, forse era anche troppo.

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