2. Torre di Corvonero

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Finita l'abbondante cena Harper e gli altri corvi si diressero verso la loro sala comune guidati da Ernie, il ragazzo del sesto anno che aveva provato a parlarle prima della cena. Ernie era un prefetto e in quanto tale aveva diverse responsabilità, tra cui assicurarsi che i ragazzi del primo anno e, in questo caso, lei raggiungessero la torre di Corvonero. Si incamminarono su per le scale, e raggiunsero il lato ovest del castello, percorsero un lungo corridoio, alla fine del quale si trovava una scala a chiocciola che sembrava non avere fine. Harper e Violet chiudevano la fila di studenti, stavano ridendo delle performance canterine del Frate Grasso durante la cena, quando una voce alle loro spalle le fece voltare.

«Ehi, Harp!» esclamò la voce profonda.

La ragazza si voltò e vide Adam che si affrettava in sua direzione. Il volto le si illuminò, e subito dopo si fece preoccupato, scoccò un'occhiata al prefetto, che non sembrava essersi accorto di nulla.

«Cosa ci fai qui?» chiese sorpresa e agitata «Dovresti essere nel tuo dormitorio!» lo rimproverò, ma in fondo era felice di vederlo, così gli sorrise amorevole.

«Dovevo vederti.» disse semplicemente, le afferrò la mano e la tirò a sé, baciandola teneramente. Harper non oppose molta resistenza e si lasciò andare tra le sue braccia forti. Si allontanarono e lui la guardò un istante, poi qualcuno si intromise tra loro, spingendo via la ragazza.

«Tu devi essere il famoso Adam. Molto piacere, Violet, migliore amica» quell'uragano di ragazza si era letteralmente gettata su di lui stringendogli la mano con vigore.

Il ragazzo rise, e divertito chiese «Sono famoso?»

«Oh, sì.» cinguettò lei, poi aggiunse in tono intimidatorio «Vedi di comportarti bene. Tra i compiti di una migliore amica rientra anche punire il fidanzato che si comporta male» disse agitando l'indice.

«Ok.» rise lui.

«Adam, ora credo che sia meglio andare. Ci vediamo domani.» disse amorevole Harper.

«Sì, scappo. Buonanotte Harp.» disse lui.

«Notte.» rispose in fretta lei trascinando via Violet che urlò «Notte!»

Salirono a perdifiato le scale fino a raggiungere la porta nera con il batacchio di bronzo di cui Violet le aveva parlato tanto. La porta era già aperta e loro si accodarono agli studenti che sfilavano attraverso di essa.

«Accidenti! » urlò Violet tanto da far girare diversi ragazzi.

«Che c'è?» chiese Harper.

«Abbiamo perso l'indovinello. È la parte più divertente» disse con aria di rimprovero.

«E non vorrai prendertela con me, spero! Ti ricordo che ho dovuto trascinarti via» le fece notare l'altra.

«Quisquilie» rispose lei, facendo un gesto con la mano.

Entrarono finalmente nella sala comune, e Harper rimase affascinata da ciò che vide: la stanza era ariosa, enormi finestroni ad arco acuto occupavano gran parte dei muri, mentre il resto delle superfici verticali era coperto da librerie stipate di volumi e tomi di varie dimensioni e colori. Una coltre blu notte trapuntata di stelle bronzee si presentava specularmente sul soffitto e sulla moquette e, proprio davanti a loro, la statua di marmo della fondatrice della loro casa si presentava in tutto il suo splendore. L'ambiente era arredato da diversi divani e da un lungo tavolo, anch'esso completamente ricoperto da libri: Harper si sentiva in paradiso.

«Silente è uno spilorcio!» esclamò Violet, lasciandosi andare sul divano.

Harper si limitò a fissarla con aria interrogativa. Ernie, che aveva preso posto vicino alla sua amica, spiegò «La piccola Vi sente freddo, sono anni che compila petizioni per un paio di camini in più. Non è come alcuni di noi, temprati dalle intemperie» disse gonfiando il petto.

«No, testa di Troll. Semplicemente si gela qui dentro, lo sanno tutti, te compreso. Non mi sembra che sia mai mancata la tua firma sulle mie petizioni»

«Supporto morale, niente di più» la schernì. D'un tratto qualcosa sembrò tirarlo via dal divano, facendolo cadere a terra. Le due ragazze si voltarono e videro una giovane strega dai capelli corvini che riponeva la bacchetta nella tasca della divisa, ridendo sotto i baffi.

«Smettila di fare il gradasso, Ern. Sono sicura che Harper sia abbastanza furba da non essere interessata a te. Quindi puoi smetterla di renderti ridicolo.» disse asciutta. Poi si rivolse verso la nuova arrivata e si presento con fare più gioviale, ma sempre molto composto «Comunque piacere, io sono Allie. Sono anch'io un prefetto come questo qui, anche se sicuramente molto più competente. Se hai bisogno di aiuto e non vuoi finire nei guai ti conviene rivolgerti a me.» disse con un sorriso rigido, prima di buttarsi a capofitto in un libro.

Harper non sapeva dire se Allie le stesse simpatica, le era sembrata un po' presuntuosa, ma forse si sbagliava. Ernie si sollevò senza batter ciglio e si avvicinò ad Allie e, facendole il solletico, disse «Oh, non essere gelosa mon amour! Lo sai che amo solo te»

«Lasciami in pace, faccia di Mandragora!» rispose lei brusca, cacciandolo via, anche se non sembrava esserci molta convinzione nei suoi gesti.

«Ah, ma sono fidanzati?» chiese sottovoce la nuova arrivata.

«No. C'è del tenero. Lo sanno tutti, tranne loro che fondamentalmente si odiano» rispose criptica Violet, continuando a guardare l'entrata della sala grande.

«Capisco...» rispose poco convinta Harper, poi sbottò «Ma si può sapere cosa stai cercando?»

«Aspetto una persona. Te la voglio presentare. Ah, eccolo...» disse facendo cenno al ragazzo appena entrato. Era molto alto e magro come un chiodo, i capelli erano di un biondo cenere e il volto era pallido e riportava un'espressione annoiata.

«Ben, lei è la mia nuova amica Harper. Harper lui e Ben, il mio migliore amico» li presentò «Voglio che sappiate che sono perfettamente consapevole del fatto che andrete molto più d'accordo tra di voi che con me, ma non mi sento affatto minacciata, perché so di essere fantastica.» rise «Da ciò che ho potuto capire avete molto in comune: entrambi siete topi di biblioteca, siete di poche parole e molto riservati»

«Hai descritto praticamente qualsiasi Corvonero» le fece notare lui con un sorriso.

«Ah! Sai che non è vero, lo sai benissimo. Non voglio vantarmi però, spiega tu ad Harper la mia impresa»

Il ragazzo prese posto e cominciò «Piacere di conoscerti, comunque. Tra tutte queste chiacchiere mi ero un po' perso».

«Piacere» rise lei.

«Sì, sì, è un gran piacere per tutti... va avanti!» interruppe Violet.

«Ma cos'è tutta questa fretta? Non è una storia poi così interessante. Te la farò breve. Violet al primo anno ha intrapreso una "missione": svecchiare i Corvonero, individuando quelle che lei chiama le perle rare, ovvero persone come lei che sembrano incappate per caso tra i corvi. Persone a cui pace far festa, infrangere le regole, e in pratica non fare nulla tutto il santo giorno. Ha fondato un club e lo ha chiamato F.U.N che sta per fannulloni ubriachi di notte. Lo scopo del club è, sai, far festa. Una volta al mese organizzano qualcosa, spesso insieme a studenti di altre case.»

«Fannulloni ubriachi di notte? Davvero?» rise Harper, che aveva apprezzato la storia molto più di Ben. Probabilmente perché il ragazzo l'aveva raccontata già centinaia di volte.

«Trovo offensivo che tu ci ritenga noiosi. Il fatto che abbiamo la testa sulle spalle non significa che non sappiamo divertirci» disse Harper con falsa aria di rimprovero subito dopo.

«Sì, certo!» rispose Violet alzando gli occhi al cielo.

«Dovevi essere smistata in Grifondoro. Il Cappello Parlante ha sicuramente fatto un errore.»

«Nessun errore, purtroppo. Il Cappello era indeciso, ma poi il suo cervello ha avuto la meglio sulla sua esuberanza. Questa ragazza è un piccolo genio. Non l'ho mai vista aprire un libro eppure ha Eccezionale in tutte le materie»

Violet si alzò in piedi e fece un inchino «Grazie, grazie a tutti!». Tutti e tre scoppiarono a ridere.

Restarono ancora un poco lì, a conoscersi meglio. Poi uno dopo l'altra sfilarono verso i loro dormitori.


Missing moment  °°[Sirius Black]°°Donde viven las historias. Descúbrelo ahora