L'incontro

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Northumberland,

Nord Est Inghilterra

1711

Harry appoggia la testa contro il vetro freddo della finestra di camera sua e chiude gli occhi. Sospira pesantemente, è triste.

Ha ben 55 stanze a disposizione nel posto in cui vive, ma il pensiero che tutte siano vuote gli attanaglia le viscere.

Lo odia quel castello dai muri troppo freddi. Da quando i suoi genitori non ci sono più, proprio non riesce a starsene tranquillo, chiuso lì dentro in totale solitudine.

Qualche volta il silenzio che aleggia intorno a lui diventa assordante, gli ferisce quasi le orecchie.

Riapre gli occhi Harry, e guarda fuori distrattamente mentre piccole gocce di pioggia vanno a correre giù dal vetro per poi perdersi contro il legno vecchio e bianco della finestra.

Gli viene un'idea.

Un'illuminazione quasi malsana, ma che per un breve e piccolo istante lo fa sentire vivo come non si sentiva da tempo. È persino tentato di sorridere mentre si precipita giù dalle scale.

Ormai ha deciso, farà questa cosa, e nessuno potrà fermarlo.

-Harold caro, dove credi di andare con questo tempo?- si blocca Harry, spalanca la bocca dallo stupore. In quel momento è sicuro di sembrare un bambino che è appena stato scoperto a rubare dolci dalla dispensa.

-Vado a cavalcare- risponde il ragazzo, che al pensiero della pioggia fresca tra i capelli riesce a farlo quel sorriso che aveva trattenuto poco prima.

-Tu non vai da nessuna parte, è pericoloso- lo ammonisce Margaret, la cara e vecchia Margaret.

-Io invece vado, starò attento, lo giuro-

-Harold, dico sul serio, lo sai che per me non c'è nessun problema solitamente, ma sta davvero piovendo e a parte questo fa ancora troppo freddo, ti prenderai un malanno-

Margaret è sempre stata apprensiva nei confronti di Harry, ma lo è ancor di più da quando il ragazzo è rimasto orfano.

-Tornerò per cena, te lo prometto- la liquida lui uscendo senza guardarla, perché sa, che se vedesse in quegli occhi stanchi e grigi l'inquietudine data dal suo comportamento ne soffrirebbe e finirebbe per tornarsene in camera a deprimersi, e no, non vuole sprecare un altro giorno della sua vita così.

Si incammina a passo svelto verso la scuderia mentre la pioggia primaverile lo investe bagnandogli i lunghi boccoli scuri, i pantaloni e la camicia bianca di seta.

-Ciao Rose- dice Harry sorridendo in direzione dell'esemplare di Shire che apparteneva a sua madre, -Hai voglia di andare a farti una bella cavalcata con me? Sai, non possiamo mica passare il resto della nostra esistenza rinchiusi qui...-

Il cavallo nitrisce piano mentre il ragazzo lo tira delicatamente per farlo uscire dal box.

-Oggi non ti sello, deve essere una vera rottura avere quella cosa sulla schiena, non voglio che tu soffra, però devo metterti almeno le redini, okay?-

Harry accarezza piano l'animale, gli lascia un bacio sul collo e poi gli sistema delicatamente prima la capezza, in seguito le redini.

-Pronta? Sì, lo so che piove, infatti andremo piano-

Il ragazzo monta sul dorso dello Shire dopo essersi aiutato facendo forza sulle braccia muscolose.

Il silenzio della brughiera è interrotto solo dallo scrosciare dell'acqua che cade dal cielo e Harry si sente in pace finalmente. Da' un leggero colpetto sul fianco del cavallo e imbocca il sentiero che porta verso il bosco.

-Ti piace la nebbia Rose? A me sì sai? Addentrarcisi e non sapere dove si sta andando... Ma non ci spingeremo così lontano, farà buio tra poco e già con questa pioggia non si vede nulla- mormora il ragazzo accarezzando la criniera dell'animale, -Però, adesso ci facciamo una corsa perché io ho davvero bisogno di allontanarmi il più in fretta possibile dal castello-

E Harry da' un altro colpetto, questa volta un po' più forte, al suo cavallo, che inizia così a correre.

La pioggia gli taglia il viso, gli fa quasi male, ma non importa, perché l'importante è sentire qualcosa, qualsiasi essa sia.

Apre le braccia e chiude gli occhi, lascia andare la testa indietro. I vestiti bagnati che gli fanno da seconda pelle e i fiocchi della sua camicia ormai sciolti. Un grido liberatorio esce con una violenza inaudita dalla sua gola stanca. Un suono malinconico che va ad aggiungersi al panorama già grigio spettrale dipinto all'orizzonte.

Harry riapre gli occhi e tira le redini per far perdere velocità al cavallo.

Si sente svuotato, un po' più leggero.

-Ehi tu, sembravi un'amazzone sai?- una voce acuta gli arriva alle orecchie e lo fa voltare.

La pioggia, che è meno fitta adesso, gli permette di vedere la meraviglia che si ritrova a qualche metro da lui.

Un ragazzo bellissimo dai lineamenti ruvidi, anch'esso in sella ad un cavallo, lo sta osservando serio.

-Dico davvero tipo dai capelli lunghi, sembravi proprio un'amazzone- commenta.

Poi tira le redini del suo animale e dopo averlo fatto girare velocemente parte al galoppo scomparendo tra la vegetazione.

Harry rimane lì interdetto e si sente stordito da quella bellezza che ha avuto la fortuna di assaporare, seppur per un solo attimo. 

Rose&Dagger (Il Ragazzo Della Brughiera)Место, где живут истории. Откройте их для себя