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Tornata a casa mi sono accorta di non aver preso nessun appunto di economia e, come se non bastasse, l'insegnante ci ha assegnato una tesina su ciò che ha spiegato oggi. Ma scherziamo? È la prima settimana, non dovremmo fare niente!

Sei all'ultimo anno, non al primo.

Quindi? Noi dell'ultimo non abbiamo diritti? Organizzerò una protesta!

Comunque, tornando a noi, dato che non ho la più pallida idea di ciò che sia stato spiegato in classe ho deciso di scrivere a Camille chiedendole se potesse prestarmi qualche appunto, l'ho vista molto concentrata a differenza mia.

In realtà ero molto combattuta all'idea di scriverle, non voglio che si faccia strane idee, non ho intenzione di diventare amiche e passare i pomeriggi a parlare di ragazzo e metterci lo smalto finché non moriremo per la troppa inalazione di quest'ultimo.

Come la fai tragica.

Quella roba è tossica! Al giorno d'oggi non si sa mai cosa ci mettono dentro.

Noto che sono le 16:00, devo sbrigarmi ad andare da Camille, come si dice, via il dente via il dolore.

Esco di casa velocemente, salgo in macchina e vado verso casa della mia compagna ma a metà strada mi accorgo di non ricordare minimamente dove abiti. Decido di chiamarla e farmi dare indicazioni.

"Pronto?" La voce di Camille è fin troppo felice.

"Camille, mi potresti ridire l'indirizzo di casa tua? Credo di essermi persa."

"Ti mando la posizione."

Attacco e neanche il tempo di contare fino a dieci che il mio telefono vibra mostrandomi la posizione di casa sua. Alla fine non ho sbagliato di molto, due isolati dopo c'è casa sua, sono fiera di me.

Parcheggio all'ingresso e mi avvio verso il portone di casa che si spalanca senza neanche darmi il tempo di suonare. Davanti a me c'è un ragazzo, lo stesso della mensa ma stavolta non ha la maglietta e un asciugamano gli circonda la vita.

Ma allora pure lui non sa cosa sia il pudore!

Zitta e ringrazia il cielo! Ma l'hai visto bene?!

Effettivamente ha un fisico niente male, spalle larghe ma non troppo, muscoli ben scolpiti e...

"Pronto? Ci sei?" La voce di questo ragazzo mi riporta alla realtà.

"Oh, ehm, sì sto cercando Camille ma forse ho sbagliato casa."  Il ragazzo ride, di gusto anche! Ma cosa ha da ridere?

"Non hai sbagliato, vieni ti accompagno. È in camera sua."

Che sia il suo ragazzo? O suo fratello? No fratello no, non si assomigliano per niente.

Entro in casa e wow! È un labirinto questo, altro che l'appartamento dove abito io. Mentre camminiamo intravedo dal salotto Luke, che mi fa un cenno di saluto con la testa.

"Bene, eccoci. Ci si vede."

Mi saluta con un'aria piuttosto annoiata e se ne va. Questo tipo è davvero strano.

Busso alla porta e una Camille tutta agitata mi trascina in camera sua.

"Oddio ciao Jennifer, come stai? Io sto benone. Questo è praticamente il mio rifugio, scusa per il disordine ma non ho fatto in tempo a mettere tutto in ordine. Ora ti cerco gli appunti, dovrebbero essere qui da qualche parte... ah! Avrai sicuramente conosciuto mio cugino, Jonathan."

Cugino? Jonathan? Non sto capendo più niente.

"Ehm, sì credo di sì."

"Bene, non è uno molto loquace ma ti piacerà vedrai... eccoli!" Urla l'ultima parola e io sobbalzo per lo spavento. Caspita, ritiro tutto quello che ho detto sulla sua timidezza. Questa ragazza è un tornado!

Ci sendiamo sul letto e lei inizia a spiegarmi gli appunti e la lezione. Io mi perdo tra le sue parole.

JONATHAN

È da più di due ore che quella Jennifer e Camille sono di sopra a studiare.
Che si siano perse tra la montagna di vestiti sparsi in giro per la camera? È quasi ora di cena uffa, inizio ad avere fame... per fortuna tra poco dovrebbero tornare zia Margot e zio James. La zia non è proprio il massimo in cucina, diciamo che non se la cava neanche. Mio zio invece è un cuoco nato: ricordo che per il mio diciottesimo compleanno ha fatto una torta a tre piani alla vaniglia e al cioccolato favolosa!
"Bene, sono felice che tu sia passata da me Jennifer magari potremmo rifarlo! Mi sono divertita tantiiiissimo e tu?!"
Dalla zona notte sento l'incondonfibile parlantina veloce e squillante di mia cugina, segno che è imbarazzata e non sa esattamente come comportarsi.
"Ehm... sì certo, ci sentiamo eh. G-grazie ancora..."
Povera Jennifer! Non sa cosa la aspetta. La intravedo scendere le scale in fretta, chissà che mal di testa deve avere dopo tutte queste ore di studio con quella macchinetta sputa parole di Camille. Non mi saluta neanche e se ne va, lasciandomi abbastanza interdetto e sbalordito. Nessuna ragazza mi ha mai ignorato così.
"Lasciala stare John, non è tipa per te."
"Tutte sono tipe per me."

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⏰ Недавно обновлено: Jan 26, 2018 ⏰

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