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"Ma che diamine..."

La mia voce non è altro che un sussurro. Mi trovo nella cucina della mia vecchia casa, dove vivevo con i miei genitori, quando mio padre era ancora con noi.

Urla. Colpi forti. Poi il rumore di una mano che si scontra con una guancia. Uno schiaffo. Ci risiamo.

Corro nell'altra stanza, una piccola camera da letto, l'unica in tutta la casa, dove a me e mia madre non era permesso entrare. La scena che mi si presenta davanti mi fa gelare il sangue.

"Non devi entrare mai più qui, hai capito?" Altre urla, altri schiaffi.
"S-sì Miguel." La voce di mia madre è strozzata dalle lacrime che sta trattenendo. Stavolta le botte le ha prese lei al posto mio. Ero stata io a entrare in quella camera, lei era corsa da me per farmi uscire prima che quell'uomo tornasse, ma non fu abbastanza veloce da raggiungermi in cucina.

"Sei una lurida pu-"

"Papà" sento la mia voce di bimba che lo chiama. Mi guarda, o meglio, guarda la me di cinque anni. Io ora sono solo spettatrice. Il suo sguardo è privo di emozioni, neanche un lampo di pentimento passa per quei suoi occhi azzurri. Niente. Il vuoto più assoluto. Sta per dare un altro schiaffo alla mia povera mamma, ma due mani mi strattonano forte, riportandomi alla realtà facendomi svegliare da quell'incubo. Non ci credo, l'ho sognato ancora. Quel mostro mi tormenta ancora.

"Jenny, Jenny perché urli?" La mia fronte è imperalata di sudore e ci metto qualche minuto a realizzare dove mi trovo. Sono in camera mia, sul mio letto, a casa mia. Accanto a me il corpicino della mia sorellina, Melanie, che mi guarda spaventata e confusa. Da quando è nata non fa altro che assistere a questi miei incubi ma ancora non capisce cosa mi succede. O meglio, forse lo capisce benissimo ma io cerco di nasconderglielo, è troppo piccola.

"Non ti preoccupare amore, sto bene. Torna a dormire." Cerco di assumere un tono dolce per non spaventarla ulteriormente ma dentro di me vorrei urlare.

"No Jenny, ho fatto un brutto sogno. Non voglio dormire da sola." La mia piccola Mel mi guarda supplichevole e con un ditino paffuto si strofina gli occhi, esattamente dello stesso colore di quel mostro.

Le faccio posto nel mio lettone e la stringo a me. La cullo finché non cade in un sonno profondo e rilassato. Ma io questa notte non chiudo occhio.

Portami via con te.Where stories live. Discover now