Se Trevor pensava che davvero sarebbe rimasto a casa senza fare nulla, non lo conosceva abbastanza. Perché si sbagliava di grosso.





«Trevor cosa ti ha detto esattamente?» Zayn dondolava la schiena avanti e dietro nervosamente, torturandosi il labbro inferiore con l'indice e il pollice, e guardando il riccio seduto al suo fianco, in attesa di una risposta, anche se non era la prima volta che gli poneva quella domanda.

«Zayn è la quarta volta che me lo chiedi e la mia risposta non cambierà. Mi ha solo detto che Louis ha deciso di confessare, non so cosa ha detto, dannazione!» sbottò, portandosi le mani tra i capelli, frustrato.

«Ragazzi, calmiamoci tutti e tre» esordì Liam pacatamente dai sedili posteriori, sospirando. «Essere nervosi non porterà a nulla di buono, dobbiamo soltanto aspettare che Trevor ci faccia sapere qualcosa.»

Harry annuì e deglutì, spostando lo sguardo fuori dal finestrino. Avevano parcheggiato poco lontano dalla centrale di polizia, perché nessuno dei tre era capace di stare lontano da Louis in quel momento, anche se il liscio non poteva sapere della loro presenza lì fuori, a pochi metri da lui.

Non appena Trevor era uscito di casa, Harry non aveva perso tempo ad indossare le prime cose che gli capitavano tra le mani e a correre da Zayn, chiamando allo stesso tempo Liam dicendogli di ritrovarsi a casa del moro il più presto possibile.

Aveva detto loro della telefonata che Trevor aveva ricevuto quella mattina e tutti e tre avevano deciso fosse meglio starsene fuori la centrale, senza un reale motivo. Volevano solamente stare più vicini a Louis, fisicamente e non.

«Cazzo» Zayn sussultò non appena il cellulare di Harry prese a squillare, e gli diede una gomitata sul braccio. «Cazzo, cazzo cazzo, chi è? Rispondi, sbrigati!» lo spronò, mentre il riccio prendeva il cellulare dalla tasca dei jeans con mani tremanti.

«È Trevor» sussurrò spaventato, facendo scivolare il dito sullo schermo per rispondere alla chiamata. «Trev!»

«Harry» il riccio sentì Trevor emettere un profondo sospiro, e deglutì, spaventato.

«Cos'ha detto?»

«Ha confessato tutto e ha fatto dei nomi, parecchi nomi. Molti di loro hanno già dei precedenti, quindi per noi non è stata affatto una sorpresa.»

Harry si portò una mano davanti alla bocca e spalancò gli occhi, inumiditi dalle lacrime di gioia che apparvero dopo quelle parole.

«Harry? Che succede? Che ha detto?!» Zayn tremava e respirava affannosamente, ignaro di tutto ma desideroso di sapere, proprio come Liam.

«Sei con Zayn e Liam? Non avevo dubbi» Trevor rise. «Ascolta, ora cerco di capire come il capo vuole muoversi, ma abbiamo fatto un bel passo avanti con questa confessione, e sai che è tutto merito tuo, vero? Ha cambiato idea dopo l'incontro con te e io sono così orgoglioso di te, piccolo! Sei l'amico che tutti vorrebbero avere.»

Harry tirò su col naso e sorrise, tra le lacrime. «Lo stiamo per tirare fuori da lì, vero? Ci siamo quasi?» domandò, con voce tremante e bassa.

«Si Harry, lo stiamo tirando fuori da lì. Manca poco.»

Ed Harry non poté fare a meno di sorridere ampiamente, interrompere la chiamata e abbracciare i suoi amici che insieme a lui piangevano, capendo che la situazione stava per cambiare, anzi, per migliorare.




Louis chiuse gli occhi e respirò profondamente. Quella giornata infinita era finalmente giunta al termine e lui era così stanco, anche se non aveva fatto nulla di tanto stancante e stressante. Sentiva l'enorme peso che prima gravava sul suo cuore essersi tolto, ora era più sollevato, più leggero.

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