In genere si divertiva ad osservare le sofferenze dei dannati che venivano condotti all'inferno dai Demoni, eppure quella volta niente... sul suo viso non si dipinse nemmeno un piccolo sorriso. I suoi occhi erano persi nel vuoto, era veramente annoiato a morte!

"Chissà? Forse tutti hanno proprio paura di finire all'inferno, proprio perché è una noia mortale."

Pensò quasi tra sé mentre il suo sguardo perso nel nulla non cambiava minimamente espressione. Quando a un tratto, sentì i passi felpati di Sebastian che lo raggiungevano alle spalle. Aveva imparato bene a distinguerli, in tutti quei lunghi anni di "vita forzata insieme" potremmo dire, il Conte ed il suo maggiordomo avevano imparato a conoscersi molto più a fondo, forse creando addirittura un legame  ancora più solido di quello che avevano avuto in passato. 

<<Bocchan, vi ho portato qualcosa da leggere. Ho pensato che sarebbe stato un modo decente di passare il tempo.>> Disse il maggiordomo porgendo il giornale al padrone, senza accennare nemmeno un sorriso. Come al solito il suo volto rimaneva freddo ed impassibile, ma ormai a questo Ciel c'era più che abituato.

<<Sei stato nel mondo degli umani solo per prendermi il giornale, ho hai fatto razzia di qualche anima succulenta a mia insaputa?>> Rispose ironicamente Ciel, afferrando in malo-modo il giornale dalle mani del suo maggiordomo. Solo allora Sebastian assunse un aria divertita con quei suoi gelidi occhi scarlatti come rubini.

<<Mi sono nutrito solo il necessario, ma quelle anime erano tutte così mediocri. Niente mi darebbe più soddisfazione che poter assaggiare l'anima del padrone.>> 

Subito dopo si avventò contro Ciel facendolo cadere su quella distesa di cenere fina. Le sue zanne si allungarono quasi fino a toccargli il collo, i suoi occhi erano indemoniati, ma poi il marchio sulla sua mano cominciò a brillare e fu costretto a trattenersi a causa di un dolore insopportabile. 

Dal canto suo Ciel non aveva fatto proprio nulla per impedire quell'attacco, sapeva che per cause di forza maggiore anche se in preda alla fame, Sebastian non avrebbe mai potuto fargli del male. Si limitò semplicemente a sorridere e ad assumere quello sguardo innocente di quando era ragazzino, come se per lui fosse stato solo un gioco.

<<Tsk! Quelle anime dovevano essere davvero disgustose se ti hanno lasciato così affamato da far venire fuori il tuo istinto animale.>> Aggiunse poi tranquillamente con un tono ironico. Solo allora gli occhi di Sebastian si spensero di quella luce maligna e ripresosi, si alzò aiutando poi il suo padrone a rimettersi in piedi.  

Ciel si sedette a gambe incrociate sulla polvere e cominciò a leggere il giornale. Ormai aveva imparato a fare a meno delle poltrone o dei comodi sofà della sua villa. Del resto all'inferno non c'era proprio nulla di tutto ciò. Non vi era nient'altro che fine sabbia grigia, a volte più chiara a volte più scura... che si estendeva per chilometri e chilometri oltre l'orizzonte.

Non c'erano suoni o odori, nemmeno i colori e forse... Ciel cominciava proprio a pensare che la peggiore condanna fosse essere Demoni, obbligati a vivere in quel mondo di nulla. Almeno i dannati soffrivano e provavano ancora emozioni umane, sentimenti veri, pieni di realismo. Lui invece, ultimamente si sentiva appagato solo quando si recava di notte nel mondo umano per cibarsi delle anime umane. Ma trovarne qualcuna che soddisfacesse il suo appetito non era una cosa facile. 

Ad un tratto, una notizia sul quotidiano che aveva in mano attirò stranamente la sua attenzione. L'articolo recitava: "Soma Asman  Kadar, sovrano del Bengala... è scomparso la notte scorsa dopo una visita in veste ufficiale a sua maestà la regina, la polizia indaga, sospettato il servitore del marajà indiano." 

Da principio Ciel alzò gli occhi al cielo e sbuffò in modo floscio. Poi ripiegò il giornale e si batté una mano sulla fronte. 

Ciel: <<Quello stupido! Possibile che riesca sempre a cacciarsi nei guai?!>>

Sebastian:<<Lord Soma ha sempre avuto l'attitudine a combinare qualche pasticcio, ma c'è da dire di lui che ha una personalità molto originale, per così dire...>> Rispose il maggiordomo con un sorriso malizioso sulle labbra. E ben presto inaspettatamente anche il Conte diabolico assunse la stessa espressione.

Ciel:<<Vieni Sebastian. Ce ne andiamo.>>

Sebastian: <<Oh cielo... ha intenzione di aiutare Lord Soma? Pensavo non lo sopportasse.>> Chiese Sebastian con un espressione confusa sul volto, un po' divertita.

Ciel: <<Infatti. Un tale idiota dovrebbe essere lasciato a dormire nel suo brodo, ma... almeno ho una scusa per lasciare questo posto maledetto. Sarebbe anche una buona occasione per osservare come sono cambiate sia Londra che la mia magione, non trovi? E poi... se Soma dovesse essere già morto pace all'anima sua, di lui non mi importa niente.>> Concluse freddamente il Conte rialzandosi e sistemandosi i vestiti. 

Quando ebbe finito di prepararsi si avvicinò a Sebastian e in un battito di ciglia entrambi sparirono, per poi riapparire ai piedi dell'antica dimora dei Phantomhive un po' trasandata, ma comunque in buono stato per essere passati così tanti anni.

Ciel: <<Odio teletrasportarmi! Consumo un sacco di energia ogni volta per nulla.>>

Sebastian: <<Si abituerà presto padrone. Quando riuscirà a gestire il teletrasporto non avvertirà più la fatica che comporta usarlo.>> Disse Sebastian sostenendo il suo padrone alle spalle, prima che egli cadesse all'indietro per la stanchezza. 

Dopo che Ciel si fu ripreso, entrambi si avvicinarono alla casa. Guardandosi attentamente attorno. Aveva un aspetto un po' invecchiato in effetti, ma aveva comunque conservato quell'aspetto nobile e magnifico dell'antico passato. 

Solo il cortile era cambiato un po'. Ora c'era qualche altalena, un paio di panchine e uno scivolo, come se si fosse trattato di un parco giochi in miniatura. 

Ciel e Sebastian non ci fecero caso più di tanto e così salirono la gradinata fino all'immenso portone e bussarono. Erano davvero tornati a casa.


Black Butler FriendshipWhere stories live. Discover now