Capitolo trentotto

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"E in mezzo a tutto questo casino, tu ci sei"

Blake Oliver Carter.
Manhattan, New York.

"Non... fiatare, non... dire niente, non..."
"... ti rendi conto? Ti rendi conto di quello che hai fatto? Hai preso una metropolitana, da sola e oltretutto nel Bronx, quando ti ho chiesto per favore di non... farlo perché pericoloso, ma tu..."
"... non è questo il momento giusto per parlarne, stanno arrivando gli Hunter perciò, chiudi il becco" sospira profondamente, mentre Jefferson, seguito da idiota Scott entra in ufficio.
"... la metropolitana in quel quartiere è poco raccomandabile, soprattutto per una ragazza da sola... se fosse successo qualcosa?"
"Ho detto che non è questo il momento giusto" con fare nervoso, si sistema il tubino nero.
"... non hai la minima idea di quanto io sia stato in pensiero, dannazione, tu..."
"... cominciamo subito? Non ho tempo da perdere, devo essere in tribunale tra meno di un'ora  quindi ho pochi minuti da dedicarvi" Jefferson, si siede, interrompendo me e Mia.
"D'accordo, da dove cominciamo? Dal risarcimento?" chiede lei, sedendosi.
"Ottima notizia, questa... pagherete i sedicimila dollari richiesti?"
"Assolutamente no, con risarcimento intendo il risarcimento danni che voi due verserete al mio assistito entro e non oltre tre mesi, partendo da oggi...
"Spero che sia uno scherzo"
"... mi sono permessa, soprattutto per accorciare i tempi, di fare un paio di conti" continua lei, strisciando verso Jefferson due fogli scritti a computer. "Il primo foglio riporta per filo e per segno ogni danno che Scott ha creato a Blake, furti inclusi, mentre nel secondo foglio, troviamo  la cifra esatta che chiedo come risarcimento danni..."
Intravedo sul secondo foglio una cifra che include cinque zeri e per un attimo, il mio respiro si ferma.
"... mi sembra un risarcimento più che giusto, più che onesto, considerando anche i mesi di reclusione in carcere di Blake da persona innocente"
"Ripeto: stai... forse scherzando?"
"Non scherzo mai quando si tratta di lavoro e dovresti saperlo, oramai" risponde tanto decisa quanto acida. "E sappiate che se voi, per qualche assurdo motivo vi rifiutate di risarcire il mio cliente entro i tempi decisi, andremo dritti in tribunale"
"Centomila dollari sono uno... sproposito..."
"No, sono fin troppo pochi, credimi" Mia insiste, avvicinandosi con la sedia a me.
"... non... firmerò mai un assegno con quella cifra, mi dispiace"
"Stai forse confermando che ti rifiuti di risarcire il mio cliente?"
Con aria di sfida, Jefferson la guarda.
"... sai, Jefferson, non so quanto convenga a voi due venire in tribunale" continua lei, appoggiandosi con la schiena alla sedia. "Ho in mio possesso fotografie che testimoniano l'innocenza assoluta di Blake e la colpevolezza di tuo figlio, ho inoltre un testimone pronto a parlare in qualsiasi momento, ho delle copie di denunce abbastanza recenti per rissa, furto e violazione di domicilio a nome di Scott Hunter e infine ho..."
"... adesso basta, chiudi immediatamente la bocca" urla proprio lui, idiota Scott, mentre in maniera violenta picchia il palmo della mano sulla scrivania, davanti a Mia. "Potrai anche avere un milione di prove contro di me, ma hai  dimenticato chi sono io, sono un Hunter e i componenti della famiglia Hunter non verranno mai sotterrati, soprattutto da te, povera illusa, povera regina delle illuse" lancia, per aria ogni singolo foglio appoggiato sul tavolo. "E non pensare che questa merda potrà etichettare me come un mostro e lui come il buono, il finto buono"
Con un diavolo per capello, mi alzo. "Hai sbagliato momento, attimo e giorno per prendertela con lei, idiota..."
"... siediti Blake, non ne vale la pena"
"Ipocrita, sei solo e soltanto un... ipocrita"
"Meglio ipocrita che bastardo"
"Blake dannazione, no" alza, la voce Mia. "Dacci un taglio, subito"
"Non preoccuparti, faccio di meglio: me ne vado" con rabbia, guardo prima Jefferson e poi Scott. "Preferisco di gran lunga tornare dietro le sbarre, anziché passare altri minuti nella stessa stanza con loro"
"Non scomodarti, ce ne andiamo noi due..."
"... assolutamente no, l'incontro non è ancora finito"
"... ci vediamo tra qualche settimana in tribunale Blake, mentre noi due Mia, ci vediamo questa sera a cena"
"Non dire idiozie, Jefferson. La cena è stata cancellata"
"Nessuna cena è stata cancellata, come ogni mercoledì i tuoi genitori hanno organizzato la solita cena da voi, a casa vostra" sorride lui, avvicinandosi alla porta. "Sai, le abitudini non cambiano, le famiglie Hunter e Moore si riuniranno sempre, anche se voi figli vi dichiarerete guerra"
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Unforgettable ~Where stories live. Discover now