Sorriso

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Amava il suo sorriso, lo bramava più di qualsiasi altra cosa al mondo, ma non gli apparteneva. Non gli sarebbe mai appartenuto, era già di qualcun'altro.

Disteso tra coperte di seta con il respiro pesante e le lacrime agli occhi.

Bellissimo

Bionde ciocche incorniciavano il volto dormiente, altre si sparpagliavano sotto la sua schiena, sulle scure lenzuola che non facevano che esaltare la luminosità di quei raggi di sole.

Erano lisci e setosi, morbidi al tatto.
Alcuni fili avvolgevano con delicatezza le belle dita, le medesime che, poco prima, li avevano tirati con forza, strappati e carezzati poi con macabra dolcezza.

Le ciglia lunghe color dell'oro erano imperlate di lacrime, le stesse che erano scese senza controllo quando, privo di pietà, il membro eretto di QUELLA PERSONA era entrato all'interno del corpo bronzeo e smilzo, violandolo fin nello spirito.

Era caldo e stretto dentro quell'anellino di muscoli, piacevole come null'altro al mondo.
Era stato un po' doloroso quando i muscoli si erano tesi, eppure con un po' di quella profumata essenza fornitagli dal serpente, subito il biondo si era sciolto tra le sue braccia.

Le labbra piene di tanto in tanto tremavano, forse memori del doloroso trattamento fornitogli dai candidi denti del moro aggressore, oppure ancora piene dell'umiliante sapore dell'essenza dell'altro.

Aveva faticato a fargli aprire la bocca, ma ne era valsa la pena. Minacce, strette violente e sussurri minacciosi, alla fine avevano portato ad un buon risultato.
Non era esperto anzi, era impacciato e poco accurato, eppure la lingua calda e la bocca accogliente erano capaci di procurare un profondo piacere se saggiamente guidate.

Gli occhi di puro zaffiro spalancati, ricchi di terrore.

Che bello sguardo... questo appartiene solo a me, vero?

Un gemito di dolore distrugge il silenzio di quella stanza d'hotel mentre, nel tentativo di indietreggiare, un movimento brusco provoca un intenso dolore in una zona indefinita tra le natiche sode.

La preparazione non era stata adeguata e le spinte feroci e profonde.

Sangue e sperma colano sulle tue cosce come fossi una fanciulla alla sua prima volta... ed è così.
Lui non ti aveva mai toccato in modi tanto peccaminosi, mai le sue mani avevano saggiato in tal modo la tua pelle, mai aveva gustato il sapore delle tue lacrime, mai intaccato la tua innocenza.
Mi sono preso qualcosa di insostituibile, qualcosa che lui non potrà mai più avere...

Il moro si alza con espressione impassibile, godendo per l'ultima volta della celestiale visione del giovane tremante accovacciato in un angolo del letto.

Non stava sorridendo.
Non gli avrebbe mai sorriso, MAI.
Né gli avrebbe mai dedicato quei radiosi sorrisi, sempre pronti per Lui, solo ed esclusivamente per Lui.

- salutami il mio ototo, Naruto-kun. -

Le Volpi non sorridono ai Corvi.

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