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Tutto è cominciato diciassette anni fa.
Quasi diciotto, per l'esattezza.
Era una gelida giornata tipica del mese di marzo, nevicava. Nell'aria echeggiavano le urla dei bambini che giocavano  felici a palle di neve per le strade.
I genitori li guardavano con aria buffa, magari ricordando la loro infanzia.
I camini nelle case erano accesi, insieme a caloriferi e stufe, per contrastare il freddo dell'inverno quasi giunto al termine.
Il giardino dell'Ospedale Saint Louis era coperto di neve, qua e la spuntava qualche lampioncino, che illuminava una piccola parte del terreno.
Nel secondo padiglione , nella stanza numero 106 del terzo piano, Catherine Wallace diede alla luce una bambina.
Quella bambina ero io.
Tutti rimasero un po' sorpresi da quella piccola testolina ricoperta di capelli neri, così diversi dai capelli delle mie due sorelle maggiori, nate precedentemente con pochi capelli biondi. Ovviamente, con il passare del tempo i miei capelli si schiarirono sempre di più, fino a raggiungere un color caramello scuro.
Le mie sorelle divennero poi castane. Mi raccontarono che naqui con gli occhi grigi.
Si sa che poi la maggior parte dei bambini "perde" il colore iniziale dei propri occhi,come io persi il mio grigio, sostituito da un marrone intenso.
L'ho sempre trovata una cosa ingiusta questa cosa del cambio di colore degli occhi. Ho sempre pensato che un grigio fosse più adatto alla mia personalità.
"Gli occhi sono lo specchio dell'anima" dicono.
E penso che in un certo senso sia vero.



SPAZIO AUTRICE
•Ciao a te che stai leggendo questa storia!
Ecco il primo capitolo.
Lo so, lo so, non é molto lungo ma ho voluto fare questo questa specie di start per inserirvi piano piano in poi quella che sarà la storia in se.
Vi piace questo inizio? Fatemelo sapere

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