Capitolo XII

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Il telefono squillava a vuoto. Non avevo alcuna intenzione di rispondere. Non sapevo se dovevo essere felice di tutto il casino che era successo oppure no. Ma cominciamo dal principio. Era la mia seconda settimana di scuola. Tutti i professori erano arrivati, in particolare due: William Evans (insegnante di addestramento fisico), la signora Rotterdam ( esperta in magia autorigenerante) e altri che non ho voglia di menzionare. Non capivo niente, di niente. Mrs Clarisse aveva deciso di rendermi la vita un inferno. Mi guardava e rideva maliziosa sussurando alle orecchie delle compagne, mi spingeva quando eravamo vicine, aveva persino inciso sulla porta della mia camera parole non molto educate e mi aveva fatto rovesciare addosso un calderone pieno d'acqua con la Deveraux. Era la sua vendetta. Non era una novità a sentire Blake. Già, a proposito degli Hunter, c'erano parecchie cose che non mi andavano giù. Primo: io non avevo niente a che fare con loro. Secondo: me le sceglievo da sola le compagnie e non mi sarei alleata con loro solo per una stupida regola. Terzo: Hayne mi odiava. Non sopportavo più la situazione. Certo i ragazzi erano gentili e persino Dave, quando ci incontravamo e nonostante il nostro spiacevole inizio, scherzava allegramente. Mi trattavano come una persona, come Rebecca e non come Rebecca Salvatore. Eppure, qualcosa ci divideva. Eravamo diversi. I ragazzi più sexy e prestanti dell'accademia parlavano con me (nonostante varie occhiate di gelosia),io e le ragazze più seducenti e potenti della scuola ci divertivamo come se ci conoscessimo da sempre. Io ero sola, "normale" . Loro erano l'apice massimo degli studenti. Ovvio che qualcosa non tornasse. Purtroppo non riuscivo a trovare un modo per declinare questa offerta. Soprattutto pensando a Jared. Mi bastava incrociarlo per dare di matto. Hayne la pensava al mio stesso modo. A mensa o fuori, quando ci vedevamo, mi trattava con freddezza e condiscendenza. Il tutto condito con una buona dose di disprezzo. Ma cosa le avevo fatto? Ora girava persino voce che fossi capace di entrare nei cervelli delle persone. Accidenti ai pettegolezzi! Tra l'insopportabile Clara, gli acidi commenti di Hayne, le occhiate sempre più interessate dei maschi, la mia innaturale bravura in tutti i corsi, i poteri che percepivo rafforzzarsi sempre di più, le visioni di una ragazza inesistente, il fatto che gli studenti mi temessero perché ero solo una Salvatore...mi avevano reso intrattabile. Ero arrivata a venerdì mattina, stanca e irascibile. Meredith, con il suo formidabile intuito, aveva subito capito che ero un fascio di nervi sul punto di esplodere. Indirettamente, aveva detto a Blake e ad Aisha che non potevo resistere ancora per molto. E che quindi ci sarebbe stato da ridere. - La guerriera parte alla riscossa.- aveva detto Aisha facendomi l'occhiolino. Oh, sì. Ero rimasta zitta per 5 giorni, era il momento di farla finita.

Durante l' ora del prof. Evans, eravamo andati nelle zone di allenamento. Erano circa le 18. Quella sera sarei dovuta rimanere a scuola e questo mi aveva dato ancor più fastidio. William doveva avere l'età di mia madre. Era alto, aitante e chissà perché mi sembrava di conoscere anche lui. Aveva i cappelli corti e castani e magnetici occhi color marroni-verdi. La sua barba era rada e curata. Era il tipo di uomo, che avrei visto bene al fianco di Luna Salvatore. Come aspetto, e' ovvio. Molti con sarcasmo lo chiamavano coach. Aveva la fama di essere simpatico, ma anche severo. Un pezzo duro, ecco. Ed era nuovo per giunta. Insomma, era la nostra prima lezione e lui aveva voluto verificare le nostre capacità. Sparpagliati per il campo, dovevamo cimentarci nell'uso di un'arma a nostra scelta sotto il suo sguardo vigile. Chissà come poteva controllare 15 ragazzi contemporaneamente. C'erano anche altri gruppi, oltre al nostro. Io e Meredith avevamo deciso di provare il tiro con l'arco. Da piccola ne ero un'esperta, però adesso non ne ero più così sicura. Ed è lì che è successo un casino...

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