capitolo 29

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Quando la mattina dopo mi sveglio, ho gli occhi gonfi e arrossati, a causa dello scarso sonno.
Ancora di cattivo umore, mi dirigo verso il bagno, dove aspetto il mio turno per fare la doccia.
Dopo essermi lavata, mi vesto come da programma: sul mio letto sono adagiati una maglietta, un giubbino impermeabile, un paio di pantaloni, ed una felpa.
Indosso il tutto, infilo i miei scarponcini, e lego i capelli in una coda di cavallo.
"Pronta?"
Chiedo a Christabel, sbloccando i suoi enormi occhi scuri dal punto vuoto in cui si erano fissati.
Lei annuisce e mi guarda.
"Okay, andiamo"
Dico.
Percorriamo il corridoio per arrivare all'ingresso, dove ci ha detto Isabel, che ci raggiunge poco dopo.
"Partiremo a gruppi, voi siete il primo"
Dice attirando l'attenzione.
"Adesso vi consegneranno il vostro zaino, contenente il necessario per sopravvivere, e una piccola tenda piegabile"
"Vi ricordo che questa situazione è provvisoria, troveremo al più presto un'altra soluzione".
Conclude iniziando a distribuire zaini alla ventina di noi che costituisce il primo gruppo.
"Prendete posto nell'autobus, vi raggiungerò tra poco"
Conclude.
Sono un po' turbata: non riesco ad immaginare come sarà vivere in mezzo al nulla.
È successo troppo in fretta, la mia mente non è capace di realizzare tutto ciò.
Saliamo sul pullman, guidato da David, partiamo nonappena arriva Isabel.
Come di consueto, mi incanto ad ammirare il paesaggio: le foglie dai colori accesi sventolano per terra.
L'autunno è arrivato.
Mi chiedo se sarà l'ultimo che avrò l'occasione di vedere.
Prendo la mano di Chrisabel, seduta al mio fianco, con gli occhi nuovamente impallati, ed inizio a giocare con le sue unghie, allenta l'ansia.
Ormai credo di aver capito che non ci sono speranze per la mia famiglia, ma ho sentito dire da un gruppo di ragazzi seduto di fronte a noi, che probabilmente evaqueranno la città.
Avrei dovuto dire quanto li ho amati molto più spesso, non mi sarebbe costato niente.
Con il pensiero ancora rivolto a loro, mi addormento guardando come l'autunno ingiallisce le foglie.
È ancora tutto intatto.

Mi risveglio dieci minuti prima dell'arrivo: dobbiamo continuare il percorso a piedi.
Scendo dal pullman, e dopo un rapido controllo per verificare la presenza di tutti noi, iniziamo la salita.
È un semplice bosco, ma Isabel dice che dobbiamo arrivare in cima, dove non ci sono gli alberi ma solo grotte e roccia.
Procede tutto liscio, quando Isabel si ferma e ci ordina di tirare fuori le armi, per poterci difendere da possibili animali.
Non so dove trovarla l'arma, ma vedo tutti che frugano nel loro zaino, così li imito.
Ho con me una piccola Pistola, con una decina di ricariche, qualche coltello e una piccola ascia.
Prendo la pistola e sistemo il resto, mi rimetto in spalla lo zaino, e continuiamo il cammino.
Penso ancora che non andrò avanti senza un motivo.









Okay, non cruciatemi, tanto lo sapete che sono sempre in ritardo ^-^
Voglio ringraziarvi per tutte le stelline e per i commenti positivi, quando ho iniziato a scrivere non avrei mai pensato che qualcuno avrebbe letto veramente, vi voglio bene!❤

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