capitolo 2

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Il viaggio non è lungo, da Milano a Trento non c'è molto tempo di distanza.
Non appena la macchina si ferma, mi slaccio la cintura e scendo dall'auto.
È come quel posto dove andavo a fare i vaccini da piccola in città.
Entriamo nell'ambulatorio, che è formato da due stanze solamente: quella d'attesa, e quella degli esami.
Stanno chiamando nomi, a cui non facile caso.
Non mi sforzo neanche di riconoscere qualche nome.
Riesco solo a pensare a che schifo sia la società.
Mandare noi ragazzi, a istruirci, mentre restiamo ignoranti e non faremo mai niente nella vita.
Ma forse sarà utile.
Il mio pensiero cessa in quel momento perchè una donna, con occhiali che la fanno sembrare una mosca in camice bianco, chiama il mio nome dalla lunga lista.
"Vieni, Flame"
Dice con voce stridula.
Io mi alzo dalla sedia fredda e mi dirigo verso la mosca.
L'ambulatorio è piccolo, ci sono tre o quattro ragazzi, impegnati ognuno con un medico.
La mosca mi dice di spogliarmi e tenere addosso solo la biancheria intima.
"È fuori discussione!"
Protesto io.
"Non mi farò vedere in mutande da quei ragazzi".
La mosca mi risponde bruscamente
"Spogliati, non fare la bambina!".
Non posso fare altro che obbedire.
Vado dietro un tendone bianco, e mi tolgo gli abiti, aspettando l'arrivo di un medico dietro al tendone.
Dopo pochi minuti, arriva un uomo, con la barba brizzolata, che mi collega dei fili al petto.
Il dottore mi fa salire sopra la Ciclette e mi dice di pedalare.
Dopo vari controlli al fegato e altri organi, il dottore annuncia che sono sana come un pesce, e pronta all'addestramento.
Esco dalla sala e trovo i miei genitori ad aspettarmi.
Mia madre mi porge il cellulare e ritorniamo in macchina.
Cerco di non pensare a niente.
Solo ascoltare la musica finché posso.
Ricordo ancora la sera dell'annuncio.
Ero seduta sul divano di pelle nera nel salotto, a scrivermi con la mia amica, mentre mia sorella giocava con le bambole e mio padre guardava la televisione.
La trasmissione che mio padre seguiva fu interrotta da un'edizione speciale del telegiornale.
Annunciavano che i ragazzi da 17 anni, avrebbero dovuto seguire per due anni l'addestramento da militari.
Rimandarono gli esami, spostarono le verifiche, chi caricarono di compiti.
Quando sento il navigatore annunciare che siamo arrivati a destinazione, scendo in fretta dalla macchina e osservo il cancello.
"Scuola militare"
Sussurro.

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