Origini di un folle

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Omicidio. Vendetta. Risata. Rapina. Dolore. Gioia. Sapete cos'hanno in comune queste parole? Sono tutte l'effetto di un'azione, denominata causa. La disperazione può portare ad un omicidio, come un affronto puo portare a una vendetta. Allo stesso modo una battuta può portare a una risata, la povertà a una rapina, un amore non corrisposto al dolore, una conquista a una gioia. A queste conseguenze o effetti potremmo aggiungerne molte altre, ma voglio che vi concentriate su una sola. La pazzia. Cosa porta alla pazzia? Beh, è difficile da dire. L'amore? La rabbia? Una predisposizione psicologica? Magari un trauma? O tutte le cose messe insieme. La pazzia è qualcosa di incredibile. In base al numero e all'impatto delle cause può variare da una semplice e facilmente curabile nevrosi a uno squilibrio mentale alla perdita totale della capacità di intendere e di volere. Paranoia, schizofrenia, attacchi d'ira, personalità multipla. La follia ha una quantità inverosimile di sfaccettature. E di pazzi ce ne sono a bizzeffe. Van Gogh, per esempio. Ma anche Hitler, come si suppone. Alcuni hanno detto che anche Donald Trump era un pazzo. I terroristi. O i credenti. O gli atei. Ci sono tanti modi di essere pazzi, o di non esserlo. Quel che è certo, è che Gatzby era perfettamente sano. Da bambino, almeno. Vi spiego.

Correva l'anno 2008. Maximus era un bambino allegro, estroverso, ma soprattutto molto intelligente. Già all'età di 8 anni si era dimostrato un piccolo pozzetto di scienza, sempre curioso e ansioso di scoprire nuove cose. Aveva un padre forte e affettuoso e una madre molto dolce e attenta. Era il 2 maggio 2008, nelle sale statunitensi era appena uscito Iron Man, e il piccolo Max non voleva perderselo. Il film fu un successo, la giornata bellissima e Maximus si divertì un mondo con i suoi genitori. Un'auto stava sfrecciando sulla strada di fronte al cinema, il guidatore era in stato di ebbrezza. Il peggio fu inevitabile. I suoi genitori morirono durante il trasporto in ospedale. L'ultima volta che li vide erano in due casse di legno, destinate a marcire sotto tre metri di terra. Aveva 13 anni, era solo, senza genitori e la rabbia si impossessò di lui come un demone affamato di disperazione. Giurò a se stesso che nessuno avrebbe più dovuto soffrire come lui. Studiò, imparò, si informò e accrebbe la sua cultura. Ma il suo impegno non era dettato più dalla curiosità, ma da un senso di rabbia e vendetta nei confronti di chi lo aveva fatto soffrire. Si laureò all'età di 25 anni con una fantastica tesi sulla genetica. Con la cospicua eredità lasciatagli dai genitori e con un finanziamento dallo stato aprì il suo laboratorio di ricerca.

Sapeva cosa voleva fare: creare un nuovo super eroe, un super uomo, qualcuno che difendesse il mondo da ogni male. Cercò, a tal fine, di riprendere un esperimento di due scienziati che nel 1997 avevano creato una prodigiosa creatura detta "Snorg", lasciandoci entrambi le penne, insieme ai collaboratori. L'esperimento era stato cancellato dai registri, gli Snorg abbattuti e ogni replica era stata dichiarata crimine contro l'etica. Ne capì il motivo quando ottenne lo stesso macabro risultato, risultato che venne prontamente abbattuto dalle guardie private da lui assoldate. Nel frattempo il 2 maggio 2008 non era più un triste ricordo, ma un incubo ricorrente. L'auto, i genitori, il cinema, Iron Man...sì...aveva senso! Un super eroe con una tuta robotica che difendeva il mondo. Buono, forte e invincibile! Ma anche lui commetteva degli errori, e questo non poteva succedere nella vita reale. D'altra parte il libro di Asimov "Io Robot" parlava chiaro: un'intelligenza artificiale era eccesivamente instabile, e in caso di problemi non ci sarebbe stata legge della robotica che potesse tener testa a un esercito di robot senza morale. Serviva la coscienza di un umano e la potenza di un robot. Doveva trovare il modo di sperimentare e mettere a punto un sistema per spostare la coscienza da un umano a un robot. L'occasione si presentò sul giornale: "Quattro studenti, neo-laureati in scienze, cercano lavoro presso stabilimenti scientifici e centri di ricerca e sperimentazione". Una luce brillò negli occhi di Gatzby. Una luce maligna, di follia. Prese il telefono e chiamò.

Ed ecco un nuovo capitolo, che pian piano scioglie le complicate trame di una storia principale che sembra snodarsi in mezzo a tanti piccoli racconti. Presentimenti, certezze, intuizioni che crescono e si modificano ad ogni capitolo. L'epilogo di questa folle vicenda è in attesa, nel buio di una mente pensante, in attesa che gli eventi si svolgano, e giungano al loro termine. Al prossimo capitolo.

20 Racconti di fantascienza mai raccontatiWhere stories live. Discover now