La resa dei conti

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«Forza, forza! Per di qua!» Non c'era voluto molto prima che le guardie di Gatzby ci stessero addosso. «Ok, vediamo, noi siamo all'angolo tra Green Street e la via principale...» Maxwell si interruppe quando un proiettile gli sfiorò la testa, deconcentrandolo un poco. «Cazzo, cercate di coprirmi! Non voglio beccarmi un proiettile mentre vi aiuto, non era nel contratto!» Detto questo ricominciò a consultare la mappa della città. «Jacob!» Mi voltai verso Max «Trovato! Il laboratorio di Gatzby si trova sotto l'università!» "Perfetto!" pensai. «C'è solo un problema...» "Ecco..." «L'università è a un paio di chilometri da qui, non ci arriveremo mai a piedi con tutte queste guardie...» Dopo tutti gli sforzi per arrivare fin lì ci trovavamo circondati da uno stuolo di guardie, con poche armi e a due chilometri dalla nostra meta. «L'unica speranza» riprese «è che un mio amico abbia letto l'appunto che gli ho lasciato» Sgranai gli occhi, sorpreso. Nel frattempo Hanna, James e Ross stavano ancora facendo fuoco contro le guardie di Gatzby, rintanate dietro gli scudi anti-proiettile. «Max, che intendi? Non sei l'unico ribelle?» Si rimise la mappa in tasca, piegandola con cura. «Beh, non ero l'unico a nutrire sospetti per l'opera di Gatzby. Ci aveva spiegato decine di volte i fini positivi dei suoi esperimenti. Creare dei sogni artificiali, registrare le vostre emozioni e trasferire queste in una serie di super-combattenti robotici. Voleva creare un mondo libero dall'ingiustizia e dall'illegalità, eppure lo faceva usando metodi tutt'altro che legali. Soprattutto per quanto riguarda quel mostro che avete visto al laboratorio...i suoi intenti forse erano buoni ma...non è tutto ora ciò che luccica...» «Che intendi...?» «Pensaci, Jacob, una schiera di soldati robot che combattono il crimine con fredda determinazione. Niente processi, niente recupero sociale, solo esecuzioni sul posto...sarebbe stata una giustizia scarlatta, dipinta dal sangue di una falsa giustizia, che non sarebbe stata altro che vendetta. Non potevamo permetterlo...» In quel momento mi chiesi cosa doveva aver visto per pentirsi così. Quelli che vedevo erano gli occhi di una persona distrutta dal senso di colpa. I miei pensieri vennero interrotti dal rombo di un'auto, in lontananza. Le guardie non fecero in tempo a voltarsi che un humvee blindato le travolse, parcheggiando con una derapata spettacolare davanti a noi. Un uomo sulla quarantina sorrise dal finestrino. «Forza Max, prendi il volante, io salgo sulla torretta!» Senza farcelo chiedere due volte, salimmo tutti sull'humvee. Le guardie non sapevano cosa fare e non ripresero a sparare fino a che un caporale sbigottito diede l'ordine di riaprire il fuoco. Il collega di Maxwell prese il controllo della torretta e cominciò a sparare, spezzando gli scudi anti-proiettile, non adatti a difendere i soldati da una mitragliatrice pesante, e falciando le guardie. Max premette l'acceleratore e il veicolo partì a tavoletta, sfrecciando sui corpi delle guardie. «Cavolo, Jim, se non fossi arrivato tu a quest'ora saremmo degli scolapasta.» «Beh, è una fortuna che abbia letto la tua nota! E devo farti i miei complimenti: prendere un localizzatore dal laboratorio è stata un'idea geniale! Senza non ti avrei mai trovato.»

«Alex, senti anche tu?» Il ragazzo si mise in ascolto. «Sì, sono degli spari!» Edward parve preoccupato. «Sbrighiamoci, troviamo l'università. Da qui non possiamo fare molto, ma se riescono a cavarsela, come spero, avranno bisogno di aiuto.» Raggiunsero un punto informazioni abbandonato, dove trovarono una mappa della città. Un humvee gli sfrecciò accanto, con solo il guidatore a bordo. Si dirigeva verso gli spari. «Ed ecco i rinforzi per i nostri alleati.» Disse sorridendo. Alex lo guardò, stupito. «Come fa a sapere che è dalla "nostra" parte?» «C'era una sola persona a bordo e non un'intera squadra. Anche se avessero davvero avuto bisogno di un mezzo blindato ci sarebbe stata almeno qualche altra guardia a bordo. E poi per fermare quattro ragazzi, in ogni caso, non c'è bisogno di un humvee. Gatzby starà concentrando i suoi uomini dentro il laboratorio sotterraneo.» Si sentì una raffica di colpi, più forti di quelli delle mitragliette delle guardie. Poi, dopo qualche attimo di silenzio, si udì solo il rombo della macchina che ripartiva. Edward sorrise. «Sbrighiamoci: siamo più vicini, ma con un'auto due chilometri si coprono molto più velocemente.» Cominciarono a correre verso l'università.

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