10 - The Shinigami that came from the Sky

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Miharu aprì gli occhi e con la coscienza, tornarono anche la febbre e il dolore. Si alzò con un grugnito.

 “Davvero, che ti prende?” chiese Hikari, seccata.

 “Sono solo gli effetti del jet-lag. Passeranno presto,” replicò Miharu, ignorando il malessere.

 Il treno si fermò e scesero a una stazione fatiscente e deserta.

 “Questo è il vecchio quartiere industriale Einstein-Fermi” spiegò Hikaru. “È praticamente abbandonato; tutte le attività sono state trasferite nel nuovo quartiere industriale O’Neill-Nagano.”

 Uscirono in superficie e si ritrovarono in una wasteland di fabbriche abbandonate e macchinari allo sfascio. Gli edifici cadenti erano stati semplicemente transennati, mentre attorno al perimetro della vecchia centrale a fusione nucleare era stata disposta una rete metallica sormontata da filo spinato. L’unico accesso era un cancello sbilenco chiuso da un pesante lucchetto. Il perimetro della centrale aveva l’aspetto abbandonato e desolato del resto della zona.

Hikari lo condusse a una vetusta palazzina d’uffici con il nome della centrale e il logo dell’azienda.

Salirono al secondo piano, attraversarono l’open space deserto e si diressero all’ufficio in fondo.

 “Questo è l’ufficio del mio capo” spiegò Hikari, bussando alla porta.

 Rispose una voce roca e annoiata.

 “Capo, questo è l’ingegnere che supervisionerà il progetto” disse Hikari, introducendo Miharu.

 Janssen sollevò lo sguardo su Miharu e lo squadrò dall’alto in basso.

 “Sul serio? Questo ragazzino?” ringhiò, incredulo, “Ma se è un moccioso!”

 Hikari non replicò. Non che si potesse veramente controbattere all’osservazione di Janssen. “Yamato, è uno scherzo?”

 “Posso farle vedere le mie credenziali, se vuole” disse Miharu, piccato.

 Sostenne lo sguardo di Janssen per un lungo minuto, che a Hikari parve un’eternità.

 Janssen alla fine distolse lo sguardo e sventolò una mano in un gesto di resa.

 “Siamo a corto di personale. Se vuoi lavorare al progetto, a me va benissimo. Hikari ti spiegherà di cosa si tratta.”

Miharu sedeva a un tavolo della caffetteria del campus del college industriale di Genesis City ed era intento a lavorare al programma di controllo per il reattore sperimentale Qasar1. Il progetto era stato abbandonato quando la Federazione aveva importato su Genesis i suoi reattori Alcubierre Mark III/1000, lo standard per le warp drive di terza generazione, ma il primo dei tre reattori previsti per il Progetto Qasar era stato praticamente costruito per il 90%, prima che il progetto venisse sospeso. L’OSF aveva terminato la costruzione in sei mesi e ora restava solo da installare il programma di controllo, di cui si occupava Miharu.

 “Lavori troppo, Miharu. Non ti fa bene” disse Hikari, raggiungendolo.

 Lanciò uno sguardo al pranzo al sacco di Miharu, che non era stato toccato.

 “Insomma! Non hai mangiato niente neanche oggi!”

 “Non ho fame, Hikari.”

 “Stai lavorando al programma?”

 “Domani dovrebbe essere pronto per il test.”

 Miharu terminò di scrivere la stringa di codice sulla quale stava lavorando.

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