8 - A year ago

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Kimihiro Yamazaki posteggiò l’auto nel parcheggio sotterraneo del palazzo del Governo e prese il turboascensore per l’ultimo piano della torre ovest del monumentale complesso di edifici in vetro, acciaio e cemento nel cuore del Distretto Amministrativo di Genesis City.

A una prima occhiata, Yamazaki sarebbe potuto sembrare il tipico colletto bianco, un impiegatino di basso livello soddisfatto di sedere alla propria scrivania e di fare da schiavetto personale al capo. L’aspetto, il portamento, il modo di vestire, tutto in lui rifletteva quell’immagine. Un’immagine che Yamazaki stesso si era costruito, con cura e dovizia di particolari, ma che, nel suo caso, non avrebbe potuto essere più ingannevole. Quella dell’impiegatino gentile, sottomesso e non troppo intelligente, ma devoto al capo e votato al proprio lavoro, era infatti nulla più che una maschera. Una maschera che Yamazaki indossava per nascondere il suo reale incarico di agente operativo di livello dirigenziale dei servizi di intelligence delle Forze di Difesa Planetaria.

Come agente segreto, Yamazaki era il migliore. Abile, intelligente, spregiudicato. Tutto questo lo rendeva, suo malgrado, il preferito del capo, quello a cui la vecchia volpe tendeva ad affidare le missioni più importanti.

Yamazaki un’idea di ciò che il capo voleva dirgli già ce l’aveva ed era sicuro che ciò che il vecchio aveva da dire non gli sarebbe piaciuto. Da qualche tempo giravano voci di una missione sotto copertura che prevedeva l’infiltrazione di una spia nella neonata organizzazione separatista Sinn Féinn, della quale una cellula particolarmente forte ed ostinata operava proprio su Genesis. Era appunto il tipo di missione che il capo avrebbe affidato di preferenza a Yamazaki, ma lui stesso non poteva ricoprire il ruolo di infiltrato, ragion per cui era ora che gli venisse affibbiato un partner.

Yamazaki ci teneva alla propria indipendenza ed era un egocentrico narcisista; gli piaceva lavorare da solo e non aveva mai voluto far coppia con nessuno, anche perché non c’era nessuno, tra i suoi colleghi, che gli ispirasse fiducia — si stava recando dal capo per rifiutare l’offerta.

L’ascensore raggiunse il piano e le doppie porte si aprirono. Yamazaki scese e attraversò il corridoio fino all’ultima porta in fondo, dove si trovava l’ufficio del capo. Bussò ed entrò senza aspettare risposta.

Sousuke Kurosaki, sulla sessantina, ottanta chili di peso, capelli brizzolati e barbetta, sedeva alla scrivania, affiancato da due pile di scartoffie in equilibrio precario. A vederlo così, non si sarebbe detto che, fino a dieci anni prima, fosse considerato un vero squalo nel mondo dello spionaggio. Costretto dietro una scrivania da una ferita a una gamba che lo aveva reso zoppo, la vecchia spia non aveva perso il suo spirito combattivo, che aveva trovato tuttavia espressione in un caratteraccio burbero, arcigno ed ostinato. 

“Siediti!” ruggì. “E non ti azzardare ad aprire bocca! Cosa credi? Lo so che sei venuto per mandarmi al diavolo. Ma che io sia maledetto, non te lo lascerò fare! Stavolta gli ordini arrivano dall’alto e non puoi rifiutare. Indovina un po’? Questa richiesta di missione arriva dritta dritta dalla Federazione. Cani bastardi, sempre a noi devono rifilarci il lavoro sporco.”

“La Federazione? E da quando siamo diventati i loro tirapiedi?”

“Sveglia, ragazzo. Stipulare un trattato d’alleanza vuol dire leccale il culo a chi sta più in alto di te - e ti punta una pistola alla testa. Questo, è il tipo di relazione che abbiamo con la Federazione.”

Kurosaki rovistò in mezzo a una pila di faldoni e gli gettò in malo modo un voluminoso dossier.

“L’OSF ultimamente sta facendo un discreto lavoro nel pestare i piedi alla Federazione, da queste parti. Per cui la Federazione ha tutto l’interesse nel levarsi la spina dal fianco. Ovviamente, quelli non sono tipi da lanciarsi alla cieca contro un nemico di cui non sanno nulla. Ragion per cui, prima di eliminare l’OSF dalla faccia della Galassia, hanno pensato bene di scaricarci quel bel barile che è il compito di raccogliere informazioni sui terroristi e ritrasmetterle sulla Terra. La richiesta è di infiltrare un agente nella cellula dell’OSF attiva in questo Sistema e fargli fare un po’ di spionaggio vecchia maniera. Il fatto è che non posso usare te come infiltrato, Yamazaki. Nell’ambiente sei fin troppo conosciuto, in più hai famiglia e figli, il che costituisce una debolezza. Sarai il supervisore dell’agente che infiltreremo.”

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