Mornings

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                                                                   Presente
Celine si lamentò, premendo con una mano il tasto di rinvio della sveglia sul suo telefono.
Percepì il petto nudo di Paulo premere saldamente sulla propria schiena e si voltò per rivolgergli un tenero sorriso, mentre con una mano gli scompigliò appena i capelli arruffati; il muscoloso braccio di lui avvolto intorno a lei.

Gli baciò la punta del naso e si liberò dalla sua stretta. Cercando di essere nei modi il più cauta possibile, si spogliò poi delle coperte, "Dove stai andando?" La voce di Paulo venne fuori rauca.

Celine sbucò con la testa fuori dal bagno, intenta a spazzolarsi i denti, "A scuola." Sputò dalla bocca il restante dentifricio e cominciò a svestirsi del pigiama, rimanendo così in intimo.

Paulo si leccò le labbra impegnato nell'osservare la sua ragazza muoversi per la stanza in mutandine e reggiseno, "Linda." Fece un sorrisetto, avvicinandosi lentamente a lei.

"Se non ti togli faremo entrambi tardi." Celine mormorò spingendo via dal proprio corpo le sue braccia. Aprì un cassettone cercando la propria polo. Paulo, dal canto suo, entrò nel bagno intenzionato finalmente a prepararsi per l'allenamento di quella mattina.

Indossò i pantaloncini della tuta continuando a osservare Celine, che questa volta stava frettolosamente chiudendo la zip della gonna, accingendosi quindi a indossare anche le calze e le scarpe. I due avevano iniziato a frequentarsi mesi prima e avevano continuato a farlo da quando Paulo era stato travolto dalla dolce aura di lei; e dalle labbra rosse per cui lui avrebbe addirittura ucciso, a costo di averle sulle proprie.

Sorrise guardando la sua ragazza arricciandosi rapidamente le punte dei capelli castani, che aveva già legato come suo solito in una mezza coda, con il classico nastro bianco che la obbligavano a indossare.
Lui sapeva che quello che stava facendo era sbagliato, sotto vari e molti punti di vista; era illegale, eppure non gli importava più di tanto; dal primo istante in cui aveva visto quegli occhi e quelle labbra così maledettamente rosse, era rimasto come stregato.

Celine scese giù dalle scale, le quali cigolarono sotto il suo passo, "Non hai preparato la colazione, vero?"
Paulo scosse la testa, allungandole invece una mela, "Faccio schifo a cucinare." Ridacchiò avvolgendo le proprie mani intorno alla sua vita e facendola sedere sullo sgabello.
Maliziosamente, Celine iniziò a strusciare leggermente il bacino su di lui, con movimenti circolari, mentre un piccolo gemito sfuggì dalle labbra del ragazzo.

"Ho f- Dios Celine-" Paulo ansimò l'ultima parte della frase, gettando appena la testa all'indietro, "Quanto sei sexy in uniforme?" Bisbigliò mentre il pomo di Adamo si muoveva su e giù ad ogni respiro profondo.

Celine sogghignò aumentando la velocità dei propri movimenti, "Ogni occasione è buona." Paulo era terribilmente su di giri, specialmente quando il ritmo aumentò ancora di più, sempre di più.
Il profumo del suo balsamo alla fragola insieme al contatto del proprio corpo con quello della ragazza, provocarono un euforico senso di piacere all'attaccante argentino.

"E quanto sei bella." Domandò indirettamente lui un'altra volta, appoggiando delicatamente le proprie mani sul suo bacino per controllare i movimenti.

"Sempre, mi amor." Celine buttò fuori eccitata inclinando la testa e Paulo subito appoggiò febbrilmente le labbra al suo collo, intrecciando contemporaneamente le loro mani.

"E quanto ti amo." Celine annuì in risposta, girandosi in modo tale da poterlo osservare chiaramente.

"Anche io." Lo chiuse in un bacio, che spettò però a lui approfondire. Paulo sentiva di poter rimanere così per un eternità, con le sue labbra sulle proprie; erano la sua dipendenza, la sua droga. Lei chiuse gli occhi quando lui la fece sedere sul bancone, mentre infilava una mano nella sua camicetta.

"Faremo tardi." Prese un respiro e lui si spostò sul suo collo, facendole increspare le labbra in segno di estrema approvazione; gli occhi ancora una volta socchiusi per l'eccitazione.

"Salta scuola." mormorò lui, mentre con i denti iniziò a mordicchiarle la pelle, facendo in modo che un ennesimo gemito fuoriuscisse dalle sue labbra, soddisfacendolo.

"Hai gli allenamenti." Gli ricordò, spingendolo d'un tratto via. Cercò di ricomporsi, con il petto che si muoveva continuamente su e giù per il respiro affannato.
Si sistemò il colletto bianco, indossando poi il pullover, e stirando con una mano la gonna stropicciata, "Andiamo."

"Dillo." Paulo ghignò cercando di far pronunciare alla propria ragazza un per favore. Celine alzò gli occhi al cielo afferrando il proprio zaino dal pavimento freddo e infilandolo sulle spalle.

"Sesso?" Rise incamminandosi fuori dalla porta.

"Anche quello." Sorrise lui aprendole la portiera della macchina.

"Quando mi lascerai guidare?" Chiese lei, cambiando discorso.
Era ormai da mesi che Paulo le stava dando lezioni di guida, ma lui era ancora troppo terrificato dall'idea di lei al volante, per le vie di Torino poi, figuriamoci.

Celine incrociò risoluta le braccia sotto il proprio seno prosperoso facendolo ridere.
Paulo si comportava spesso così da quando stavano insieme, così nel senso che viziava continuamente la sua amata sedicenne. E quando aveva voglia di rimproverarla, ogni tanto, doveva ricordare a se stesso che era ancora una ragazzina dopo tutto e lui non era di certo suo padre, ma il suo ragazzo.

"Magari la prossima volta." Le rispose, guardandola dal proprio sedile. Celine gli rivolse uno sguardo dolce, cercando di convincerlo a lasciarglielo fare davvero.

Il viaggio proseguì tranquillamente finché Paulo non rallentò di fronte ad una delle scuole più costose e prestigiose di Torino. Osservò la sua ragazza che ancora gli rivolgeva la stessa espressione di prima e decise di lasciarle un tenero bacio sulla guancia.

"Sono arrabbiata con te." Borbottò lei come una bambina, ottenendo una risatina da parte sua.

"La prossima volta, okay?" Promise lui prendendole la mano, che avvolse nelle proprie, prima di lasciare sopra le nocche un piccolo bacio. Annuendo Celine sorrise allegramente, per poi ridurre la distanza tra  i loro visi, fin tanto da far scontrare le due fronti.
Rimasero in quella posizione per un bel po' di tempo, godendosi la presenza l'uno dell'altro, prima che Celine realizzasse di dover entrare a scuola prima dell'inizio della lezione, cioè fra pochi istanti.

"Ci vediamo più tardi." Gli baciò rapidamente le labbra e balzò fuori dalla macchina, correndo infine verso l'edificio.

...

Spero questa storia vi stia piacendo, si farà molto interessante andando sempre più in là.
Vi prego di farmi sapere cosa ne pensate, specialmente della traduzione. Essendo scritta in terza persona ho avuto non pochi problemi nel rendere "his" - "her", ad esempio "labbra, di lui o di lei", perché in inglese la questione è semplice. In italiano, le due cose si confondono.

Perciò fatemi sapere se la lettura risulta scorrevole o se avete riscontrato qualche problema. Ve ne sarei immensamente grata.

A presto, xx

red lips - paulo dybalaWhere stories live. Discover now