PROLOGO

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come se in questo momento stessi sognando,come se non riuscissi a distinguere il vero dal falso.
Ho passato notti intere a fantasticare su questo giorno, pensando che non sarebbe arrivato mai; non riuscivo ad immaginare un giorno dove questi maledetti medici avrebbero, finalmente,creduto in me e adesso sembra che i ruoli si siano totalmente
capovolti,sostituendo la voglia di scappare alla paura di andar via.
Mi sembra di sudar freddo,non riesco a capacitarmi,è come se tutte le forze che avessi racimolato in questi anni mi stessero abbandonando,in un secondo sento crollare tutte le sicurezze,le promesse che avevo fatto a me stessa e tutti i desideri.
Vorrei solo restare qui,tra queste quattro mura ingiallite che ormai sono casa, quel letto cigolante e per ultima,non per importanza,la mia "finestra sui sogni",che ho definito tale dopo il primo anno passato in questa maledetta clinica; ogni giorno,allo stesso orario,mi appoggiavo a quelle sbarre e fantasticavo ammirando l'alba; e adesso che finalmente è arrivato il mio momento è come se fossi paralizzata.
Tre anni della mia vita, rinchiusa qui,per disturbi alimentari dicevano, come se fossi l'unica al mondo che pesasse 38 chili,come se non ci fosse nessun'altra ragazza con problemi di bulimia!
Non vedo mio padre dal mio ultimo compleanno,sono passati tre mesi da quel giorno terribile,dice di essere troppo impegnato a lavoro,
solo stronzate.
È troppo impegnato con la sua nuova famigliola, adesso gioca a fare la famiglia perfetta con Stacy, già soltanto il nome mi fa vomitare.
Infondo dice che gli ho solo rovinato l'esistenza, perché dovrebbe venire a trovare la persona che ritiene "la delusione più grande della sua vita"?
Se solo mia madre fosse ancora qui.."

Ad interrompere i suoi pensieri fu Josh, l'unico ragazzo che in questo posto riuscisse a farla sentire una normale diciannovenne..

~Give Me A ReasonWhere stories live. Discover now