Capitolo 2

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Non sapevo cosa dire, come era possibile che davanti a me, in quel paesino in culo al mondo, c'era Fred, Fred de palma.
E io cosa stavo facendo oltre che fissarlo? Continuavo a cantare la sua canzone come se nulla fosse.
Ero davvero, stupita, non pensavo che potesse accadere.
Scrissi velocemente un messaggio a mia madre:
"mamma, mangio a scuola, arriverò piu tardi"
La sua risposta non tardò ad arrivare:
"va bene, mi raccomando stai attenta e non fare tardi,baci"
Dio quanto odiavo quando mi diceva 'baci', tralasciai ciò e mi andai a sedere su una panchina poco distante da quella di Fred anche perché non sapevo bene che fare, quindi decisi di non fare assolutamente niente.
Mi sedetti sulla panchina, incrociai le gambe e iniziai a leggere "after 3" come se tutto fosse normale.
Guardai la panchina e Fred non c'era più.
"cazzo, sono una cogliona" dissi.
"e perché lo saresti?" rispose una voce di me.
Mi girai di scatto e lo trovai lì, dietro di me, e con un sorriso a 32 denti.
Gli sorrisi e cercai di rispondere alla sua domanda.
"beh, ti avevo nota-to e-e non sapevo bene cosa fare, quindi mi s-sono seduta qui" dissi con voce tremante.
Spostò la mia cartella che era a fianco a me sulla panchina e la posò a terra, così riuscì a sedersi vicino a me.
Ero leggermente imbarazzata ma non come all'inizio.
Da lontano vidi una massa di folla che si guardava intorno, come se stesse cercando qualcuno e io sapevo chi.
Fred guardò dove stavo guardando io e si alzò di scatto in piedi.
"questo ora mi saluta e mi pianta qui, che bello" pensai tra me e me.
Invece, la mia mente si sbagliava. Mi prese la mano, prese la cartella e si allontanò da quella panchina.
"sai per caso un posto dove nasconderci per un po'?" mi chiese tenendomi ancora per mano.
"emh si" dissi e lo portai nei box, nel mio box, era il mio rifugio e la cosa bella è che potevo starci quanto volevo perché era come una mini casa.
Aprii il box, gli feci cenno di entrare e lo richiusi.
Ma stupida come sono prima di richiuderlo non accesi la luce. Iniziai a vagare come i cechi in cerca dell'interruttore e dopo aver toccato varie volte il muro e il suo petto riuscii a trovarlo e lo schiacciai.
Sapevo di avere le guance rosse dall'imbarazzo quindi misi le mie mani sopra di esse per coprirle.
Lui guardò quel gesto e rise. Iniziò a vagare in quel luogo in cui stavo la maggior parte del mio tempo e si siese sul letto che c'era di fronte a lui.
"vieni qui, non ti mangio" mi disse ridendo.
Andai da lui in silenzio e mi sedetti, proprio lì, vicino a lui e continuai a stare zitta come se non avessi più la lingua.
"voglio sentirti ancora cantare, la tua voce mi ipnotizza" mi implorò.
Iniziai a cantare quando il suo dito si posò sulle mie labbra, facendomi subito smettere.
"fermati un attimo, raccontami qualcosa di te, per favore" ero imbarazzata da quella domanda ma riuscii a rispondere quasi subito.
"emh, mi chiamo Deborah, ho 17 anni e amo scrivere e cantare, vorrei tanto avere un futuro come cantante" dissi mettendo una mano dietro al collo in segno di palese imbarazzo.
"nessuno ti ha mai aiutato in questo? I tuoi magari, o il tuo ragazzo?" chiese.
"beh, i miei hanno sempre detto che dovevo prima pensare allo studio e il resto sarebbe venuto in seguito ma, per via di questo non ho molto tempo libero e per rispondere all'altra 'domanda', non ho un ragazzo" dissi guardando il pavimento.
Mi prese la mano e si avvicinò pericolosamente a me.
"beh, lui ha 23 anni, io 17, abbiamo 6 anni di differenza dai, però no, cioè tra tutte le fighe che può avere sceglie una come me? Non scherziamo va." pensai ancora.
Alzò l'altra mano e la mise delicatamente sulla mia guancia, cosi rossa che iniziai ad avere caldo.
Mi guardò negli occhi e sentii le sue labbra sulle mie poco dopo, era strano, ma assai piacevole.
Mi buttai sopra di lui che si lasciò cadere all'indietro sul letto.
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volete un altro capitolo?
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deb

innamorata di un cantante Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora