25.

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La settimana è andata benissimo.
Io e Jack, andiamo d'amore e d'accordo.
Abbiamo litigato solo sul fatto che ho parlato con Brent per chiedergli consiglio su un vestito da comprare, e come sempre, Jack, da maniaco pazzo geloso psicopatico che è, si è arrabbiato.
Ho invitato Samantha per cena questa sera.
Jack non l'ha presa molto bene, ma questa, come ha detto lui, è anche casa mia da quando sono qui, quindi posso invitare chi voglio.
Estela sta preparando il piatto preferito di Jack, arrosto con patate e verdure crigliate.
In casa c'è un profumo delizioso.
Vado in bagno per fare una doccia, Jack è in soggiorno, a leggere il giornale.
Voleva fare la doccia con me, ma il suo intendo non era fare la doccia.
L'ho dovuto praticamente cacciare dal bagno, per lasciarmi in pace e farmi la doccia da sola.
Mi insapono per bene il corpo e i capelli, mi risciacquo ed esco dalla doccia con l'asciugamano.
Mi asciugo il corpo e poi accendo il phon, asciugandomi i capelli.
Esco dal bagno e vado in camera, apro un cassetto ne tiro fuori un paio di mutandine e un reggiseno, entrambi di pizzo bianco.
Scendo le scale, per andare da Jack.
Passando vedo Brent, vicino l'ufficio, corro il più veloce possibile ed entro nell'ufficio di Jack.
Lui è di schiena a parlare al telefono e quando sente la porta chiudersi, si gira. Sgrana gli occhi nel vedermi e lo sento tossire.
«La richiamo.» dice, e mette giù «che accidenti ci fai vestita cosi? Ti ha vista qualcuno?» chiede, togliendosi la giacca e mettendomela.
«Solo Brent che era uscito dall'ufficio.» dico ridacchiando.
«Ti ha vista?! Vestita cosi??» urla, annuisco a mi stringo nelle spalle, a mo di scuse.
Mi avvicino di più a lui, e lo faccio sedere sulla sedia.
Stavo pensando, questo completo e troppo...
Mi fermo, camminando avanti e indietro davanti a lui, mezza nuda nel suo immenso ufficio.
Mi siedo su di lui, strusciandomi lentamente, sopra di lui, e inizio a sentire quanto è duro.
«Ti piace questo nuovo completino?» dico, continuando a muovermo.
Jack, annuisce mentre ansima.
«Piccola, cosi mi fai venire nei pantaloni. Ti prego...b-basta...» dice mentre ansima, io continuo, avanti e indietro.
Metto una mia mano nelle mutandine, toccandomi e sono giá molto bagnata per lui.
Jack apre le bocca, succhia voglioso le mie dita, e poi le rimetto li, a darmi piacere.
«Chiudi gli occhi.» dico, alzandomi da sopra di lui.
Fa come gli dico e appena li chiude, inizio ad abbassargli la zip dei pantaloni.
Prendo il suo membro in mano e inizio a muoverla su e giù, geme e ansima mentre io continuo a muovere la mano.
Lo prendo in bocca, sospira e mi accarezza i capelli e lo sento raggiungere il culmine, venendo nella mia bocca.
Mi alzo e lui ha ancora il fiatone.
Faccio per allontanarmi ma mi ferma, prendendomi la mano.
«Resta.» dice, accarezzandomi le nocche della mano.
Lo bacio sulle labbra, ma poi mi allontano, avviandomi alla porta e quando mi giro, lo vedo con il broncio e io scoppio a ridere.
È adorabile.
«Aspetta, non uscire cosi. Brent potrebbe vederti.» dice e fa alzarsi, ma io sgattaiolo via dal suo studio in fretta.
Cammino per il corridoio, e per ora è deserto.
Salgo le scale e vado in camera.
Prendo un pantalone di tuta blu notte e una felpa grigia dall'armadio.
Mi infilo le mie ugg nere, sistemo i capelli in uno chignon morbido e vado in soggiorno.
Mi siedo sul divano, con il libro 'Cittá di carta' e ne leggo qualche pagina.
I'll trillo dell'ascensore mi distrae. Giro lo sguardo e vedo entrare una alta signora sulla cinquantina, dai capelli biondi, occhi celesti, fisico statuario, vestita con una camicia grigio perla, una gonna a tubino nero, decollete louboutin con tacco 12 nere, un trench burberry brit sbottonato e una
birkin nera, al braccio.
Al collo indossa un collier con zaffiri blu, e abbinati degli orecchini, anchessi con gli zaffiri blu.
Io rimango a bocca aperta a quella visione.
«Tu devi essere Madison.» dice, lasciando la borsa e il trench a Estela.
Annuisco e mi alzo dal divano.
Mi sdringe la mano, e al terzo dito della mano sinistra, c'è un grande anello di diamanti.
«Jack mi ha tanto parlato di te.» ci sediamo sul divano, e io in confronto a questa donna, sembro una zingara.
«Vedo che hai giá fatto la conoscenza della mia futura moglie.» Jack appare vicino a noi.
Saluta la donna con un bacio sulla guancia e la abbraccia.
«Piccola, lei è Amelia, detta anche Lia. Mia madre.» dice e io sono sorpresa.
Pensavo sua madre fosse una donna più anziana, invece non lo è, ed è molto bella.
Restiamo in sala a parlare per un po', aspettando Samantha e Edward, che ancora non sono arrivati.
Lia mi racconta aneddoti divertenti di Jack di quando era bambino, di quando scambiò il vino per succo e bevve un bicchiere di vino a sette anni e molto altro.

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