prologo

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Gal p.o.v

-flashback-

«mamma, che mangiamo stasera?» chiedo io, affamata

«riso crudo con erba di Masz, il tuo preferito! Ma abbi pazienza, mancano ancora 15 minuti...» risponde mia madre con tono amorevole, ancora rimunginando il cucchiaio di legno dentro la scodella

Annuisco e ritorno a sedermi sul davanzale della finestra, aprendola leggermente e uscendo il braccio fuori.

Sta nevicando. Neve!

Perché sono contenta?

Perché vivendo su Jakku, non abbiamo mai avuto la possibilità di goderci o Giocare con la neve...

Ridacchio allo sfiorare della neve sul mio braccio, e improvvisamente una lampadina si accende dentro di me

Scatto in cucina e afferro con una mano il barattolo vuoto che c'è nel Tavolo.

«Galría che fai?» chiede mia mamma con tono calmo

«sto raccogliendo la neve» rispondo io infilando fuori dalla finestra il barattolo

«ah, dolce ingenuità. Piccola mia, non puoi tenerla si scioglierà, e diventerà acqua»

«allora farò un modo che non si sciolga»

«davvero?» dice mia madre ridacchiando,

«La metterò nel congelatore, quando voglio osservarla la uscirò, e poi la rimetterò nel congelatore» dico storcendo un po' il muso

«sei così determinata» dice allusivamente, stringendomi forte e accarezzandomi i capelli

«la mamma ti ama»

E all'improvviso, un forte boato si sente da fuori.

Una leggera luce rossa riempie il vetro di una lastra della finestra, mia madre si ci affaccia, e correndo per la casa dice: «Gallie, raduna le tue cose e andiamocene»

«ma mamma che succede?»

«fa come ti dico»

Eseguo i suoi ordini, e corro come una furia.

I toni sono cambiati drasticamente...

Ma senza accorgermene esco fuori, e resami conto dello stupido ma ilare errore, decido di voltarmi molto lentamente, ma vengo accolta da tanti uomini bianchi con dei blaster carichi.

Quanto vorrei averne uno con me...

Alzo le mani in segno di resa, ma mi raggiunge uno di quei soldati, ma con un armatura argentata e un blaster un tantino più grande di quel che mi aspettavo...

«dichiara il tuo nome» mi ordina

«francina aguiler»

«il tuo vero nome ragazzina»

«Galría Scarlett Emmerth»

«Dov'é tuo padre?»

Doveva toccare proprio quel tasto...

«é morto..»

«e tua madre?»

«non te lo dirò mai!» gli sferro un calcio nello stinco, ma inutilmente visto che invece di fare del male a lei mi faccio male io.
Mi accascio per terra massaggiandomi il piede, ma non piango...

«sei coraggiosa bambina.» Si complimenta con me, ma non presto attenzione

«tenente P7014»

«si capitano Phasma?» la raggiunge uno di quei soldati bianchi

«avverti Ren»fa una pausa«e distruggi la casa» 

al sentire di quelle parole inizio a urlare, a urlare e a urlare come un animale che sta per essere torturato.

Poi qualcuno mi prende in braccio e mi fa sparire dentro la nave.

-fine flashback-

Mi risveglio di colpo tutta sudata, scattando sull'attenti nel letto.

Scostò un po' dei capelli appiccicati nella mascella e nel collo, e decido di ricoricarmi.

«sveglia sfaticati, é ora di mettersi a lavoro» uno Stormtrooper ci viene a svegliare, con tutta la delicatezza di questo mondo...

Non potendo fare altro mi siedo sul letto e inizio a raccogliere i capelli in una coda di cavallo.

Decido di svegliare Joseph, il mio compagno di stanza, nonché il mio migliore amico

Dopodiciò, mi dò una sciacquata veloce, per poi raggiungere L'Angar, alias la mia base di lavoro...


-superbia- Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora