I Will

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Londra, 1968. Carol Rockwell camminava lungo Cavendish Avenue in un fresco pomeriggio d'Aprile guardandosi intorno. Seppur molto lentamente, la primavera iniziava ad avvicinarsi nella fredda ed uggiosa Londra. Dietro le nuvole usciva qualche insicuro raggio di sole che fece sorridere Carol, che già pensava a godersi le meritate vacanze dopo mesi e mesi di studio. Quello infatti era stato il suo primo anno d'università. Qualche mese prima di questo tranquillo pomeriggio, infatti, Carol era stata ammessa all'università di Brunel, e aveva preso l'ardua decisione di trasferirsi con qualche amica nella grande e confusionaria Londra per essere più vicina all'università e per avere più oppurtunitá lavorative, dopo aver finito gli studi. Così, lei, Danielle e Kristine si trasferirono al numero 8 di Cavendish Avenue, molto vicino agli Abbey Road Studios che in quegli anni erano pieni di cantanti e gruppi innovativi. Nessuna di loro tre, però, era interessata particolarmente alla musica; erano molto impegnate con i rispettivi lavori e studi e di rado si davano allo svago.

Carol arrivò davanti al cancello di casa sua, lasciato socchiuso in precedenza da una delle due coinquiline. Carol lo chiuse, attraversò il piccolo giardino ed infilò la chiave nella serratura della porta bianca. La casa era molto ordinaria all'interno, non c'era nessun mobile che attirasse particolarmente l'attenzione. Appoggiò il cappotto sullo schienale del sofà, e salì le scale in legno. Le poche porte del corridoio erano aperte, e lasciavano intravedere Danielle che parlava al telefono e Kristine che, appena rientrata dal lavoro, si stava rilassando leggendo un libro. Carol salutó entrambe ed entrò in camera sua. Non era molto grande, al contrario di quella che aveva nella sua vecchia casa, ma le piaceva comunque. C'era un letto a una piazza e mezzo, una cassettiera in legno scuro e una scrivania del medesimo materiale che fungeva anche da comodino. Carol spostò lo sgabello e lo avvicinò alla scrivania, prese i suoi libri dallo zaino che aveva ancora sulle spalle e iniziò a studiare per tutto il pomeriggio.

Ad interromperla fu Kristine, quattro ore dopo, che la avvisava di star uscendo con Danielle e le augurava una buona serata. Carol colse quell'oppurtunitá per smettere di studiare e fare qualcos'altro, anche perché non avrebbe potuto memorizzare altre informazioni con il mal di testa che aveva. Così chiuse i libri e scese al piano di sotto per prepararsi qualcosa da mangiare. Dopo aver guardato con attenzione tutto il cibo a disposizione, decise di prepararsi un semplice hamburger da mangiare mentre guardava la tv. Guardando fuori dalla finestra, mentre aspettava che la sua cena fosse pronta, notó che il cielo era sgombro da nuvole e così, una volta finito di cucinare l'hambuger cambio idea e uscì fuori e appoggió il piatto sul tavolinetto che avevano in giardino. Quando stava per finire, una figura maschile si avvicinò al cancello della casa di Carol. Si fermò ad osservare per un attimo la ragazza che iniziava a mangiare, senza che lei se ne accorgesse. «Ehilá!» disse il ragazzo da dietro il cancello. Carol cercò di non far notare il suo spavento e salutó a sua volta, seppur non conoscesse quel giovane uomo. Teneva al guinzaglio un grande cane a pelo lungo che aveva un'aria molto giocosa.

Carol sapeva che quel ragazzo era famoso per qualche motivo, ma non riusciva a ricordarsi perché. L'aveva visto in tv e di solito era circondato da ragazzi che volevano conoscerlo, ma ora le sembrava un ragazzo come tutti gli altri. «Piacere di conoscerti, io sono Paul» si presentó sorridendo.

Carol si avvicinò, ancora un po' impaurita, per aprire il cancello e tese una mano verso il ragazzo. «Piacere mio. Io sono Carol» cercò di sembrare più disinvolta possibile e di mascherare la stanchezza con un sorriso amichevole, nella speranza che Paul non si accorgesse delle sue borse sotto gli occhi. Carol restò in silenzio nella speranza che Paul fosse meno timido e più socievole di lei. Scambiarono quattro chiacchiere, e a sua sorpresa, Paul si rivelò un ragazzo molto amichevole e quell'incontro fu molto piacevole.

«Ti va di uhm, venire a mangiare da me stasera?» propose il ragazzo cordialmente, seppur fosse sicuro di sé stesso. Carol si sentí lusingata da quella proposta, anche se era ancora profondamente scettica all'idea di stringere amicizia con una persona così in fretta. Prima di dare una risposta, ricordò a sé stessa che se avesse detto di no, sarebbe tornata a studiare. Ma quell'opzione non sembrava altrettanto bella quanto il ragazzo che le stava davanti, e quindi accettò. «Mi piacerebbe molto, grazie» sorrise Carol. «Io avevo già iniziato a cenare però.»

«Oh, puoi sempre finire a casa mia» disse Paul ridendo. I due uscirono dal cancello di Carol e attreversarono la strada illuminata dalla fioca luce dei lampioni. Entrarono nel giardino di Paul, molto più grande di quello di Carol e delle sue coinquiline.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 14, 2021 ⏰

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