capitolo 12

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KELSEY'S POINT OF VIEW:

Il mio cuore si fermò. Sentii come se qualcuno era dietro di me e mi stesse rubando l’aria.

Spostando una ciocca di capelli, mi guardai attorno timida, cercando qualcun altro con qui potesse parlare, anche se sapevo che voleva parlare con me.

“Ora.” Disse, non capì se era un comando o una richiesta. I suoi occhi mi guardarono mentre avanzavo verso di lui. 

Fermandomi ad un paio di passi, mi leccai le labbra incrociando le braccia.

Senza mai staccarmi gli occhi di dosso, mi fissò dal basso verso l’altro. 

Mi aspettavo rabbia, furia.. disgusto.

Portando una mano verso di me, i miei occhi lo guardarono impauriti mentre lui deglutiva. “Vieni qui.” Mormorò, aspettando che rompessi il giacchio.

Dubbiosa, se andare o meno da lui, lottai contro la parte di me che mi diceva di andare via, e entrai tra le sue braccia. 

L’elettricità ci invadeva, un gemito venne fuori dalle mie labbra mentre ero con gli occhi spalancati, confusa su come sentivo i miei battiti così forti.

Allontanandomi, guardai ogni dettaglio sul pavimento, impaurita del fatto che se avessi detto o fatto qualcosa, avrei fatto riemerge il brutto lato di Justin.

Justin doveva aver notato la mia paura, perché mi accarezzò i fianchi. “Guardami.” Sussurrò, mentre la disperazione avvolgeva le sue parole.

Deglutendo, mi morsi l’interno della guancia, mi guardò negli occhi.

Portando la sigaretta nell’altra mano, inalò il fumo, tirò la testa indietro e lo buttò fuori.

Avvicinandomi, gli accarezzai il collo. Justin mi guardò, ma non dissi nulla. Mettendo una mano sul suo petto, lo toccai finalmente.

“Avvicinati ancora di più.” Mormorò.

Mi avvicinai confusa, non sapendo cosa voleva fare. 

Prendendo un altro tiro, portò le labbra alle mie, senza toccarle. “Apri la bocca e inala.” Disse, aspettando che facessi come mi aveva chiesto. Soffiando il fumo, mi arrivò in bocca, tirai la testa indietro e lasciai uscire.

Avvicinandosi, premette le labbra sul mio collo, sorprendendomi. 

Lo guardai, non sapendo cosa fare o dire, guardai la sua maglietta. Notando i disegni, li toccai con una mano. Prendendomi la mano nella sua, me la strinse. “Dobbiamo parlare.”

“Lo so.”

Buttando la sigaretta a terra, la spense con la scarpa prima di stringermi i fianchi. Leccandosi le labbra, sospirò. “Non so più cosa fare.”

“Cosa intendi?” Chiesi

“Ogni volta che penso che le cose comincino ad andare bene tra di noi, qualcosa ci rovina tutto.” Justin mi spostò i capelli dal viso e mi accarezzò la guancia. “Continuo a ferirti…”

“Justin—“

“No.” Scosse la testa. “So cosa vuoi fare e non funzionerà. Puoi dirmi quanto vuoi che non era colpa mia, ma non cambia ciò che ti ho fatto.”

Abbassai la testa, giocando con le dita. “Ciò che hai detto, ferisce, non ti mentirò. Dirmi che sono una puttana quando non ho fatto nulla di sbagliato..” Scossi la testa. “Mi ha fatta sentire male.. come se avessi fatto qualcosa per meritarmelo.”

“Non potresti mai meritarti quelle parole.. ciò che ho detto è inaccettabile e non avrei dovuto saltare alle conclusioni. So che non provi nulla per John. So che non lo frequenti di nascosto… ma qualcosa dentro di me, mi ha fatto dire quelle cose, come se tu stessi mentendo a me per tutto il tempo.”

Danger's back - italianoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora