Ran, sono tornato...

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-eccolo, è pronto!-

È così che Ai mi annuncia di aver completato, dopo tre giorni e due notti senza dormire, l'antidoto definitivo all'APTX4869.

Ha passato tutto questo tempo in laboratorio, non usciva mai, giusto qualche volta per mangiare, e appena usciva si leggeva la stanchezza nei suoi occhi, anche se lei ripeteva di non essere stanca.

Diceva che lo faceva perché si sentiva in colpa verso di me, Ran, tutti. Diceva anche che ormai non poteva staccare perché era vicina alla soluzione, ma non mi sembrano motivi sufficienti per lavorare in modo così persistente, c'erano altri motivi sotto, ne sono certo.

-grazie mille Shiho, ma ora vai a riposarti per favore, sei stanca, e non dire di no perché non è vero-

Il mio tono di voce severo e dolce allo stesso tempo diceva quanto era stata importante per me Shiho nel corso di questi 10 anni.

Senza di lei non avrei retto per molto e avrei fatto pazzie. Andiamo, sappiamo tutti ormai che per Ran sono capace anche di questo.

-uffa! Quanto sei noioso Kudo!-

Che faccia buffa! Ultimamente la vedo migliorare parecchio, ora ride insieme a me e al professor Agasa e si apre un po di più, anche se cede appena si apre il discorso "organizzazione nera".

-buona fortuna con Ran! Ti voglio bene..-

Mi fa prima di salire le scale che portano al piano di sopra. Io, prima che sparisca, sussurro in risposta

-anch'io Shiho..-

Forse mi ha sentito, ha finalmente sorriso.

-su Shinichi, vai di là e prendi l'antidoto, Ran ti aspetta! I tuoi vestiti migliori sono già pronti, ora vai, sbrigati!-

Il professore è davvero contento, finalmente non dovrà più vedere la ragazza che considera da sempre una nipote soffrire per una grande bugia di cui lui stesso è a conoscenza.

Confesso di essere felice anch'io, finalmente dirò tutto a Ran, in qualche modo. Mi preoccupo di più della sua reazione, vederla scivolare via da me sarebbe troppo doloroso da sopportare, e non penso che nel suo cuore nasceranno solo emozioni positive.

Ma devo farlo, fa più male mentirle che vederla sparire, consapevole però della verità.

-su Shinichi!!-

-certo, ora vado! Stia calmo professore-

-scusami, ma sono più agitato di te-

-non si preoccupi, ora vado-

Mi dirigo nella cameretta del piccolo Conan Edogawa, quel piccolo detective impiccione dall'intelligenza troppo grande che risolveva tutti i casi di Kogoro Mouri e dava il merito a lui, quel piccolo che da oggi non esisterà più.

Mi mancherà un po essere Conan, in fondo ormai ci sono abituato.

Tornando a noi, prendo la pillola e torno Shinichi Kudo, il famoso detective liceale con abili doti investigative che aveva intorno tutte le ragazze che voleva, ma aveva occhi solo per una, unica, si era innamorato della sua timidezza, del suo grande altruismo e della sua pazienza, e ora aveva tanta paura di perderla a causa della sua stupida curiosità.

Prendo il mazzo di orchidee appoggiato vicino ai vestiti che il professore mi ha lasciato ed esco dall'abitazione.

Per strada penso a quali parole usare per dirgli che ci sono di nuovo.

Arrivo davanti alla sua porta senza avere chiaro cosa dirle, dovrò improvvisare.

Ansia, panico, paura, ma anche felicità. Suono il campanello, mi trema la mano.

-chi è?-

La sua una voce roca diceva tutto: aveva pianto, per tutta la notte forse.

Tanto ormai era quotidiano, e questo mi faceva stare malissimo. Piangeva per me, parlava di me a Conan con gli occhi lucidi, nonostante tutto questo tempo continuava ad aspettarmi.

Ma dopo quello che gli dirò dubito che mi accolga subito a braccia aperte.

-sono il tuo Shin, Ran-

Forse non ci credeva, perché sono passati pochi secondi prima di vedere la porta di casa sua spalancarsi, pochi secondi che mi sono sembrati secoli.

Porgo alla dolce ragazza davanti a me le orchidee, e cerco di nascondere in qualche modo le mie guance un po arrossate per l'imbarazzo, strano, non mi succede mai.

Le prende e le appoggia sul tavolino vicino alla porta con un movimento velocissimo, talmente tanto che dopo due secondi è già abbracciata a me.

Ricambio il suo abbraccio disperato, tanto atteso da entrambi, e le accarezzo la nuca.

-Shinichi non andare via, io sto male se tu non sei con me-

Inizia a piangere sul mio petto, la risposta che darò sicuramente la renderà serena, felice oserei dire.

-non andrò via di qua, ma a condizione che tu mi baci tutti i giorni, a tutte le ore, e che mi dica sempre 'ti amo', senza mai avere timore di urlarlo-

Sorpresa, alza lentamente la testa per guardarmi negli occhi.

-Shinichi, mi stai dicendo quello che penso?-

Annuisco, senza parlare, per poi baciarla dolcemente.

-però devi sapere una cosa, Ran..-

La mia espressione non può che diventare triste prima di raccontarle tutto.

-ecco, io non ti avrei mai abbandonato perché sei la mia unica ragione di vita, ti giuro che non l'ho mai fatto. Ran, Conan Edogawa non esiste, esiste solamente Shinichi Kudo.. Ma aspetta, prima che tu apprenda male il concetto, voglio solo dirti che avevo una ragione più che valida per nascondermi, io volevo solo proteggerti, volevo proteggere la mia piccola.. Io mi sono cacciato nei guai, per colpa della mia maledetta curiosità, la sera in cui andammo al Tropical Land, dieci anni fa.. Ho seguito dei malviventi, ricordi? Beh, loro fanno parte di un organizzazione criminale molto grossa, e mi hanno dato una pillola che doveva farmi morire, ma mi rimpicciolì. La mia morte non era ancora certa, quindi dovevo rimanere nell'ombra per proteggere tutti, soprattutto te, piccola..-

Negli occhi lucidi di Ran si leggono chiaramente rabbia, amore, tristezza, dolcezza, sfiducia, riconoscimento..

Un misto di emozioni imperfette che insieme, paradossalmente, creano la perfezione: un bacio.

Ran mi ha baciato, è stato dolce e delicato, un emozione del genere non l'avevo mai provata.

-Shinichi io non posso non perdonarti.. Io ti amo, Shin-

La afferro dai fianchi e l'avvicino a me, per poi avvolgerla in un abbraccio che entrambi aspettavamo da tempo.


(Anime: Detective Conan)

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