The Match

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Scusate per il ritardo ma ci sono stati dei problemini tecnici ;).

Alzo lo sguardo verso l'orologio: sono le 17:00, ho dormito per tutto il pomeriggio.
Cazzo, ho dimenticato la partita di Daniel!
Mi preparo in fretta, metto un po' di matita nera negli occhi per dare un tocco rock al mio viso stanco per le notti insonni.
Mi dirigo al campo sportivo del paese, sono curiosa di ammirare Daniel giocare, in tutta la sua bellezza ed anche Dylan, in tutta la sua stranezza.
Mi chiedo se stessi facendo la cosa giusta, in un certo senso vorrei non avere l'opportunità di conoscere nessun essere maschile. Ho paura di innamorarmi, non mi piaccio io, come posso piacere a qualcun' altro?
Scaccio via questi pensieri per non far colare via tutta la matita dalle lacrime che sarebbero scese a momenti.

Entro e trovo tanta gente, non me l'aspettavo, scelgo un posto isolato sugli spalti e mi siedo. Non mi interessa molto il calcio e non conosco tutte le regole ed i termini, ma credo che Daniel abbia un ruolo di attaccante, insieme al mio vicino di banco.
Sembra che insieme siano una coppia fenomenale, si abbracciano ogni volta che uno dei due fa gol, entrambi sono bravissimi in quel gioco, forse l'unica cosa della vita che sappiano fare con serietà.
La partita finisce ed io ho l'occasione di vedere i "calciatori" uscire dal campo, io sto lì, ancora seduta, cerco di far finta di nulla ma li scruto attentamente con lo sguardo, sono sexy con quei pantaloncini, tutti uguali e tutti sudati. Una bella doccia non gli avrebbe fatto male.

Torno a casa e prendo il cellulare tra le mani per contattare Dylan, non so come iniziare la conversazione, quindi opto per scrivergli un messaggio di congratulazioni per la vittoria ottenuta.
Stiamo ore a chattare, parlando delle cose più stupide, noto che ha anche un lato simpatico, questo mi fa sentire bene...

Sono le 2:00 di notte e non riesco a dormire, mi connetto su WhatsApp e vedo chi c'è online. Nessuno.
Decido di provare a dormire siccome domani c'è scuola, ma qualcosa me lo impedisce, sento dei rumori che mi spaventano, così decido di chiamare il primo che mi viene in mente, il mio vicino di banco. Mi risponde dopo un paio di squilli.
Lui cerca di calmarmi, ma io ho veramente molta paura.

Ho passato tutta la notte a parlare con lui, devo dire che è molto di conforto, sa come farmi sorridere. Credo che sia un bravo ragazzo in fondo. Come mai nessuno se n'è accorto prima? Tutti lo descrivono come un mostro che in realtà non è.

È già mattina, mi preparo e vado a scuola, lì mi aspetta il mio compagno di banco tutto sorridente che mi chiede: "come va?"
"Bene, grazie" rispondo io con tono stanco.

Quella scuola non mi piace, ma devo andarci perchè è la più vicina. Tutti sembrano prendermi in giro, troppo diversa, troppo sola, in un certo senso anche "depressa", ecco come venivo definita. Un po' lo ero, ecco perché nessuno che mi rivolge la parola, solo Dylan, forse anche lui è solo come me. È per questo che ci troviamo bene.
Parlandoci scopro molte cose nuove, capisco che abbiamo molto in comune, ed è sempre bello girarsi per guardarlo e vedere il suo sguardo che era già posato su di te. Mi faceva sentire bene ed, in un certo senso anche protetta perché era sempre pronto a difendermi in qualsiasi situazione, eppure non aveva nulla da guadagnarci. Anche se ci conosciamo da pochissimo sento che ci tiene a me, in qualche modo.

HIDDENWhere stories live. Discover now