Interview for dinner

414 28 21
                                    

Mi svegliai, erano le sette del mattino, mai una volta che riuscivo a stare più di qualche ora in più a letto, adoravo fae il cavaliere di Gotham, ma per la carità di Dio, fare il lavoro il mattino dopo era una palla al piede. Alzai il mio busto dal comodo letto e mi misi seduto, guardai il comodino di fianco a me e presi il biglietto del giornalista, ancora il dubbio se chiamarlo o meno, più che altro gli e lo devo, lui mi ha fatto saltare un intervista, come educazione dovrei concederliela, sospirai e presi il telefono posato su un mobile, composi il numero e subito partí la chiamata, uno squillo, due squillo, tre squilli, non avrebbe risposto?
Stavo per buttare giù ma appena sentii una voce mi rimisi il telefono all'orecchio

< pronto? >

Clark:< pronto, chi chiama? >

Sentii uno sbadiglio provenire dalla cornetta opposta, la voce era ancora impastata dal sonno, l'avevo svegliato? Strano, pensavo si stesse preparando per il lavoro, sospirai e pronunciai il mio nome, il ragazzo stette zitto per un po' e poi rispose con un << ah, non ci speravo >> risi e stetti a sentire che combinava il ragazzo

Clark:< allora? Come va? >

< Io bene, sei tu quello che si sta per riaddormentare >

Clark:< ma no, sono più che sveglio >

Sentii sbadigliare e mi trattenni una risata, che palle, odio ridere di queste sciocchezze, stavo per chiedergli quando era libero ma lui mi sorpassò facendomi chetare

Clark:< no, non di questa settimana almeno, signora Millinton non è oggi il mio compleanno e nemmeno di questa settimana, non si preoccupi, si si mamma sta bene, sono al telefono mi scusi >

Sentii ridere il ragazzo e poi qualche brontolio in sottofondo da una voce non ben specificata a cui aveva dato lo pseudonimo di signora Millinton, poi sentii una porta chiudersi e rischiarii la voce

Clark:< scusa, i vicini, dicevi? >

< allora, quando saresti libero per l'intervista? >

Sentii accendere una moca, si faceva il caffè? O camomilla? Qualsiasi cosa faceva mi dava segno che almeno la mattina non era rincoglionito

Clark:< a me va bene tutti i giorni, basta che sia di questa settimana, la prossima farò un'intervista fuori America, quindi non ci sono >
< mh, va bene, potrei esser libero questo domani sera, ti va? >

Clark:< domani sera? Si è perfetto >
Stavo ancora una volta per parlare ma nulla, interrotto di nuovo da una voce stavolta chiara e udibile, una donna, la fidanzata? Credo

Clark:< no mamma, non è un appuntamento, no non è il mio o la mia fidanzata/o, si mamma è lavoro, cos-- No non mi piace! Ahh va bene starò attento, posso continuare la mia chiamata? >

Rise scherzoso e sentii la donna ridere, mamma? Abitava ancora con i genitori quindi, che mammone, almeno ora posso capire dal discorso che non ha ancora qualcuno, strano, mi ricordavo che in fatto di aspetto non era messo male, oppure ho bevuto io qualcosa di troppo

< hey faccia d'angelo, ci sei ancora? >

Clark:< faccia d'angelo? >

< si è il soprannome che ti ho affidato >

Clark:< ah si? E perché? >

Sentii una risata breve e cristallina, sorrisi leggermente, eh no, anche i sorrisi no, quella persona era contagiosa

< semplice, hai la faccia troppo angelica per essere di Gotham >

Clark:< ma infatti io...sono di Metropolis >

you don't know meWhere stories live. Discover now