Capitolo VI [Ultimo]

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Agitata come non mai mi ritrovo di fronte alla porta di casa di Orochi.

Ho provato a contattarlo, ma a quanto pare ha l'influenza.

Non è molto carino lasciare una persona malata, ma non posso più aspettare.

Devo farlo oggi o non ne avrò più il coraggio.

Tanto più considerando che poi dovrò parlare con Hiro.

Stamattina il biondo non è venuto a colazione da me e casa mia sembrava così dannatamente vuota.

È stata l'ennesima conferma di quanto io senta un bisogno viscerale di averlo accanto.

Forse sono davvero crudele dato che non vedo l'ora di sbrigare sta cosa per correre da Hiro.

Hiro direbbe che almeno sono corretta. Lo lascio di persona invece che per messaggio, cosa davvero pessima, ma terribilmente di moda al giorno d'oggi.

Ecco.

Di nuovo.

Hiro di qua, Hiro di là.

Quanto sono stata stupida fino ad ora?

Non ho idea di cosa dirà dopo che gli avrò confessato ciò che provo, ma... va bene lo stesso.

Cercherò di fare come lui.

Ha passato più di quindici anni a curare la ragazza che amava senza chiedere nulla in cambio.

Non so se riuscirò a farcela come lui, ma ci proverò.

Nel caso avesse perso l'amore che provava per me accetterò la cosa.

Sarà il mio turno stavolta.

Ora però non è il momento di pensare a questo.

Facendo un bel respiro profondo suono il campanello.

"Chi è?" si accende il citofono.

- Sono Shiori, ti devo parlare. -

"Shiori? Sono malato. Non credo sia bene farti entrare in casa, potresti ammalarti."

- Non importa, devo davvero parlare con te! -

Dopo un attimo di lungo silenzio si apre appena la porta.

Quello però che mi si presenta di fronte è ben diverso dalla scena che mi aspettavo di vedere.

Il capelli del ragazzo sono completamente scompigliati, come avesse lottato col cuscino, ma a sconcertarmi è un'altra cosa.

Il suo aspetto.

Non sembra affatto ammalato, anzi.

Sembra in piena forma, solo... col fiatone e a disagio.

- Ciao Shiori. È davvero così importante? Non mi sento affatto bene. - finge palesemente dei colpi di tosse.

Che sta succedendo?

- Sì, senti... posso entrare? Non ti fa bene star qui se sei malato. - gli reggo il gioco.

Lui però blocca il mio tentativo di aprire di più la porta - No, va benissimo qui. Non vorrei che ti ammalassi pure tu. -

Aggrottando la fronte - Non succederà. Posso... - un forte rumore blocca il continuato della mia frase.

- C'è qualcuno in casa con te? - lo fisso perplessa.

- N-No... è solo il gatto. Deve aver rotto qualcosa. -

- Quale gatto? Tu non hai un gatto. - mi stranisco sempre di più.

- Ne ho preso uno un paio di giorni fa. -

L'Amore Vicino A MeWhere stories live. Discover now