~Maledetta pt 2~

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*Capitolo curato ed editato da Enis Slama*

Il prete fissava il viso fanciullesco di Sherry senza batter ciglio.

«Come puoi non ricordare? Mi hai distrutto la vita e no, non è come pensi! Non mi sto sbagliando, ciò che
hai fatto poco fa conferma che sei il mostro di cui ho memoria... dannata ragazzina!»

La fanciulla sospirò.

«Io non ho ricordi della mia vita prima degli otto anni, so soltanto che sono stata in questo paese con la mia
famiglia per via di alcune foto e qualche racconto che ho sentito dai miei genitori, ma no, padre... io non ricordo cosa vi ho fatto!»

Concluse con solennità, sperando che la sua parola non venisse nuovamente messa in dubbio.
Nel mentre cercava con lo sguardo Malorie. Non appena sarebbero uscite di lì l'avrebbe tenuta d'occhio. Per la prima volta da quando era comparsa nella sua vita, Sherry si rendeva conto che aveva dato troppa fiducia a quel piccolo essere, nonostante non riuscisse a non volerle bene.
Quanto all'uomo, restio a crederle, spostò lo sguardo su una delle statue che, in fila, costeggiavano la navata.
Doveva essere santa Rita, dati i bulbi oculari che teneva sui palmi delle mani. Tuttavia, la marmorea figura non aveva la testa.
La fanciulla si voltò ad osservare la statua, poi l'uomo iniziò il suo racconto.

«Era una giornata d'estate di nove anni fa. C'era il sole e l'aria era tiepida, per quanto il clima gelido della nostra Russia lo permetta, sia chiaro.
Ricordo che a quel tempo ero ancora l'uomo gentile che molte persone del quartiere ammiravano e stimavano. Stavo spazzando il davanzale della chiesa mentre intonavo un canto e le parrocchiane che si erano gentilmente offerte mi aiutavano.
Fu lì che per la prima volta, vidi dinnanzi a me la tua famiglia: eravate tutti ben vestiti e con quell'aria di superiorità che tutti i francesi possiedono.
Tua madre splendeva nella sua pesante gonna di taffetà blu zaffiro e i suoi occhi simili a lapislazzuli luccicavano fiammeggianti. Madame Camille mi sembrò così buona... solo in seguito mi accorsi di cosa i
tuoi genitori si occupavano.»

«Cosa significa? Di cosa si occupavano i miei genitori?»

Chiese repentina, interrompendo bruscamente la narrazione della storia.
Si lanciò in avanti e, di risposta, i riflessi dell'uomo lo fecero sobbalzare all'indietro.
Sherry restò con gli occhi spalancati e le braccia poste in avanti, intenta a sostenere il peso del corpo. Una ciocca dorata scivolò da dietro l'orecchio, andando ad ornare il viso dolce e il piccolo seno. L'occhio
dell'anziano parroco si posò svelto sul giovane corpo della ragazza che, trovandosi in imbarazzo, si mise a sedere più lontana, portandosi le ginocchia al petto.

«Scusatemi, proseguite!»

Deglutì.

«Tu ti trovavi dietro la gonna di madame Dupoins. Avevi un'aria così innocente... capace di destabilizzare
anche il più perfido degli uomini. Con i tuoi boccoli biondi a caschetto e il viso paffuto... tanto tenera apparentemente quanto perfida dentro.»

Soffermò il suo sguardo nel vuoto, poi riprese.

«Eravate insieme a una famiglia del luogo: i Petrovonik. Insieme eravate venuti nella mia parrocchia per invitarmi a cena, così accettai e la sera stessa mi recai alla villa dove alloggiavate. Quando arrivai il viale
costeggiato di camelie mi apparve come il Paradiso, per quanto rara era la bellezza di quel luogo.

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