~Incatenati~

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*Capitolo curato ed editato da Enis Slama*

Sasha sedeva comodamente sulla poltrona con le gambe larghe e il capo poggiato sulla propria mano destra
guardato dalla piccola Malorie con disgusto. Quell'uomo non le piaceva per niente e sapeva già cosa fare per
toglierlo dai piedi alla sua mammina, ma non era ancora arrivato il momento di agire. Avrebbe attuato il suo
piano una volta giunti a destinazione, precisamente a casa dello stravagante sconosciuto.
Immobile e silenziosa, sembrò non respirare nemmeno. Sherry, che la teneva amorevolmente in braccio, le
stava acconciando i capelli medio lunghi con delle piccole treccine, lasciando il ragazzo biondo e dal naso
aquilino seduto accanto a loro fissare il soffitto con aria pensierosa. La piccola bambola lo fissò ma Sherry la
voltò per completare l'acconciatura. Voleva intrecciare anche i suoi stessi capelli ma la cute sporca e l'oleosa
radice dei suoi capelli le fecero ben presto cambiare idea. Dimitri e Sherry non facevano infatti un bagno da
giorni. Sherry aveva le unghie nere, i capelli sporchi e i vestiti completamente malandati. Era un miracolo
riuscirle a stare accanto senza scappare. Tuttavia Malorie, dato il suo corpo di porcellana e l'assenza dei sensi
al di fuori della vista, riuscì a starle accanto senza alcun problema.
In quell'istante Sasha si pulì rumorosamente il naso con un fazzoletto, provocando un tale fracasso da
disturbare i passeggeri tutto intorno. Una volta che il suo naso fu libero, il pessimo odore dei due penetrò
dentro le sue narici.
«Oh, per l'amor del cielo Dimitri, chiudete quella fogna!»
Dimitri, che aveva in quello stesso momento spalancato la bocca per liberarsi in uno sbadiglio, divenne rosso
per l'imbarazzo, chinando immediatamente il capo.
«puzzo così tanto?»
L'uomo fece una smorfia e scosse il capo dal basso verso l'alto.
«No, mio caro... ma il tuo alito mi ha ricordato la zia Geltrude e le sue famose scorpacciate di cipolle. Una
cosa davvero poco piacevole! Oltretutto dopo stava male di stomaco e arieggiava per tutta la casa lasciando
un intenso odore di topo morto.»
Dimitri si lasciò andare ad una smorfia di disgusto. Non osò annusarsi e alla sua reazione Sherry si lasciò
andare ad una fragorosa risata. Era raro vederla così allegra e questo riempì il cuore del ragazzo di gioia,
seppur rimase offeso dal suo gesto.
«Cosa c'è di così divertente? Siete davvero insopportabile!»
Mise il broncio, incrociò le braccia e si voltò dall'altro lato sbuffando.
«Perdonatemi ma non riesco a smettere... sembrate un bambino!»
Aveva gli occhi brillanti e, nonostante i denti sporchi, il suo sorriso risplendeva illuminando il suo volto.
Dimitri la osservò e non riuscì a fare meno di ridere con lei.
«Mi state dichiarando guerra?»
«Non lo farei mai, monsieur!»
Nelle sue parole vi si poté riconoscere del sarcasmo.
Dimitri mise le sue mani sui fianchi e iniziò a solleticarla, suscitando lo sdegno della dame e lasciandole
andare a commenti poco gradevoli. Quanto a Sherry, nonostante i commenti delle acide persone alle sue
spalle, non riuscì a trattenersi dal ridere e Sasha, non accettando di essere escluso da cotanta allegria, si
precipitò in mezzo ai giovani, cominciando a ridere a sua volta senza un valido motivo.
Poco dopo però, tornato il classico silenzio imbarazzante per aver riso così sguaiatamente, Sherry si
vergognò per aver permesso a Dimitri di toccarle i fianchi e, soprattutto, per non essere in collera con lui
dinanzi un gesto così intimo.

Il ragazzo dal canto suo era entusiasta per la reazione che la giovane aveva avuto.
«Miei cari, vi annuncio che fra meno di mezz'ora ci sarà la prima fermata a San Pietroburgo. Nipotina, mi
porga il braccio!»
La ragazza guardò il suo compagno. Era insicura ma, a malincuore, lo fece.
Lo zingaro lasciò spuntare dalla sua giacca un paio di manette, chiudendole sul polso della vittima.
«È uno scherzo, spero.»
Disse Dimitri quasi ringhiando.
«NO!»
Rise, scandendo ogni lettera per enfatizzare la sua risata.
«Sapete nipotino mio, non sono così stupido come credete! So bene che provereste a scappare alla prima
occasione...»
«Potremmo scappare anche ammanettati e, oltretutto, dove le avete prese?»
«Sono un regalino gentilmente offerto da un soldato conosciuto qualche anno fa.»
Abbassò e rialzò le sopracciglia in modo da far intendere qualcosa.
«Ora, so bene che potreste scappare anche così, ecco perché lei verrà con me!»
Con un gesto chiuse l'altra parte delle manette sul suo polso.
«Pensavi che vi avrei ammanettato insieme? Oh, ma che romanticone che siete!»
«Cosa andate farneticando? Liberatela, adesso!»
«No, no, no, così non va bene...»
«Nipotino mio amore dello zio... sono sicuro che vuoi arrivare tutto intero a destinazione, quindi non
contraddirmi mai più!»
Si avvicinò al viso di Dimitri per intimidirlo ma fu velocemente scaraventato sullo schienale della poltrona
rossa in cui era seduto.
Noncurante della grande folla in torno a loro che si affrettava, nello stretto corridoio, a raggiungere le porte
del treno, alzò il tono della voce.
«Badate... se gli torcerete un solo capello rimpiangerete di essere nato!»
Le gote del ragazzo divennero rosse e l'espressione arrabbiata stonava con il suo viso d'angelo.
Sasha non si lasciò però intimidire. La sua risposta fu semplicemente quella di alzarsi il piedi, tenendo stretta
per il braccio Sherry e incamminarsi verso la porta d'uscita.
«Ragazzo?»
Gridò voltandosi a metà tragitto verso di lui.
«Ditemi!»
Dimitri prese un grosso respiro e cercò di ritrovare la calma persa. Lo zingaro gli tirò la sua amata pipa.
«È ottima per distendere i nervi.»
Dimitri non volle nemmeno rispondere a quella provocazione. Non gli importava discutere. Voleva solo
vedere Sherry il più lontano possibile da lui e porre fine al viaggio.
Sherry non aveva replicato. Era stata silenziosa e obbediente. Se l'uomo avesse provato a farle del male non
avrebbe esitato a difendersi: un semplice zingaro non avrebbe potuto eguagliarla in uno scontro.
Sasha li stava conducendo esattamente nel luogo giusto e, a parte i suoi metodi da ladruncolo e le continue
minacce che la infastidivano, la ragazza non aveva nessun motivo per scappare.
Vide Dimitri avvicinarsi lentamente e scuro in volto e sorridendogli, cercò di rassicurarlo.
«Non siete curioso, Dimitri?»
«Sì, anche se a malincuore devo ammettere che queste terre mi riportano ricordi lontani...tragici.»
Fece una breve pausa, poi continuò:
«Sapete signorina, in questa città i miei genitori persero la vita a causa di due alchimisti.»
Ed eccola lì, la motivazione della sua rabbia al loro primo incontro. Eccolo lì l'odio verso chi studiava questa
arte, esattamente come lei.
«Perdonatemi, io...»
«State tranquilla, non è di certo colpa vostra...»
Le regalò un sorriso sforzato. Un giorno non molto lontano, forse, le avrebbe raccontato la triste storia che fin
da bambino lo affliggeva, ma quello non era ne il luogo né il momento.
La ragazza si trattenne dal rivelargli un particolare. Anche lei da bambina era stata in Russia con la sua
famiglia per affari di suo padre ma, data la sua giovanissima età, non riuscì a ricordare nient'altro.
«Che passato triste...»
La voce di Sasha interruppe quei pensieri. Abbracciò Dimitri, il quale alzò gli occhi al cielo.
Quell'uomo sapeva essere molto teatrale e, come sempre, tirò fuori il suo immancabile fazzoletto bianco.
«Adesso basta parlare di morti! Ora vedrete con i vostri occhi la Russia del quattromila!»
Il tono dell'uomo somigliava a quello dei cantastorie di fiabe per bambini nell'intento di presentare luoghi
magici e lontani. Lì, fuori da quel vagone, li aspettava un mondo totalmente ignoto.
Sherry, seppur costretta al fianco di Sasha, non riusciva a mantenere a freno l'agitazione e la curiosità. Voleva
correre giù dal mezzo di trasporto e perdersi tra i viali e le bancarelle del mercato che aveva osservato dalla
finestra del treno. E così, una volta che le porte furono aperte, scese velocemente dal mezzo senza pensarci
due volte, trascinando con sé lo zingaro che stringeva Malorie tra le mani. Quanto a Dimitri, dietro di loro,
non riuscì a trattenere un sorriso divertito. Il ragazzo dai folti capelli biondi restò ammaliato da ciò che aveva
davanti: la città che si ergeva su di una montagna era una fitta rete di viali e stradine, case e locande disposte
a forma piramidale su tutta la superficie in base al grado di appartenenza. Le case e le varie strutture vicino la
stazione facevano parte dei quartieri poveri e, man mano che si saliva, si trovavano i quartieri più ricchi fino
ad arrivare a quelli nobiliari. Le vie erano cosparse di soffice materia cristallina che rifletteva i tiepidi raggi
solari come minuscoli cristalli. Dimitri imitò il comportamento della compagna e, preso dall'euforia, iniziò a
vagare per il mercato posto qualche strada sopra, vicino un grande spiazzale.

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