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Ed eccomi qui, in giro per le vie di Genova come quasi ogni giorno.
Sbattuta fuori di casa un'altra volta ed è tutta colpa di mio padre, come sempre. Lui mi odia, cazzo se mi odia! 'Sei una delusione continua Loredana' mi dice sempre, forse è vero, la vita da figlia non fa per me.
Mi sbatte fuori di casa per stupidi litigi: un 5 in qualche materia, una risposta di troppo, i giudizi che do sulla sua compagna oppure per le persone che frequento.

-Mamma mi manchi!

Urlo ricoperta dal dolore, mi siedo in mezzo alla strada e inizio a piangere di nuovo, come sempre.
Mia mamma è stata per un periodo in prigione per spaccio e poi è morta per una crisi di troppo, non sapeva come mantenermi purtroppo. Mio padre la picchiava spesso e volentieri, era sempre ubriaco ma con me non lo ha mai fatto dato il caso che ero sempre chiusa in camera mia.

Gaia non è a casa, è a Bari dai suoi ed io non so da chi altro andare. Sono nella merda più totale e non ho soldi con me per permettermi un bed & breakfast.
Ho solo il mio solito zainetto pieno di vestiti e ricordi indelebili di mia mamma.

Il mio pianto diventa sempre più forte, ma chi vuoi che se ne accorga alle 2.30 di notte? Nessuno.

Decido di alzarmi per non finire investita da qualche pirata della strada e vado un po' a vedere la situazione alla stazione: nessuno anche lì, solo qualche barbone che si accascia a dormire per terra. Un po' come sto facendo io adesso.

-Non sai cosa usare per questa notte?

Mi domanda una donna rumena, barbona anch'essa.
Annuisco e mi porge una coperta da mettere per terra, la accetto volentieri.

-Non sembri una ragazza povera.

Aveva ragione, avevo solo un papà stronzo.

-Mio papà mi ha sbattuta fuori casa.

Rispondo giocherellando con le dita.

-Che cosa hai fatto?

-Per sbaglio mi sono tagliata con la lametta mentre mi depilavo le gambe e lui l'ha scambiato come un gesto di autolesionismo. Ho provato a spiegargli il contrario ma non mi ha voluta ascoltare.
Mi ha dato un ceffone e lo zainetto per andarmene, stavolta penso che sia sul serio.

La rumena rimane stupita e mi abbraccia, lei evidentemente sa comportarsi da bravo genitore anche se vive in una condizione critica.

-Non hai amici?

Annuisco.

-Oh si, solo che è andata per il fine settimana dai genitori e non si trova qui a Genova per ora.

Ripenso a Gaia, al fatto che non ci sia.
Forse dovrei dirle che sono stata cacciata di casa per l'ennesima volta ma non voglio rovinarle le vacanze.
Poi penso al suo ragazzo, Diego.
Magari può ospitarmi lui per una notte.
Impossibile, ma tentar non nuoce. Scusa Gaia.

-Ora devo andare.

Mi alzo e inizio a correre verso casa di Diego, una volta arrivata suono ripetutamente il campanello e mi apre Mirko in mutande.

-Lore, che fai qui?

Mi domanda stropicciandosi gli occhi, stavano dormendo sicuramente.

-Cercavo Diego a dire la verità.

Annuisce e me lo chiama per poi farmelo uscire.
Diego mi squadra dalla testa ai piedi capendo tutto e mi fa cenno di seguirlo.

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-Che bastardo.

Dice bevendo un sorso di birra.
Gli ho raccontato tutto assieme ai sui scagnozzi: Mario, Gionata e Mirko.
Facevano un pigiama-party a quanto pare.

-È solo per una notte, domani mi tolgo dalle palle.

Rispondo, non voglio creare scompigli fra lui e Gaia.

-No ma che, Gaia la prenderà bene se è questo che ti preoccupa.

-Se vuole può venire da me e vede come la faccio divertire.

Dice Gionata muovendo in avanti il bacino.

-Ewh, schifo.

Rispondo con una faccia disgustata.
Gionata è proprio fregno, ma adoro stuzzicarlo.

-Smettila Gio, la ragazza sta vivendo una situazione critica.

Lo riprende Mario.
Fate santo quel ragazzo per favore.

-Ho vissuto la tua stessa situazione, solo che lo avevo deciso io ed allora non avevo nessuno.
Ritieniti fortunata.

Dice Diego.
Annuisco sapendo il suo passato.

-Su, va a cambiarti. Puoi dormire nel mio letto io per stasera arrangio.

Continua facendomi cenno di andare.

-Grazie.

Dico sorridendo e vado.

Incisione| Izi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora