Sugawara Koushi

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T/N è un'adolescente. E si sa, l'adolescenza è quel periodo in cui provi i sentimenti più contrastanti, ti senti in un certo senso, scombussolato.
Alcune cose ti sembrano bellissime, altre ti sembrano bruttissime.

Il tuo cuore e la tua mente sono come una nave in un oceano, che cerca la via di mezzo tra calma e tempesta.

Suo padre quando lei aveva 12 anni ha iniziato a lavorare all'estero lasciando sole le due donne. Lei e la madre.

Lei era una ragazza abbastanza minuta, dai capelli di un colore C/C e gli occhi C/O così profondi che ci si potrebbe perder dentro.

Era una giornata come le altre. Ora aveva 17 anni e come suo solito non esitava nel pomeriggio, dopo aver completato gli studi, ad andare nella sua amata palestra.
La pallavolo. Il suo sport. La sua passione.

Ma non sapeva che quel giorno qualcosa sarebbe cambiato.
Prese la sua bici e iniziò ad andare verso la palestra.
Amava la brezza del vento che solo la sua veloce bici C/P sapeva dargli.

Arrivò e come al solito era sola. L'anno scorso erano una squadra forte e unita, under misto, sia maschi che femmine.
Poi la maggiorparte di loro iniziò a ritirarsi dalla palestra, senza apparente motivo.
Facendo ritirare così anche gli ultimi rimasti.

Entrò nella palestra con il solito passo veloce, correndo a salutare il suo allenatore.
La allenava da ormai 8 anni e lo considerava una persona importante.

Amava tutto di quel posto, come una seconda casa o un rifugio era per lei.
Quella rete alta che sembrava in un certo senso spronarti a combattere, ma allo stesso tempo ad essere in ansia. Ansia di vedere cosa ci sia oltre.

Come suo solito era arrivata in anticipo, per aiutare nell'allenamento dei ragazzi e ragazze dell'under 14 e under 16.
Salutò l'allenatore e si diresse nel ripostiglio per prendere i palloni e gli ostacoli.

Mentre si spostava dal ripostiglio alla palestra, notò seduto nella panchina interna un ragazzo, sembrava all'incirca avere la sua età.
Capelli argento e occhi color nocciola, semplicemente bellissimo.

Non sapeva perchè era lì, ma volevi saperlo, era molto curiosa.

(L'allenatore potete immaginarlo e chiamarlo come volete.
Quindi in questo caso N/A, starà per Nome Allenatore)
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"Oi N/AAA! Chi è quel ragazzo? Lo conosci?"
Lo indicasti con lo sguardo per non sembrare sgarbata.
"Si lo conosco, però se ci vai a parlare scappa" disse ridacchiando leggermente
"Come scusa?" Dicesti incrociando le braccia
"Se ci parli. Gli fai paura e scappa" continuò a dire lui ridendo

Ti trattenesti dal mandarlo a quel paese e ti avvicinasti al ragazzo sorridendo
"Ehm...ciao! Che ci fai qui?"
"Oh...sono suo nipote" le disse indicando l'allenatore
Ti girasti verso di lui e lo guardasti male mentre scrollava le spalle ridacchiando.

"Ah..ehm..scusami" dicesti imbarazzata per la figuraccia appena fatta e sedendoti accanto a lui.
"Non preoccuparti! Io mi chiamo Sugawara Koushi!" Ti disse porgendoti la mano e sorridendoti dolcemente.

Quel sorriso. Lo avevi capito da subito che sarebbe diventato peggio di una droga. Però una droga che non fa' mai male.

La stringesti anche tu e questo fu' solo l'inizio di una grande amicizia.
Si ripresentò molte altre volte e già dalla prima volta lo convincesti ad allenarsi con te.

Era un alzatore. E te lo sentivi che quello era solo il primo pilastro.

Alla fine delle vacanze natalizie eri ormai riuscita a convincere delle tue vecchie compagne di squadra a tornare. Loro erano molto alte, ben quattro ragazze.
Tu invece schiacciavi nonostante non fossi un gigante.

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