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CLAUDIO'S POV

«Signor Bruni, due signori la stanno aspettando in sala d'attesa» dice la segretaria facendo capolino nella stanza.
«Cosa? La clinica è chiusa da un pezzo, non devo ricevere più nessuno» rispondo confuso.
«Non sono pazienti, dicono di essere suoi familiari»
«Oh, certo, gli dica che li raggiungo subito»
Annuisce e se ne va chiudendo la porta. Sistemo i documenti sulla mia scrivania, prendo le mie cose ed esco dal mio ufficio chiudendolo a chiave.
«Claudio, da quanto tempo!»
Mia sorella si alza dalla sedia seguita dal marito e sorridente mi abbraccia.
«Monica, che piacere rivederti!»
«Ciao Claudio!»
«Ciao Roberto!» saluto mio cognato con una stretta di mano e una pacca sulla spalla.

«Allora, come vanno le cose a Roma?» domando mentre usciamo dall'edificio.
«Abbastanza bene, niente di nuovo. A voi come va invece?» chiede Monica riferendosi a me e ai miei figli; purtroppo sono vedovo da due anni.
«Daniele è finalmente riuscito a prendere la patente, mentre Lorenzo ci sta lavorando» sorrido al pensiero. «E che mi dite dei vostri di ragazzi?»
«Non si fanno sentire quasi mai, ormai sono diventati grandi» sospira mia sorella.
«Già, Edoardo è sempre fuori città per lavoro, Tommaso è impegnato con la ragazza e Giorgio pensa sempre e solo alla musica. Le volte in cui siamo al completo sono più uniche che rare» ride Roberto.
«A tal proposito, come sta andando il disco di Giorgio?» chiedo curioso.
«Ci sta ancora lavorando, ma da quello che ci ha fatto sentire sembra stia venendo bene»
«Ha sempre avuto talento. Mi sembra ieri quando veniva a casa mia e faceva sentire i suoi pezzi a Daniele e Lorenzo. Erano molto legati» ricordo con nostalgia gli anni in cui ancora vivevo a Roma con la mia famiglia.
«Già, quei tre erano come la Banda Bassotti: tre teppisti ognuno complice degli altri» ridiamo.
«Mi dispiace non poter venire spesso a trovarvi, ma quest'anno ho molto più lavoro degli anni precedenti, e in più i ragazzi stanno avendo problemi a scuola, per cui devo stare dietro anche a loro» sospiro.
«Non preoccuparti, possiamo capirti. Anche i tuoi nipoti erano degli asini a scuola» ride Roberto.
«Soprattutto Giorgio, mi faceva impazzire» ridacchia mia sorella, poi continua «però mi manca averli a casa con noi, è così vuota senza di loro»
«Ma grazie!» ride Roberto seguito da noi.

Dopo una manciata di minuti raggiungiamo la via in cui abito. Poco distante da noi scorgiamo una sagoma camminare traballando verso una casa non molto distante dalla mia, per poi sedersi sfinita sul marciapiede di fronte all'abitazione.
Non ho subito capito di chi si tratti, ma avvicinandoci la figura appare sempre più chiara: è Ambra.
«Ambra, che ci fai ancora in giro a quest'ora?»
«Veramente abito qui» indica una piccola villetta alle sue spalle.
Biascica parole a caso e i suoi occhi sono rossi fuoco. È chiaro cosa stia succedendo.
«Ma si può sapere quanti spinelli hai fumato?»
«Non so, ho perso il conto» ride sguaiatamente. È proprio fatta.
«Ambra, facendo così non risolverai nulla»
«Non risolvo un cazzo comunque» biascica.
«Affronteremo il discorso settimana prossima, adesso vieni che ti accompagno a casa»
Non mi sembra il caso di discuterne davanti a mia sorella e mio cognato, che oltretutto ci stanno guardando perplessi, e soprattutto non ora che Ambra si trova in queste condizioni.
«No, faccio da sola»
Si alza e barcollando si dirige oltre il cancello della casa. Estrae dallo zaino un mazzo di chiavi da cui ne prende una e, dopo vari tentativi, riesce ad infilarla nella serratura facendola scattare.
Abbassa la maniglia esterna aprendo la porta per poi chiudersela alle spalle dopo essersi rintanata nell'abitazione.

«Stasera non ci sono i ragazzi per cena, sono usciti con degli amici» dico entrando in casa seguito da Monica e Roberto.
«Domani ci saranno, vero? Vogliamo salutarli»
«Certo, dovrebbero tornare verso le undici»
«Perfetto»
«Per cena vi va bene della pasta al pesto?» domando.
«Va benissimo, grazie» esclama Roberto.
Mentre preparo l'acqua per la pasta cala il silenzio nella stanza. Si percepisce una strana tensione nell'aria che, pur essendo uno psichiatra, non ne so spiegare il motivo.
«Chi era la ragazza di prima?» rompe il silenzio Monica.
«È una mia paziente» rispondo vago.
«Oh, da quanto tempo?»
«Quasi due mesi, e in questo lasso di tempo non c'è stato alcun miglioramento» sospiro.
«Quanti anni ha la ragazza?» stavolta è Roberto a parlare.
«Diciassette appena compiuti»
«Così giovane ed è ridotta così male?»
«Sta attraversando un brutto periodo»
«Che le è successo?»
«Mi dispiace Monica, non posso dare informazioni private sui miei pazienti» dico dispiaciuto mentre butto gli spaghetti nell'acqua.
«Hai ragione, scusa. Le è successo qualcosa di grave?»
«Abbastanza, soprattutto per la sua giovane età»
«Che ne pensano i suoi genitori della situazione?» domanda Roberto.
«Non vive più con i genitori. Adesso vive con gli zii e il cugino»
«E loro cosa ne pensano?»
«Non ne ho idea. Non ci ho mai parlato di persona, e da quello che racconta Ambra non penso gliene freghi molto»
Mi pento subito di averlo detto, non dovrei parlare della vita privata dei miei pazienti.
«Come può non fregargli della loro nipote?» sbotta mia sorella alterata.
«È una situazione molto complicata; difatti gli avvocati pensano che la cosa migliore sia affidarla ad un'altra famiglia»
Ok, ho detto troppo.
«Povera ragazza» mormora Monica.
La conversazione viene per fortuna interrotta dal timer che annuncia che la pasta è finalmente cotta.
«Voi accomodatevi pure a tavola, intanto io scolo la pasta e la condisco con il pesto fatto dalla mia vicina. Vi assicuro che è buonissimo»
«Non vedo l'ora di assaggiarlo, adoro il pesto!» esclama mia sorella.
«Lo so benissimo sorellina» le sorrido portando i piatti in tavola.

Ciao a tutti!
Questo è il secondo capitolo, spero vi piaccia. Cosa ne pensate di questi primi capitoli? Secondo voi cosa succederà in quelli a venire?
Fatemi sapere cosa ne pensate e se avete delle domande non esitate a chiedere. Avvertitemi anche di eventuali errori grammaticali o di scrittura, e accetto anche consigli e critiche purché siano costruttivi e non offensivi.
A presto!

~felijsia

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