Ricordi all'ombra della Montagna

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Il Re degli Elfi giunse senza farsi annunciare, ma non sarebbe stato necessario: la corona di rami invernali, con foglie di vischio e bacche scure, era sufficiente. Era coperto da un mantello grigio ma, mentre camminava, si intravedevano le vesti scintillare alla luce della luna.

«Sono in tempo?» chiese.

Bain non poté fare a meno di annuire e lo invitò a seguirlo per i corridoi del palazzo di Dale, fino alla stanza di suo padre. Il Re degli Elfi rimase in silenzio lungo tutto il tragitto, anche i suoi passi erano muti, ma Bain riuscì a resistere alla tentazione di voltarsi e controllare che fosse ancora lì e non fosse sparito come uno strano spirito della foresta.

In quegli anni, c'era sempre stato qualcosa che gli aveva fatto sospettare che, in realtà, il Re degli Elfi e la sua corte non fossero altro che spiriti della foresta incarnati. Erano silenziosi e attenti a dettagli che nessun altro notava, le loro feste davano vita a strani racconti da chi capitava nei paraggi, e intravederli mentre erano a caccia nel Nord di Bosco Atro era una vista da brivido. Alla luce di ciò, era sempre bizzarro vederli vagare per Dale ai festeggiamenti per l'anniversario della restaurazione della città.

Era ancora più bizzarro vedere il Re degli Elfi nella camera di un moribondo.

«Padre, è venuto il Re degli Elfi a farti visita».

Bard socchiuse un occhio e, appena puntò il Re, aprì anche l'altro, il volto trasformato dalla meraviglia.

«Sei venuto a visitare un vecchio morente, Thranduil?»

Il Re degli Elfi rise piano e si avvicinò al letto. «Sono venuto a visitare un amico». Sedette sulla coltre di pelliccia e Bain si sentì di troppo. Dopotutto, lui non aveva mai visto il Re degli Elfi se non da lontano e, di certo, non avevano mai scambiato abbastanza parole da rivolgersi l'un l'altro per nome.

Bain fece un passo indietro sulla soglia della porta.

«Non andare» disse il Re degli Elfi e lo guardò con la coda dell'occhio. Bain si bloccò, come congelato. «Non ti privare degli ultimi momenti con tuo padre per me».

Gli ultimi momenti? Suo padre poteva ancora andare avanti per giorni, erano settimane che agonizzava in quel modo. Non poteva essere sull'orlo della morte solo perché un Elfo diceva così.

Bain rientrò nella stanza, chiuse la porta alle spalle e raggiunse i piedi del letto.

Gli Elfi, però, sapevano cose che a loro mortali sfuggivano e Bain non avrebbe permesso che la soggezione per quella creatura lo facesse fuggire proprio in quel momento.

«Non è un buon auspicio quello che dici».

Il Re degli Elfi inarcò un sopracciglio. «È la verità».

Sua padre rise, con un suono simile a quella stessa tosse che lo aveva spossato fino a costringerlo a passare a letto tutte le giornate.

«Imparerai, Bain, che la verità per gli Elfi è il miglior auspicio che si possa avere».

Bain lanciò uno sguardo al profilo divertito del Re degli Elfi.

«Voi Uomini temete la verità, ma arriva per tutti un giorno, non è così?» Il Re degli Elfi tirò una pacca sulla mano di Bard, tutta ossa e macchie sulla pelle raggrinzita. «Se non altro, non siete testardi quanto i Nani».

Suo padre sorrise e le rughe si moltiplicarono sul suo viso. Sembrava svuotato, come se gli restasse solo la pelle sulle ossa. Non era una bella visione e forse era quello a far credere al Re degli Elfi che fosse a un passo dalla morte.

«Oh, ma abbiamo le loro stesse debolezze. Ringrazio sempre i tuoi consigli, durante l'assedio di Erebor, e mi pento di non averli ascoltati allora».

Ricordi all'ombra della MontagnaWhere stories live. Discover now