19. L'ultimo nemico

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Alphard si abbassò per evitare la raffica di proiettili d'energia e corse in avanti, rapidissimo. Con uno scatto laterale evitò il raggio di Danray e lo colpì con un poderoso diagonale sotto l'ascella. La lama luminosa emise un bagliore improvviso a contatto con la barriera energetica della IronHeart, ma anche questa volta non riuscì a superarla e l'ibrido dovette nuovamente indietreggiare.

Era tutto inutile: per quanto si sforzasse, la sua arma non era abbastanza potente. Kael stava facendo del suo meglio per riuscire almeno a sovraccaricare lo strato d'energia che proteggeva l'armatura del licantropo, tuttavia anche lui stava avendo grosse difficoltà.

Danray, che poteva godere dell'ingente investimento fatto, non aveva nemmeno bisogno di impegnarsi per riuscire a difendersi dagli attacchi congiunti delle due Bestie Selvagge, inoltre i raffinati sensori lo informavano di tutto quanto accadeva intorno a lui.

Ora che il cancello era stato sigillato, le uniche minacce erano quelle già presenti all'interno del giardino, il che comprendeva Leona e i suoi compagni, più un paio di criminali che in quel momento stavano combattendo con Gardo'gan. Considerando le armi a sua disposizione ed escludendo Leona e Hannibal, il subordinato di O'Neill avrebbe potuto eliminare tutti i presenti con un solo colpo.

L'allarme di minaccia imminente lo avvisò di un improvviso assalto di Alphard e l'armatura si mosse da sola, intercettando la lama di energia. In una situazione diversa avrebbe fatto comparire i tonfa e si sarebbe divertito un po' a duellare con lui – doveva ammettere che quell'ibrido era un eccellente spadaccino, forse anche più bravo di lui –, ma in quel momento non era proprio dell'umore adatto.

Con uno scatto bruciante lo colpì al mento, gli torse il braccio e gli tagliò la mano, a quel punto lo gettò indietro con un calcio. L'ibrido cadde a terra e Danray serrò la presa sull'impugnatura dell'arma nemica, facendola a pezzi.

Ormai non aveva più senso perdere tempo, l'avrebbe fatta finita una volta per tutte: attivò il generatore di ipergravità e in un attimo quasi tutto il giardino venne schiacciato da un'incredibile energia, talmente forte da bloccare a terra tutti i presenti, solo Leona – che aveva appena scaraventato Hannibal contro la villa – riuscì a restare in piedi.

Una volta immobilizzati i bersagli, delle saette chiarissime si diramarono dall'armatura di Danray, piombando inesorabili sulle rispettive vittime. L'energia travolgente squassò i malcapitati da capo a piedi, neutralizzando le apparecchiature elettroniche, bloccando gli impulsi nervosi e minacciando di fermare i battiti del cuore.

Un simile attacco richiedeva moltissima energia, ma era talmente potente da riuscire a sconfiggere un intero plotone senza nemmeno alzare un dito.

Il licantropo si guardò intorno compiaciuto. Era andata esattamente come aveva previsto: escludendo i due mostri, tutti i presenti erano riversi al suolo, e appena due di loro davano ancora segni di vita. Non gli restava che finirli, a quel punto si sarebbe occupato della figlia dell'inferno.


Leona, che quasi non aveva risentito dell'effetto della gravità aumentata e della folgore, sapeva bene di non avere un solo secondo da perdere: i suoi compagni non avevano speranze contro un avversario come Danray ora che disponeva di una IronHeart Mk6.

Ignorando la stanchezza, si preparò a scattare verso il licantropo, ma una specie di fischio destò la sua attenzione. Ebbe a malapena il tempo di muovere le orecchie e ruotare gli occhi che qualcosa la colpì in pieno sulla tempia. L'oggetto, che in realtà era ciò che restava di un mattone di supercemento, si spaccò in tanti frammenti più piccoli, mentre la figlia dell'inferno indietreggiò leggermente.

WBB - 1 - L'ascesa delle BestieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora