Mi sono innamorata di te {F.R.}

Capitolo 34

Mi sveglio con il fiatone, devo aver fatto un incubo, ah sì, ho sognato di cadere da un palazzo. Non chiedetemi il motivo.

Sta notte non ho chiuso occhio, mi sono addormentata all'1:00, per poi svegliarmi alle 2:00, per poi addormentarmi alle 4:00. E ora sono le 6:30 di mattina...

Ah quasi dimenticavo, sono rimasta in ospedale a dormire, davanti alla sua porta, insieme a Fede, contro la volontà dei miei, ma me ne sono sbattuta altamente.

Apro la fotocamera del telefono per vedere in che stato sono e quasi mi spavento.
Ho le occhiaie che potrebbero portare la spesa, i capelli non ne parliamo e nemmeno la faccia, un piccolo mostro no?

Per l'ennesima volta entro a vedere la nonna, per assicurarmi che sia ancora tutto ok.
La macchia a cui sono collegati dei tubi fa ancora rumore, quindi dovrei stare tranquilla... Non lo so, l'ultima volta che sono stata in ospedale per una cosa "grave" avevo 4 anni!

(Ri)esco dalla stanza visto che è tutto ok e mi siedo sbuffando.
Fede si sveglia a causa della mia delicatezza del sedermi.
Non è la prima volta che si sveglia, questa notte anche lui si è svegliato un paio di volte, o per colpa mia, o... bo, per qualcosa...

<<Gaia, sei ancora sveglia?>> dice con la voce impastata dal sonno
<<Sì Fede, non ce la faccio più! Sono stanchissima ma l'ansia mi ha fatto stare sveglia!!>> dico stropicciando gli occhi
<<Ma l'ansia di cosa! Tua nonna è lì dentro e i dottori sono dappertutto!>> lo guardo stranita per il tono duro e freddo che ha usato
<<Be allora scusami per averti fatto stare qui!>> mi giro dalla parte opposta e incrocio le braccia al petto
<<Senti, scusa>> appoggia la mano sul mio braccio e gliela levo in un istante
<<Ma scusa un cazzo, lì, la vedi quella stanza?, ecco c'è mia nonna e sembra che tu te ne stia stra fottendo di questa cosa. Io sto soffrendo Federico. Non è facile vedere un parente a te caro con i tubi tra le braccia collegati a una cazzo macchinetta!>> i miei occhi diventano lucidi
<<Senti, intanto calmati...>> non gli faccio finire la frase che lo precedo
<<No, non mi calmo ok? Come faccio a stare calma in questa situazione, spiegamelo. Non so se te ne sei reso conto, ma nel giro di pochi istanti mia nonna potrebbe andarsene e io non potrò mai, e dico mai, più vederla!
E in quei instanti è cose se perdessi una parte di me! Mia nonna è stata la mia infanzia, l'età magica. È come se da un giorno all'altro dovessi ricominciare da capo, capisci che non ci riuscirei o almeno non adesso?!>> una lacrima mi riga il volto, seguita da un'altra...
<<Scusami, hai ragione, è che non ho dormito nemmeno io molto, evidentemente è la stanchezza... Però sono rimasto colpito da quello che hai detto. Sapevo che ci tenevi a lei, ma non pensavo così tanto. Davvero, scusami ancora>> non rispondo e appoggio la schiena allo schienale della sedia e accavallo le gambe una sopra l'altra, sempre tenendo le braccia conserte.

Per un po' nessuno di noi due parla, forse per qualche secondo, o forse per qualche minuto, fin quando Fede inizia a parlare...

<<Sai sono stato nella tua situazione, con mio papà. Non so se te ne ho mai parlato di lui, ma so che conosci la situazione. Lui era il mio eroe, il mio guerriero. Quando se n'è andato, io ci sono rimasto, e molto. Non ero in grado di capire come possa essere avvenuta una cosa del genere in pochi istanti, gli istanti che mi hanno segnato profondamente. Non ho fatto molte scenate di pianto, perché sapevo che se anche non era fisicamente qui con me, lo era con il cuore, ero io che riuscivo a sentirlo pur non essendo con me. Per giorni non volevo parlare con nessuno, ma proprio nessuno, nemmeno mia mamma o Benjamin, beh, con Ben ci parlavo un po', ma con gli altri no. Dovevo realizzare il fatto che non potevo più avere un contatto fisico, diretto con lui, ma semplicemente con il cuore. Non sempre è facile, a meno che non sei Melinda, la protagonista di Gost Whisperer che vede i fantasmi prima che passino nella luce...>> ci mettiamo a ridere entrambi