Capitolo 2

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Dormii, mi svegliai, poi dormii ancora e mi risvegliai. Le notti in quella stanza erano tutte incerte. Non sapevo bene quando riposare e quando invece stare sveglia. Anche in questa situazione mi facevo comandare dall'apatia, chiudendo gli occhi quando lo voleva il mio corpo e riaprendoli quando capitava. Restavo sveglia per un lasso di tempo indeterminato e poi il ciclo ricominciava. Negli ultimi giorni però ero così debole che riuscivo a svegliarmi di rado, sentendo che le forze abbandonavano sempre più rapidamente il mio corpo. In un lapsus mi ricordai di aver letto su una rivista che si poteva vivere di media una settimana senza acqua, quindi mi chiesi se fosse già passata. Sarei morta di sete? Lo speravo. Mi sentivo debole, affamata e assetata, tuttavia non così tanto da essere in punto di morte. Probabilmente i changers avevano maggiori difese anche in questo, in confronto agli umani.

Dopo aver dormito due volte, la porta si aprì di nuovo, quindi dedussi che fosse passato un giorno dalla visita di Darrell.

La mente del changer si collegò subito alla mia, accertandosi che stessi bene. Il ragazzo mi mostrò tutta la sua preoccupazione nel vedermi in quello stato, ma questa volta non ebbi la forza per oppormi. Era così genuinamente triste che non potei non fare qualcosa per sentirlo più allegro.

Mi alzai, raggiunsi con passi incerti l'acqua poggiata sul tavolino accanto al letto e la buttai giù in un solo sorso. Sentire il liquido che scorreva giù per la mia gola riarsa fu un balsamo curativo che fece sentire subito meglio il mio corpo. Alcune gocce caddero sul vestito grigiastro che indossavo e solo in quel momento mi accorsi di avere addosso qualcosa di diverso da ciò che ricordavo. Accantonai subito il pensiero perché non mi interessava.

Avevo ceduto, alla fine non ero riuscita a stare lontano da quell'acqua che ogni giorno veniva rinnovata e lasciata lì per me mentre dormivo. Non ero riuscita a morire di sete, ma ormai non mi importava più neanche quello. Ero un nulla, e come nulla agivo.

La soddisfazione e fierezza di Darrell mi raggiunsero, insieme alla punta di tristezza che non lo abbandonava mai. Esplorai la sua mente in un suo momento di distrazione e vi trovai un senso di vuoto incredibile che si estendeva in ogni dove. Era così esteso che poteva essere paragonato al mio. Lui era stato come un fratello per il Mentalista, e quest'ultimo, perdendolo, aveva detto addio all'ultima parte della famiglia che ancora gli rimaneva. La notizia mi spinse a esplorare più a fondo, all'improvvisa ricerca di pensieri sulla sua vera famiglia, quella che per me era ancora un mistero. Trovai però un muro, improvvisamente creatosi per non farmi passare poiché erano, per lui, informazioni troppo personali.

Azzardai qualche passo verso il ragazzo seduto al centro della stanza e mi adagiai accanto a lui, spinta da una solidarietà di cui non conoscevo l'origine. Il dolore che Darrell provava, così simile al mio, mi faceva sentire improvvisamente meno sola. Mi ero isolata dal mondo pensando che quest'ultimo non soffrisse, ma avevo davanti ai miei occhi la prova che non era così.

Cosa succede lì fuori? gli chiesi, a un tratto consapevole di quanto mi fossi persa.

Darrell mi fissò serio per qualche istante, quasi come per chiedermi il permesso. Qualche secondo dopo si decise e lasciò andare il ricordo che premeva per uscire, immergendomi completamente nella sua coscienza.

Sono appena uscito dall'ufficio di Ace per fare rapporto e penso alla storia che ho appena raccontato, incredulo, mentre mi dirigo a passi incerti verso la mia prossima meta. Tutto è diventato insensato, ormai. Come ha appena detto Ace, la nostra convocazione in quel posto è stata una cosa architettata dagli Orion. Probabilmente, l'ultima volta che ci siamo stati ci hanno notati e si sono messi d'accordo con gli umani per incastrarci. Però hanno commesso l'errore di sottovalutarci, quindi alcuni di noi si sono salvati.

The Changers - EvanescenteWhere stories live. Discover now