7- La punizione

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Gli scontri sono continuati più o meno regolarmente.

A Mirta e Irvan non è stato permesso di assistere.

Marta e Dafne li hanno lasciati fuori, su una panchina di marmo sotto lo stretto controllo di un'Ombra incappucciata.

Non c'è più nessun altro fuori.

Il lato positivo è che sono insieme.

Preferiscono non parlare ad alta voce, ma un contatto risolve il problema.

Mirta incrocia le braccia al petto e appoggia la schiena alla panchina.

Se lo sapesse papà...

-Sono abbastanza sicuro che non lo saprà mai.-

Anche io.

Mirta porta ancora i jeans chiari e la maglietta a maniche corte arancione con le converse nere. I capelli rossi mossi non particolarmente lunghi sono sciolti, a parte una molletta sulla testa che tiene ferma quella che una volta doveva essere la frangetta, ma che ora le arriva quasi al mento. Gli occhi verdi sono contornati dalla matita nera.

Quelli di Irvan, invece, risaltano grazie alla maglietta verde scuro messa sui pantaloni da ginnastica grigio chiaro. Anche lui porta delle converse, ma sono verde mimetico, tipo militare. I capelli erano un po' più corti ai lati della testa e più lunghi al centro, ma in questo mese sono cresciuti e il taglio un po' si è perso.

È così che li trovano Marta e Dafne quando, probabilmente grazie ad una runa, compaiono davanti a loro.

I quattro si fronteggiano con lo sguardo per alcuni istanti.

Mirta e Irvan, entrambi a braccia incrociate, nascondono disagio e agitazione con una sorta di testarda determinazione.

Negli occhi di Dafne e Mirta trapela un barlume di dubbio, poi di muta comprensione, come se all'improvviso avessero riconosciuto qualcuno. Ma è solo un attimo. Poi si ricompongono, più decise che mai.

La prima a parlare è Dafne che si rivolge a Marta.

-Posso lasciarti il ragazzo?-

-Solo se mi dai la piena autorità su di lui.-

Dafne la studia in silenzio, poi annuisce.

-Mi raccomando.- dice solo, poi, così come è comparsa, sparisce.

-Molto bene.- annuncia Marta secca. -In piedi ragazzi, c'è da camminare.- detto questo si volta e si incammina.

L'Esagono è contornato da un fitto prato inglese, a sua volta perimetrato da dei salici piangenti che impediscono di vedere oltre.

Diversi ponti dall'aria antica permettono di attraversare il lungo e profondo canale che circonda tutta l'area delimitata dai salici.

Mirta si volta un attimo indietro e si ritrova contro l'uomo-Ombra che li sta seguendo in silenzio. Mirta dubita che sappiano parlare.

Irvan la tira per il gomito e le fa segno di guardarsi intorno.

Fanno appena in tempo a scorgere intorno a loro una città che si direbbe simile a Venezia, solo molto più malconcia anche se più pulita. In pochi istanti dal canale si innalza una nebbia incredibilmente fitta che inghiotte tutto.

-Ma che...- fa Irvan.

-Sarah.- si limita a rispondere Marta -Se vi perdete non torno indietro. Tenete il passo.-

Mirta è scossa da un brivido e d'istinto serra la mano in quella del fratello che sogghigna.

-Un'allieva della Morte che ha paura?- le sussurra.

Passato ~ Unica sceltaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora