La scelta - 5 anni prima

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Talia Skyler

Tiene il viso rivolto verso l'alto, lo sguardo attento che scruta gli alberi e le alte mura di pietra. Vi posa le meni senza però smettere di fissarne la cima. Un familiare formicolio le attraversa la pelle fino a farle vibrare le ossa. Anche queste mura, come quasi tutto qui, sono vive. Ogni singola pietra pulsa come se al proprio interno custodisse un cuore. Le ha viste ogni singolo giorno della sua vita. E ogni volta, per quanto faticasse ad ammetterlo, per quanto infinitesimale fosse la differenza da un giorno all'altro, erano più alte.

Incanala l'energia che sente fino a risvegliare la propria. Mentre il suo corpo si fa più fluido e nero e gli occhi perdono importanza, flette le ginocchia e salta verso l'alto. È un'azione così abituale da risultarle ormai semplice, nonostante non lo sia. È cresciuta non solo all'interno di queste mura, ma insieme a queste mura. Le ha odiate e amate come si fa con ogni confine e ogni limite. Sono la sua prigione, ma anche la sua protezione.

Ritorna umana e si aggrappa al bordo di pietra sporgente, poi si issa su facendo leva sulle braccia. La parete è molto spessa, potrebbe dormirci tranquillamente tutta la notte senza correre il rischio di cadere.

Rimane acquattata, in equilibrio sulle punte dei piedi, gli avambracci appoggiati alle gambe piegate, ma la schiena dritta.

Spinge lo sguardo fin dove è possibile.

Il sole non è ancora sorto, ma il cielo ha già abbandonato il suo manto notturno e, anche se si vede ancora qualche stella, il blu e poi il nero hanno già ceduto il posto al grigio scuro delle nuvole mattutine.

Bene.

È il suo momento preferito. O quasi.

Ha sempre amato l'alba. Per i suoi colori, la sua atmosfera. Per il suo significato.

Al principio del giorno è la luce a doversi fare largo tra le tenebre. È lei quella che spicca, quella in minoranza, non il contrario. Il buio non è il nemico da sconfiggere, ma l'abbraccio protettivo a cui si sfugge.

Tiene gli occhi chiusi e respira profondamente.

Poi, quando il suo corpo sensibile al calore la avvisa con qualche istante di anticipo, solleva le palpebre.

Una lama sottile e affilata di luce verde smeraldo si insinua tra le nuvole scure con il filo colorato in un cucito. È brillante, ma non ancora accecante, decisa, ma ancora non intensa.

Lentamente, come chi si sveglia da un sonno piacevole, la feritoia fra la coltre nera si allunga. Fende tutto l'orizzonte. Al verde si aggiunge l'azzurro, altrettanto intenso e altrettanto stupefaciente. Sono colori freddi, che non promettono affatto una giornata calda, anzi, si preannuncia ventosa e cupa, ma sono bellissimi. Uniformi, distinti e fusi tra loro.

Le nuvole conservano la loro massa, ma passano dal nero al grigio sempre più chiaro.

La fascia luminosa si allarga.

Il vento comincia a soffiare. Sa di terra, foglie, tronchi e pioggia.

La luce potrà anche aver vinto anche oggi, essersi ripresentata come ogni mattino, ma non può nulla contro il freddo dell'inverno che è alle porte.

Si può quasi sentirlo, come un'entità reale che si accumula nei dintorni, che preme contro le mura vive di una città sorte sulle ceneri dei propri nemici.

Per quanto potenti, nemmeno le Custodi possono arrestarne l'avanzata.

Possono solo illudersi di farlo.

Talia sorride.

Richiude gli occhi. La parte dell'alba che le piace si è già dissolta.

Percepisce Marta avvicinarsi prima ancora che entri nel suo campo visivo.

-Talia!- la chiama la ragazza nera -Sapevo che eri qui.-

-Tutti quelli che mi conoscono abbastanza lo avrebbero saputo.- puntualizza lei, giusti per farle capire che quella di conoscerla bene non è solo una sua priorità.

La ragazza nera la ignora.

-Tra poco inizieranno ad arrivare le creature, poi gli studenti umani. Il branco è già schierato.-

Talia fa un piccola smorfia nel sentire il generico "branco" riferito ai suoi zii. Anche se in effetti solo Oscar è suo zio. Con gli altri non ha nessun legame di sangue. Se di sangue si può parlare.

-E allora?- chiede, giusti per perdere tempo.

-E allora scendi e vai a dare una mano alla tua famiglia.-

Talia salta giù, ma appoggia le spalle al muro e non si muove. Giocherella con il dilatatore viola che porta all'orecchio.

Marta sbuffa. -Va bene, fai come ti pare.- sbotta -Ci vediamo in classe.- gira sui tacchi e se ne va senza salutare e senza voltarsi.

Talia sorride.

Marta le piace.

Si stacca dal muro e comincia a camminare, senza una meta precisa, ma lontano dall'imminente calca di ragazzini inesperti che sarà qui a breve.

A lei non serve presentarsi.

Ha già scelto. Molti anni prima.

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Anche Talia è andata. Che mi dite?

Non ho mai descritto l'alba fino ad ora. In effetti non ne avevo neanche mai vista una fino ad un mese fa. Spero sia venuta bene. Io ne sono rimasta affascinata, anche se continuo a preferire il tramonto.

La nostra Rhianna è una Talia quasi perfetta, a voi piace?

Mi mancano tantissimo gli aggiornamenti e i vostri commenti qui su wp capitolo per capitolo!

Artemide



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⏰ Ultimo aggiornamento: May 27, 2020 ⏰

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