Capitolo 1.

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Mancava poco più di un minuto alla fine della partita, i ragazzi correvano da una parte all'altra del campo, scambiandosi, di tanto in tanto, degli sguardi fugaci, attenendosi allo schema prefissato.
Riuscivo a percepire il loro senso di stanchezza e il desiderio di vittoria farsi vivo nei loro volti.
Jason segna un ultimo tiro prima di essere travolto dai suoi compagni di sguadra e dalle urla che li acclamano.
Chloe mi prese per il polso e mi trascinò verso gli spogliatoi prima che quel luogo diventasse un putiferio.
Incredibile quanta forza potesse contenere una figura cosi apparentemente esile.
"Tieni questa" disse una volta uscite fuori.
Afferrai la felpa nera e la indossai il più velocemente possibile.
"Prima o poi il coach Davis ci becca." Tirai su la cerniera e il capuccio.
"Quando ci beccherá, saremo nei guai, ma per ora evitiamo di finirci." imitò il mio gesto e mi seguì nel retro della palestra.
Era buio e tutti stavamo festeggiando la vittoria dentro, sarebbe stato quasi impossibile essere scoperte.
Quando i ragazzi giocavano fuori casa risultava decisamente più difficile riuscire ad entrare nello spogliatoio, ma quella volta sembró più facile del previsto.
Trovai la chiave sotto il vaso come scritto nelle indicazioni e riuscì ad aprire il portoncino di legno senza troppi problemi.
Non ebbi tempo di entrare che delle forti braccia mi avvolsero, sollevandomi dal pavimento.
Riuscirei a distinguere quel profumo ovunque.
Leo.
"Bravo campione" gli dissi in un sussurro.
"Grazie Ally." Mi strinse più forte a se come se volesse farmi male, invece riuscì solo risolevvarmi.
Mi staccai dall'abbraccio e mi congratulai con ognuno di loro, se la meritavano la vittoria.
Sorpresi Chloe a fissare Leo mentre si cambiava, le accadeva spesso in quell'ultimo periodo.
Le scossi il braccio e ritornò nella realtá rivolgendomi un mezzo sorriso, le avrei parlato più tardi, in quel momento sarebbe stato inutile.
"Ehy Ally!" Mi chiamò Jason contrastando le urla.
"Si?"
Mi fece segno di avvicinarmi.
Mentre cercavo di raggiungere jason mi presi un momento per ammirare il fisico di ogni giocatore.
Niente male, pensai.
"Come sta Clo?"
Rivolsi lo sguardo sulla mia migliore amica.
Mi accorsi di come i suoi occhi fossero completamente spenti e privi di emozioni, era stanca. Mi si spezzò il cuore vederla in quello stato.
"Spero si riprenda"
"E leo?" Continuai.
"Potrebbe stare meglio."
Ci assicurammo che nessuno stesse ascoltando la nostra conversazione.
"Forse la situazione si stabilirá con l'inizio delle lezioni"
Stavo per rispondere quando qualcuno me lo impedì.
D'istinto presi Chloe per mano e mi posizionai dietro la squadra, creavano come uno scudo di protezione, senza contare che eravamo nemmeno la metá di loro.
Quandó sentii la voce di Cameron ripresi fiato.
"State festeggiando?"
Mi sporsi più avanti e notai che non era solo, ebbi un attimo di paura.
"Non siete stati invitati."
Rispose Jason.
"Non vogliamo creare fastidio." Il suo sorisetto diceva il contrario.
Teneva le braccia stese lungo i fianchi, aveva lasciato la maglietta della squadra, che lasciava intravedere il fisico scolpito. Esteriormente sembrava tranquillo, ma i suoi occhi trasmettevano rabbia, e chiunque ne avrebbe avuto paura.
"Ciao piccola." Mi fece l'occhiolino.
"Lei non ti riguarda." Rispose Leo prendendomi per mano.
Alzò le mani in segno di difesa.
"Godetevi la vittoria, non durerá molto."
È una minaccia? Sembrava di si.
Mi lanciò un ultimo sorriso malizioso e sparí con i suoi compagni.
"Tutti a casa." Ordinò Jason.
Lo obbedirono tutti, motivo in più per essere capitano.
Ogni sua legge doveva essere rispettata.
Io, Chole, Jason e Leo uscimmo dal retro, evitando gli sguardi sospettori del coach.
Indossai velocemente il casco e salí dietro Jason.
Partimmo e in un attimo il vento ci travolse, mi presi un momento per ammirare quando fosse bella New York e quanto avvolte non me ne rendessi conto.
Arrivammo davanti casa mia e scesi cercando di dare una sistemata ai capelli.
"Allora ci vediamo domani?"
Avevano lo sguardo perso nel vuoto, e allora pensai a quello infuriato di Cameron, ma non riuscì a tirare in ballo l'argomento.
"A domani." Lasciai un bacio ad entrambi ed entrai in casa con Chloe.
Lasciammo le scarpe davanti il luscio della porta, le feci segno di fare silenzio e salimmo le scale in fretta.
Chiusi la porta alle mie spalle e mi gettai di peso sul letto.
"Lo hai visto anche tu, no?"
Disse lasciandosi cadere affianco a me.
"Cosa?" Mi voltai per guardarla.
"Le loro facce, erano sconvolti."
Mantenemmo un tono di voce basso per evitare che qualcuno si svegliasse.
"Ci dovranno fare l'abitudine, funziona così ormai. Si sono dichiarati guerra, hai sentito Cam? "Godetivi la vittoria, non durerà molto."" Cercai di imitare la sua voce come meglio potevo, ma con scarsi risultati, tanto che
Chloe si trattene dal ridere.
Scossi la testa divertira e mi cambiai velocemente, indossai una maglietta che mi arrivava fin sopra il ginocchio, pensai fosse di Drake.
Raggiunsi la mia migliore amica sotto le coperte e mi addormentai fra le sue braccia.

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Allyson!" Urlò ancora una volta dal piano di sotto, ma con tono più deciso questa volta.
Richiusi subito gli occhi a causa della forte luce che filtrava dalla finestra e maledissi me stessa per non averla chiusa la scorsa notte.
Mi alzai se pur con poca voglia e corsi in bagno, sorpassando i vestiti e i libbri sparsi per terra.
"Ally!"
"Sono sveglia!" Sbottai bruscamente.
Feci una doccia veloce e indossai un paio di jeans skinny, una maglia grigia e le adidas.
Presi il necessario e scesi al piano di sotto dove trovai Chloe ad aspettarmi con la sua solita tazza di caffè in mano e i cartoni animati in TV.
17 anni e non sentirli.
La lasciai alle sue "faccende" ed entrai in cucina.
"Quella ragazza beve troppo caffè" Disse Drake riferendosi a Chloe.
"Dici?" Gli lasciai un bacio a fior di pelle e afferrai un biscotto dal tavolo.
"Si, dico."
Alzai gli occhi al cielo divertita e finì la mia colazione.
"Mamma e papà tornano fra due settimane"
Continuò.
Lo fissai con la speranza di capire dove volesse arrivare con i suoi sotterfugi.
"No."
Qualsiasi cosa intendesse con quei suoi occhioni verdi la mia risposta sarebbe stata sempre negativa.
"Oh ma dai, non ho nemmeno aperto bocca"
"I guai li passo io Drake, non tu. Adesso vai a scuola."
Sbuffò annoiato ed uscì di casa sbattendo la porta.
"Quel ragazzino ti adora"
Mi rivolse un sorisetto compiaciuto e prese al volo lo zaino.
"Andiamo" la richiamai divertita.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 21, 2017 ⏰

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